Agli Australian Open, di nuovo con il pubblico sugli spalti, il n.1 del mondo rispetta il pronostico e supera in tre set il qualificato russo, primo giocatore nell’Era Open a raggiungere il penultimo atto all’esordio in uno Slam
di Gianluca Strocchi | 18 febbraio 2021
E’ Novak Djokovic il primo finalista degli Australian Open. A Melbourne Park, finalmente con le porte riaperte al pubblico, con metà capienza (7.477 spettatori ammessi sulla Rod Laver Arena), il numero uno del mondo e otto volte vincitore di questo torneo – comprese le ultime due edizioni – ha staccato il pass per la sua nona finale Down Under in 17 partecipazioni (la 28esima complessiva nei Major sui 63 disputati) facendo suo in tre set l’inedito testa a testa con la rivelazione Aslan Karatsev, il russo che promosso dalle qualificazioni ha saputo spingersi fino al penultimo atto, il primo giocatore nell'Era Open a riuscirci all’esordio Slam.
Venerdì sarà poi la volta del confronto nella parte bassa del draw fra Daniil Medvedev - per la terza volta nell'Era Open la Russia ha due suoi tennisti in semifinale in uno Slam: era già accaduto agli US Open 2001 (Kafelnikov e Safin) e US Open 2006 (Davydenko e Youzhny) - e Stefanos Tsitsipas: il 25enne di Mosca e il 22enne di Atene inseguono entrambi la prima finale Down Under.
(in aggiornamento)
(1) Novak Djokovic b. (q) Aslan Karatsev
La vittoria numero 302 negli Slam in carriera (secondo giocatore all-time a varcare quota trecento dopo Roger Federer) porta Novak Djokovic a un passo dalla storica nona conquista del trofeo australiano (diventerebbe il secondo giocatore a vincere uno stesso Major così tante volte dopo Rafa Nadal che ha trionfato in tredici occasioni al Roland Garros).
Ha rispettato il pronostico il serbo nel primo incrocio con la sorpresa Aslan Karatsev, numero 114 ATP a inizio torneo, alla sua prima partecipazione al tabellone principale di uno Slam dopo aver superato le qualificazioni disputate in via eccezionale quest’anno a Doha. Dopo aver fatto parte del team russo che ha conquistato l’ATP Cup venendo schierato in doppio, grazie alle affermazioni su Gianluca Mager, Egor Gerasimov, un top ten come Diego Schwartzman e due top 20 quali Felix Auger-Aliassime e Grigor Dimitrov è diventato il quinto qualificato a raggiungere il penultimo atto di uno Slam nell’Era Open, appena il secondo Down Under. La sua favola si è però interrotta al cospetto del numero uno del mondo, il quale ora vede vicino il traguardo, dopo aver stretto i denti e sopportato il dolore per l’infortunio agli addominali lasciando per strada cinque set nel cammino verso le semifinali come mai gli era capitato prima negli Slam.
E l'uscita di scena nei quarti di finale di Rafa Nadal dà inoltre al serbo la certezza che l'8 marzo comincerà la sua 311esima settimana da numero 1 del mondo, superando il record attualmente detenuto da Roger Federer.
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— ATP Tour (@atptour) February 17, 2021
Il 27enne nato a Vladikavkaz, sul Caucaso, e a 3 anni trasferitosi con la famiglia in Israele, a Tel Aviv, per poi successivamente spostarsi nel suo percorso tennistico in vari Paesi (Germania, Spagna e Bielorussia, a Minsk, dove da tre anni si allena con l’attuale coach Yahor Yatsy), ha approcciato la sfida senza timori reverenziali, giocando un po’ a specchio con Djokovic, con accelerazioni su cui il numero uno del mondo ha spesso dovuto difendersi.
Però nessuno come il serbo è capace di contrattaccare e rimandare palle vicino alla riga di fondo, quasi come un muro di gomma. Così Karatsev - prima dell’appuntamento australiano aveva vinto appena 3 match nel circuito maggiore in carriera – dopo aver recuperato da 0-30 nel sesto game con una serie di vincenti da applausi, chiudendo con uno schiaffo al volo di rovescio, ha perso la battuta nel turno successivo e Nole con una serie di 10 punti consecutivi e due ace di fila (6 nel set) ha messo in cassaforte il primo parziale dopo 35 minuti.
Nella seconda frazione con il suo secondo doppio fallo il russo ha consegnato il break a zero al terzo gioco (1-2), vantaggio che ha dato ulteriore tranquillità a un Djokovic apparso anche più sciolto dal punto di vista fisico e meno in tensione per il problema addominale al fianco destro accusato al terzo turno contro Taylor Fritz, che inizialmente aveva fatto temere per il proseguo del suo torneo.
Un secondo “strappo” a zero ha spinto il 33enne di Belgrado sul 5-1, con un’altra serie di dieci punti di fila, però un passaggio a vuoto nell’ottavo game (doppio fallo e un paio di gratuiti) ha consentito all’avversario di recuperare uno dei due break e accorciare fino al 4-5. Palpitante il decimo gioco, nel quale con coraggio e qualità Karatsev ha annullato due set-point (il secondo dopo il punto più bello della partita: 32 colpi) e si è procurato due chance di contro-break, cancellate da campione da Nole (servizio vincente e ace esterni) che è riuscito a incamerare la seconda partita lanciando un urlo liberatorio.
Djokovic ha allungato subito 2-0 nel terzo, ma un paio di accelerazioni devastanti di diritto hanno consentito al russo di piazzare il contro-break (2-2). Gesto di rabbia del numero uno, che però ha ritrovato immediatamente concentrazione e giusta intensità per togliere di nuovo il servizio al rivale ed è salito 4-2 con un ace di seconda (il 15esimo della sua partita), ulteriore conferma di quanto sia migliorato in questo fondamentale grazie ai consigli di Goran Ivanisevic. Il secondo break equivale a scrivere i titoli di coda e Nole ha chiuso in bellezza, con due ace di fila (ben 17 totali per lui contro i 6 del russo e il 68% di prime palle in campo), alzando le braccia al cielo, tra gli applausi del pubblico.
Anche i numeri certificano la bontà della sua prestazione: 30 vincenti a fronte dei 24 dell’avversario e appena 14 errori gratuiti contro i 30 di Karatsev. Il quale può comunque consolarsi, oltre che con il cospicuo assegno da 650mila dollari (più di quanto aveva guadagnato in tutta la carriera), con il balzo significativo in classifica, fino a giungere a ridosso dei primi quaranta del mondo (è virtualmente numero 42 ATP). Una bella rivincita personale dopo il grave infortunio al ginocchio patito nel 2017, che lo aveva costretto ai sei mesi di stop, facendolo precipitare al numero 764 del ranking.
"Non mi sono sentito così bene per tutto il torneo, in campo stavo benissimo, senza nessun dolore, questa è la mia partita migliore finora. Arriva al momento giusto, quindi felice di sentirmi così", ha commentato il serbo intervistato in campo da Jim Courier, rivolgendo anche tanti complimenti all’avversario di giornata per la sua splendida cavalcata.
Poi il pensiero va alla prossima sfida: "Non ho assolutamente preferenze. Parlando di alto livello, Medvedev è probabilmente quello che ha giocato al massimo negli ultimi tre-quattro mesi. Tra Daniil e Tsitsipas è sempre una partita ad altissima intensità. Andrò a comprare dei popcorn e mi godrò da spettatore la loro semifinale".

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