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Eventi internazionali

Bergamo: Vavassori centra la qualificazione

Tra i sei promossi al main draw del "Trofeo Perrel-Faip" anche il russo Karlovskiy. Scattato il main draw con i successi di Kopriva e Stricker. Programma di lusso quello di martedì 1° novembre: in campo Verdasco e i baby Zeppieri (classe 2001), Cobolli (2002) e Nardi (2003)

31 ottobre 2022

La volée di diritto di Andrea Vavassori (foto Milesi)

La volée di diritto di Andrea Vavassori (foto Milesi)

La seconda giornata del Trofeo Perrel-Faip, presented by BPER Banca (45.730€, Slam Court) ha portato a cinque il numero di italiani in tabellone. Andrea Vavassori ha superato alla distanza il francese Valentin Royer (46 63 62) e il sorteggio gli ha dato in dote un match non semplice contro il cileno Nicolas Jarry, ex top-40 ATP che si sta lentamente ritrovando. Niente da fare, invece, per Giovanni Oradini, che presso la Palestra Italcementi si è arreso in due set al turco Altug Celikbilek (75 62 lo score).

Nel frattempo è scattato il tabellone principale: il primo a festeggiare gli ottavi è stato il ceco Vit Kopriva, bravo a battere in rimonta l'esperto Dimitar Kuzmanov. Qualcuno poi deve aver informato Dominic Stricker su quanto successo lo scorso anno. Pochi giorni prima di spostarsi a Milano per giocare le Next Gen Finals, Holger Rune si è presentato al PalaIntred e ha rispettato fino in fondo il suo impegno, vincendo addirittura il torneo. Il giovane svizzero, nato esattamente un anno dopo Sinner (vincitore nel 2019) si è qualificato per Milano la scorsa settimana, ma ha scelto di venire ugualmente a Bergamo. E il match giocato a velocità supersoniche contro Tim Van Rijthoven (poco più di un'ora e mezza per tre set) ha certificato che per lui è un impegno vero, non un semplice rodaggio: Stricker si è imposto 36 64 64.

Dopo un inizio da incubo, in cui è rapidamente finito in sotto 5-1, ha ripreso a esprimere il suo tennis funambolico, conquistandosi la simpatia dei circa 500 spettatori. Stricker è mancino e non ha la fluidità di Federer o la pesantezza di palla di Wawrinka, però sa fare tutto con la racchetta in mano e ha seguito i consigli dello stesso King Roger, che in un paio di occasioni lo aveva ospitato a Dubai, consigliandogli di lavorare sul servizio. Contro l'olandese ha tirato 11 ace, mantenendo un'efficacia pressoché analoga tra prima e seconda di servizio (74% e 69%). Il match si è deciso sugli episodi: se i numeri ricordano che Van Rijthoven ha commesso sette doppi falli, la verità è che non ha saputo restare freddo quando ha servito sul 4-5 nel secondo e nel terzo set. Se nel secondo parziale ha chiuso sparacchiando un dritto lungo, nel terzo ha annullato due matchpoint, ma sul terzo Stricker lo ha punito con un fulminante dritto lungolinea. La strada è ancora lunga, ma tra i papabili ad essere la Next Big Thing lanciata dal torneo di Bergamo, non c'è dubbio che ci sia anche il ventenne nato nella periferia di Berna.  

Ma c'è già grande interesse per un martedì che si preannuncia straordinario, con nove match di singolare, l'esordio di Fernando Verdasco e tre italiani in campo. Sulla resina Slam Court del PalaIntred scenderanno in campo Giulio Zeppieri (chiamato all'impresa contro Zhizhen Zhang, n.3 del tabellone), Flavio Cobolli contro Jan Lennard Struff, che torna a Bergamo a otto anni dall'ultima partecipazione, e Luca Nardi contro Tomas Machac. Il pesarese scenderà in campo alle 20, mentre Verdasco-Rodionov è prevista non prima delle 18. Per bergamaschi e appassionati, una straordinaria occasione per trascorrere un giorno di festa ammirando alcuni campioni del passato e del futuro

Evgeny Karlovskiy (foto Milesi)

