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Berrettini: "La chiave? La pazienza. Mai pensato ai record"

Matteo individua la parola d'ordine pensata col suo team, per spiegare i tre set a zero rifilati a Carreno Busta. "Con Monfils - aggiunge - ho dei bei ricordi negli Slam, speriamo di continuare la serie". Del record, invece, non sapeva nulla: "Mi rende orgoglioso, mai avrei pensato di poter arrivare a questi livelli"

23 gennaio 2022

È il primo italiano della storia a centrare almeno i quarti di finale in tutti e quattro i tornei dello Slam. Ma non solo. Con la vittoria ottenuta contro Pablo Carreno Busta, Matteo Berrettini conquista anche la sesta posizione nel prossimo ranking mondiale. È un momento d'oro, per Matteo, ben riassunto dalle sue parole.

“Ho giocato un match solido, attento. Ho servito bene, mentre lui non riusciva a intuire la direzione della mia battuta. Cosa, questa, che mi dava maggiore libertà di azione e maggiore tranquillità nello scambio, così come quando mi trovavo alla risposta. Anche se poi in realtà ho avuto tante chance che non ho sfruttato”.

“Primo italiano a raggiungere i quarti in tutti gli Slam? Non lo sapevo, me lo hanno comunicato dopo la partita e ovviamente questo dato mi fa piacere, mi riempie di orgoglio. Significa che sto combinando qualcosa di buono. Mi ha fatto sorridere pensare a quando giocavo il torneo Juniores, e il mio obiettivo era entrare un giorno nelle qualificazioni degli Slam... Onestamente non avrei mai creduto di poter realizzare tutto questo. Ho sempre visto i grandi del passato con grande rispetto, e non avrei mai immaginato di poter togliere un record a qualcuno”.

Sapevo di dover avere pazienza, era questa la parola chiave che avevamo trovato col mio team. Contro uno che gioca come Carreno Busta, per vincere bisogna avere pazienza. Ho avuto delle chance e sono volate via, un po' per merito suo e in parte per miei errori. Ma in quei casi bisogna essere capaci di resettare e concentrarsi sul prossimo punto”. 

Gael Monfils al prossimo turno? Senza dubbio lui è un giocatore di straordinaria esperienza, ha giocato molti match di questo livello negli Slam. Ma a queste situazioni in fondo mi ci sto abituando anche io. È vero che ha 10 anni più di me, ma fisicamente si dimostra più giovane: è in perfetta forma e corre tanto".

"Sarà un avversario complicato da affrontare. Ho dei bei ricordi di quando l'ho affrontato nei quarti di finale di uno Slam (era agli Us Open 2019, Matteo vinse in cinque set, ndr), speriamo di riuscire a ripetere quella bella prestazione”.

“Lo scorso anno avrei voluto provare a scendere in campo contro Tsitsipas negli ottavi, pur non essendo al meglio. Ma il mio team mi convinse che non sarebbe stata una decisione saggia. Penso che tutto nella vita accada per un motivo, e in quel momento il primo pensiero fu di prepararmi per tornare al più presto e prendermi quello che la sfortuna mi aveva tolto”.

Stuzzicato sulla serie Netflix che racconta il mondo del tennis, Matteo reagisce con un sorriso: “Non posso lamentarmi che ci siano telecamere ovunque... Si tratta di un bel progetto, che non era mai stato pensato prima nel mondo del tennis. Mi piace, e in più chi ci lavora è rispettoso del nostro lavoro, pur dovendo raccontare il 'dietro le quinte'. Per me e Ajla, che siamo una coppia nella vita e ci ritroviamo pure nel Tour, è un po' diverso rispetto a chi riesce a mantenere una maggiore privacy, ma in definitiva sono più i vantaggi del progetto, che non le difficoltà che porta con sè”.

“Sono cresciuto sulla terra battuta, e quando ero piccolo era quella la mia superfici preferita. Poi verso i 18-19 anni il mio coach mi ha convinto che avrei dovuto giocare di più sul cemento, per le mie caratteristiche. L'erba, invece, l'ho proprio odiata all'inizio... Poi però ho raggiunto la finale di Wimbledon”.

Il micidiale diritto di Matteo Berrettini (foto Getty Images)

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