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Alcaraz, da Parigi a Parigi: un anno cambia tutto

Carlos Alcaraz chiude il programma sul Philippe Chatrier contro Juan Ignacio Londero. Un anno fa, al Roland Garros raggiungeva per la prima volta il terzo turno di uno Slam. Ora si presenta come uno dei favoriti per il titolo. Ma è nella metà di tabellone di Djokovic e Nadal

di | 21 maggio 2022

In un anno, Carlos Alcaraz è passato da promessa della Next Gen a Top 10 indicato come uno dei principali favoriti al Roland Garros. Lo spagnolo chiuderà domani il programma della prima giornata sul Philippe Chatrier, il Centrale dell'impianto che ospita il secondo Slam della stagione, contro il lucky loser argentino Juan Ignacio Londero, numero 141 ATP con un best ranking di n.50 nel novembre del 2019, il suo anno migliore.

Iniziò la stagione infatti conquistando il titolo a Cordoba: prima di quella settimana, non aveva mai vinto nemmeno una partita nel circuito ATP. Pochi mesi dopo, al suo primo Slam in carriera, arrivò ai quarti al Roland Garros. L'incontro con Rafa Nadal mise fine alla favola. Appassionato di kart e motocross, non ha mai più raggiunto le vette di quella stagione.

Alcaraz è inserito nella stessa metà di tabellone di Novak Djokovic, con cui si è allenato venerdì, e Rafa Nadal. A Madrid li ha battuti entrambi, come nessuno era riuscito a fare in uno stesso torneo sulla terra battuta.

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Alla Caja Magica, un gruppo di tifosi ha coniato per lui il soprannome di Nadalcaraz. Ma non è certo la prima volta che il diciannovenne di Murcia viene accostato al campione più vincente di sempre negli Slam, l'unico con 21 major in bacheca.

"Se dovesse vincere 25 Slam, sarebbe straordinario e sarei felice per lui, ma lasciamogli fare la sua carriera senza paragoni con me" diceva Nadal durante gli Internazionali BNL d'Italia a Roma.

"Molti mi vedranno come uno dei favoriti al Roland Garros, ma vedo le cose diversamente - ha detto Alcaraz dopo il trionfo a Madrid -. In ogni caso, tutto questo non mi fa sentire più teso, al massimo più motivato".

Nonostante i recenti successi, continua ad abitare in un appartamento all'interno dell'Accademia Equelite di Villena, non lontano da Murcia. Solo da poco ha lasciato il piccolo locale da 25 metri quadri in cui ha passato tre anni, compreso il lockdown dovuto alla pandemia di COVID-19, per spostarsi in uno da novanta già abitato in passato dal suo attuale coach Juan Carlos Ferrero.

"A Juan Carlos piace il carattere di Alcaraz, che è sempre molto educato e riconoscente: un tratto comune ai grandi campioni" ha detto Antonio Martinez Cascales, fondatore dell'accademia e coach di "Mosquito" che ha guidato fino al trionfo al Roland Garros nel 2003 e al numero 1 del ranking ATP. L'idea dell'accademia gli è venuta bel 1992, quando Ferrero aveva dodici anni. Ha deciso di seguirla, e soddisfare così ambizioni antiche da architetto. Oggi la struttura dispone di 20 campi (8 in cemento, dieci in terra battuta, uno in erba, uno indoor).  

Già proprietario in passato dell'ATP 500 di Valencia, città che ospiterà il girone della Spagna di Coppa Davis del prossimo settembre, Martinez Cascales ha creato quello che è diventato un punto di riferimento. E non solo per Alcaraz e il suo grande amico Pablo Carreno Busta, che ha battuto in finale a Barcellona e che da tempo si allena all'Equelite di Villena.

Qui, ricorda L'Equipe in un lungo articolo dedicato alla storia del centro, Maria Sharapova ha preparato il trionfo al Roland Garros del 2012. Qui si sono allenati a lungo David Ferrer, Marat Safin e la sorella Dinara, entrambi arrivati al numero 1 del mondo nelle rispettive classifiche (unica coppia fratello-sorella ad essere riuscita in quest'impresa nell'era Open). 

"Stare lontani dalle grandi città riduce le distrazioni. Qui è tutto tranquillo, ci si può allenare bene" ha detto Ferrero. Forse il segreto dei grandi risultati sta anche in questa semplicità di approccio che non fa perdere la testa.

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