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Alcaraz pronto per Sinner: “Dovrò alzare ancora il livello”

A due settimane del duello di Indian Wells, il numero uno del mondo e l’azzurro si sfideranno di nuovo in semifinale. Sinner cerca la rivincita, Carlos la conferma. “Sto giocando molto bene – dice lo spagnolo – ma per vincere contro di lui dovrò fare ancora meglio. L’obiettivo è crescere ogni partita”

31 marzo 2023

“Sinner? È davvero un bravo ragazzo, fuori dal campo abbiamo un’ottima relazione. Ci facciamo i complimenti a vicenda, parliamo, ci è capitato di allenarci insieme”. Sportivamente parlando, farsi amare dagli avversari non è sempre un bene, ma Jannik Sinner non riesce proprio a stare antipatico ai colleghi. L’ha ribadito Carlos Alcaraz, che lo sfiderà nella notte italiana fra venerdì e sabato nelle semifinali del Masters 1000 di Miami, in una rivincita del duello vinto due settimane prima dallo spagnolo a Indian Wells.

Eppure,  nonostante la memoria positiva e il suo grande stato di forma, il numero uno del mondo sa che sarà battaglia vera. Di nuovo. Il mio obiettivo – ha spiegato – è di alzare il livello in ogni partita. Contro Fritz (battuto facilmente nei quarti di finale, ndr) ho espresso un livello molto alto, ma so che contro Sinner dovrò giocare almeno allo stesso ritmo se non ancora meglio. Tuttavia, non penso mai che il mio livello sia sufficiente per vincere un torneo. Provo sempre a migliorarmi giorno dopo giorno: ogni incontro è diverso e in ogni sfida tutto più succedere. Sono concentrato per crescere partita dopo partita”.

Una delle ragioni degli ottimi risultati di Sinner in questa prima parte di 2023 è la sua crescita al servizio, ma la cattiva notizia è che Alcaraz sta rispondendo alla grande. O almeno l’ha fatto contro Fritz ed è stata quella una delle ragioni del suo successo. “Sono riuscito – ha spiegato – a cogliere tutte le opportunità che mi si sono presentate. Da fondo campo mi sono sentito davvero bene, giocando un tennis aggressivo ma riuscendo anche a mantenere grande solidità. È stata una partita perfetta. Sono riuscito a concentrarmi solo su me stesso, senza permettere al mio avversario di giocare il proprio tennis”.

In più, anche lo stesso Alcaraz sembra crescere costantemente proprio al servizio. “Fin da quando ho iniziato a lavorare con Juan Carlos – ha continuato – era evidente a tutti che dovessi migliorare il servizio. Tuttavia, mi portavo appresso da molto tempo un problema agli addominali, che non mi permetteva di allenare il servizio quanto avrei dovuto. Non appena ho iniziato a sentirmi meglio, invece, ho potuto dedicargli più tempo e attenzione. Sapevamo che sarebbe stato fondamentale per emergere nel tennis di oggi, quindi ci abbiamo lavorato molto e oggi penso di avere un buon servizio”.

L’altra semifinale maschile del Miami Open sarà invece un derby russo fra Daniil Medvedev e Karen Khachanov, grandi amici e grandi protagonisti di questo avvio di stagione. Entrambi erano favoritissimi nei quarti di finale e non hanno fatto scherzi, battendo rispettivamente Eubanks e Cerundolo. “È stata una sfida difficile – ha detto Medvedev – nella quale ho avuto l’impressione che sia io sia il mio avversario abbiamo applicato il nostro piano. Lui cercava di accorciare gli scambi, io di allungarli. Game dopo game ho giocato sempre meglio, anche se nel secondo set avrei potuto chiudere più facilmente”.

Il livello di Eubanks non mi ha sorpreso: ogni giocatore nei primi 200 del mondo sa giocare ad alti livelli e nella settimana giusta può battere chiunque. La differenza la fa la continuità, ma se un giocatore non è nei primi 100 non significa che non sia pericoloso. In più, non è facile affrontare un avversario così per la prima volta: chi ti vede in tv può essere agevolato, mentre tu difficilmente puoi conoscere i suoi punti di forza”.

Medvedev sta vivendo un grande periodo di forma: ha vinto 22 delle ultime 23 partite giocate, conquistando tre titoli ATP, la finale a Indian Wells e ora la semifinale a Miami. “È frutto – spiega – del lavoro dello scorso anno. Anche quando i risultati non mi davano ragione ho continuato sempre a lavorare duro in allenamento. Mi sono impegnato tanto dal punto di vista fisico, ed è per questo che sto riuscendo a giocare tanti tornei senza fermarmi. Le vittorie a Rotterdam, Doha e Dubai mi hanno dato tanta fiducia, e sono riuscito a portare avanti il momento positivo anche in America. Spero di continuare così”.

Come detto, a contendergli un posto in finale Medvedev troverà il connazionale Khachanov. “Non ricordo nemmeno la prima volta che ci siamo conosciuti – spiega – perché eravamo entrambi molto piccoli. Da ragazzi né io né lui eravamo i migliori della nostra categoria, ma io ero un tantino più avanti di lui. Poi è cresciuto tantissimo. A livello ATP, invece, siamo emersi quasi insieme ed entrambi abbiamo già ottenuto molto”.

“Lui – ha aggiunto il numero uno russo – sta giocando bene: in Australia ha disputato la sua seconda semifinale Slam consecutiva e qui ha ritrovato un gran livello. Quest’anno l’ho battuto ad Adelaide e se vorrò vincere di nuovo dovrò giocare ancora alla grande. Affrontare i miei connazionali non è mai facile: devo cercare di concentrarmi ancora di più, perché conoscono bene il mio gioco. Loro sanno cosa fare con me, io con loro. Vince chi riesce ad applicare meglio il proprio piano. Tuttavia, non mi importa molto il nome di chi c’è dall’altra parte della rete. Quello che mi importa è soltanto la vittoria”.

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