Chiudi
"Non credo - spiega Berrettini - che sia sbagliato accostarmi ai grandi del passato del nostro Paese, e questo mi rende molto orgoglioso. Il mio livello è questo e so che anche contro Nadal ho la chance di andare avanti. Ma la mia filosofia è fare sempre qualcosa in più, senza guardare troppo lontano"
25 gennaio 2022
"Non vi sento, non vi sento, non vi sentoooo". Il nuovo tormentone è già partito. Matteo Berrettini ha urlato tutta la sua emozione e la sua gioia in quelle parole rivolte al pubblico, per gran parte schierato con il suo avversario, il francese Gael Monfils. Una situazione che il 25enne romano ha saputo gestire al meglio, chiudendo un'altra partita in grado di fare la storia. Sua, e del tennis italiano.
MATTEO BERRETTINI
“All'inizio del quinto set, mi sono detto di colpire più forte che potevo e di lottare duramente su ogni punto. Non volevo uscire dal campo con qualche rimpianto, e ho trovato delle energie che non pensavo di avere. È stato importante ottenere subito il break, questo mi ha dato fiducia. Quando mi sono trovato due set pari, pensavo che in fondo ero stato avanti di due set e ciò significava che avevo giocato meglio di lui. Inoltre so che giocare da 0-2 sotto in fondo è più semplice, senti meno pressione perché ormai sei vicino alla sconfitta. Per me l'importante era rimanere concentrato”.
“Sono super orgoglioso, non credo sia sbagliato dire che sto scrivendo la storia del tennis italiano. Siamo un grande Paese, nel tennis in passato abbiamo fatto grandi cose ed essere accostato oggi a certi campioni mi rende felice e onorato. Normalmente ci penso solo alla fine del torneo, ma sto sentendo davvero tanto affetto che mi arriva dall'Italia in questi giorni, dalla mia famiglia, dagli amici e da tutti quelli che mi conoscono”.
Australian Open, day 9 - Le immagini più belle
“Nadal? Sono consapevole che questo è il mio livello, giocherò la mia terza semifinale Slam e so di poterlo battere. Sarà una grande opportunità ritrovarlo a questo punto di uno Slam dopo due anni e mezzo dalla partita di New York”.
“Prima di raggiungere la semifinale agli Us Open non avevo mai pensato di poter fare una carriera di questo genere. Non pensavo di poter un giorno ambire a vincere uno Slam. Ancora oggi mi dico semplicemente che devo fare meglio. La mia filosofia è sempre stata quella di fare un gradino alla volta, sarà sempre così”.
“C'è tanto pubblico e questo mi piace. Tanti sono veri appassionati di tennis, altri meno, ma non puoi controllare tutti. Però il rispetto per i giocatori è qualcosa che bisognerebbe sempre avere in ogni caso. Quando gioco a Roma faccio segno al pubblico di non fare rumore tra la prima e la seconda palla, perché questo disturba parecchio chi è in campo. Queste cose in generale mi danno fastidio, al di là del tifo pro o contro”.
“Sinner contro Tsitsipas? Sono amico di entrambi, sia di Jannik sia di Stefanos. Certo che guarderò il match, auguro a entrambi buona fortuna”.
Distrutto dal risultato, dalla fatica e dall'ennesima dimostrazione di non essere all'altezza di vincere uno Slam, Gael Monfils.
GAEL MONFILS
“Cosa è accaduto all'inizio del quinto? È quello che mi sto chiedendo anche io. Suppongo di non essere stato abbastanza preparato nel gestire quel momento decisivo. Mi restano pochi anni di carriera e spero prima o poi di far andare una partita come questa nella mia direzione. Sono 20 anni che non faccio la cosa giusta in questi momenti, ma non perdo la speranza. Me ne basterebbe uno, uno solo...”.
“So che sono un buon giocatore, non sono meglio di lui ma sono un ottimo giocatore e posso metterlo in difficoltà. È quello che ho fatto. Poi la gente si dimentica a volte dell'avversario: lui ha 10 anni meno di me e in qualche modo ha più esperienza di match importanti, visto che ha già giocato una finale a Wimbledon. Matteo serve bene, ha un gran diritto, è solido e gioca bene i punti importanti”.
“Cosa intendo per 'fare il click'? Giocare bene nei momenti che contano. È questione di secondi, di un secondo. E boom, la partita è persa. I migliori sono migliori per questo: perché nel giro di un attimo sanno prendere la decisione corretta. Non è una cosa che puoi davvero imparare, è una questione di esperienza, ma l'esperienza te la costruisci se ogni tanto riesci a prenderti i punti che servono quando serve. Io, come detto, non ci sono mai riuscito”.
Non ci sono commenti