EVGENY KARLOVSKIY, IL RUSSO CHE PARLA SOTTOVOCE
Sul campo trasmette grinta e coraggio, fuori è un'altra persona. Parla a voce bassa, bassissima, esprimendo sorprendente timidezza. Classe 1994, Evgeny Karlovskiy fa parte di quella generazione di russi che si sono avvicinati al tennis negli anni d'oro della presidenza Eltsin e culminati con i due successi in Coppa Davis firmati da Kafelnikov, Safin e Davydenko. Quando ha iniziato a giocare aveva quattro anni e ha tirato le prime palle con suo nonno, e per un po' ha sognato di poter essere un degno erede dei fenomeni sopracitati. Tra i junior è stato numero 37 del mondo e ha vinto - guarda caso - proprio la Yeltsin Cup nel 2011. Lungo il percorso batté Karatsev, un anno più grande di lui, che poi avrebbe raggiunto una semifinale all'Australian Open. Lui non ce l'ha fatta: in dieci anni di carriera ha vinto la miseria di un torneo Challenger (Winnetka 2018), e non è mai andato oltre il numero 211 ATP.

“A volte è molto difficile tenere alta la motivazione - dice il moscovita - sei deluso e pensi di smettere di giocare. Ma io provo a fare del mio meglio, voglio capire fino a che punto posso essere forte. Ho pensato tante volte di dire basta, ma non c'è un momento che ricordi più degli altri. Capita dopo una brutta sconfitta o dopo una serie di risultati negativi. Mi domando perché vado avanti, se non guadagno soldi e a casa ho una famiglia che mi aspetta. Per fortuna ho il loro sostegno, a partire da mia moglie”. Già, perché Karlovskiy è sposato con Anastasia e la coppia ha già due figli (Nikita e Konstantin). Non lo hanno accompagnato a Bergamo, laddove ha centrato il tabellone principale. Dopo aver dominato alla distanza Francesco Maestrelli, ha estromesso un giocatore di qualità come Copil, uno che in queste condizioni è arrivato a giocarsi la finale di Basilea contro Federer.

MOSCA-CROAZIA E RITORNO
“Partita difficile, lui è stato un grande giocatore. Anzi, lo è ancora - dice dopo la vittoria per 36 63 64 - nel primo set ho faticato, mi ha tolto il servizio nel mio primo turno di battuta e lo ha conservato. Ho avuto le mie chance, ma non le ho sfruttate. Sono rimasto paziente, ho aggiustato i miei turni di servizio e ho aspettato la chance in risposta”. Ne ha trovate un paio, le ha capitalizzate e per lui ci sarà un primo turno affascinante contro Borna Gojo, croato ben noto agli italiani per aver colto un punto cruciale contro Lorenzo Sonego nelle Davis Cup Finals dell'anno scorso, e reduce dal successo a Ortisei. “Non posso dire di essere soddisfatto della mia stagione - dice Karlovskiy - non ho giocato bene per troppo tempo, poi sono stato infortunato per un periodo, ho avuto un problema al polso destro. Non sono per nulla soddisfatto, adesso però le cose vanno meglio”.

Numero 302 ATP, ha un gran bisogno di punti perché tra qualche settimana gli scadranno i punti conquistati lo scorso anno a Manama, in Bahrein. “Ma quest'anno resterò in Europa: chiuderò la stagione giocando a Bratislava, Helsinki e Andria”. Accompagnato dall'ex giocatore Victor Baluda (ex n.290 ATP, appena due anni più grande di lui), da ragazzo ha fatto la scelta di quasi tutti i top-player russi: lasciare il Paese per inseguire il suo sogno. “A 17 anni sono spostato in Croazia e ci sono rimasto per molti anni, la persona più importante è stata Lovro Zovko - racconta - ma di recente sono tornato a Mosca ad allenarmi, perché è lì che c'è la mia famiglia. I top-100 russi non sono quasi mai a Mosca, però ci sono tanti giocatori con cui allenarsi, sia dei buoni junior che giocatori di classifica più bassa. Non mi posso lamentare”. Chissà che Bergamo non possa rappresentare una svolta per chi la cerca costantemente da anni. E pensare che non gli manca nulla: è completo, ha un buon fisico e sa fare più o meno tutto. Ma nel tennis attuale, si sa, tutto questo non basta.

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