

Dopo la semifinale thrilling contro De Minaur, Alcaraz ha sconfitto in poco più di un'ora Carreno Busta, suo regolare compagno di allenamento e di doppio. Ha conquistato il terzo titolo stagionale. Da lunedì sarà numero 9 del mondo
di Alessandro Mastroluca | 24 aprile 2022
Carlos Alcaraz ha mille vite e risorse inattese. Capace di ribaltare una semifinale quasi persa contro il miglior De Minaur visto all'opera su terra battuta, poche ore dopo è tornato in campo contro Pablo Carreno Busta, suo regolare compagno di allenamento. Il derby valeva il titolo nell'ATP 500 di Barcellona. E non c'è stata storia: 6-4 6-2 per il diciottenne che ha costretto il più esperto rivale a una resa netta, sintetizzata dai quattro errori nell'ultimo game del match.
¡La pista Rafa Nadal a sus pies! ????
— Barcelona Open Banc Sabadell (@bcnopenbs) April 24, 2022
El primer trofeo en este #BCNOpenBS para el murciano con solo 18 años ?? pic.twitter.com/HysuAT9aE5
"E' stata una grande finale - ha detto Alcaraz a caldo alla tv spagnola Teledeporte -. Dopo la battaglia di stamattina in semifinale, sapevo che avrei dovuto scendere in campo per la finale con le idee chiare. Dovevo giocare aggressivo, tenere gli scambi corti., Fin da piccolo mi hanno insegnato che le finali non si giocano, si vincono. Questa è stata senza dubbio la mia miglior partita del torneo".
Numero 19 del mondo, con un best ranking di numero 10, Carreno ha raggiunto l'undicesima finale ATP in carriera, la prima a Bercellona dove aveva perso le prime due semifinali giocate.
"Sono molto contento perché questo è un torneo davvero speciale per me. Essere in finale è incredibile - ha detto a Teledeporte dopo la vittoria in semifinale su Diego Schwartzman -. Non è un torneo dello Slam, non è una medaglia olimpica, ma la finale del torneo di Barcellona per me è un grande onore".
Ma sul campo intitolato a Rafa Nadal, ha visto naufragare in fretta il sogno del settimo titolo. Non ne vince uno dal suo unico successo in un ATP 500, ad Amburgo nel 2021.
Alcaraz ha completato così il terzo trionfo del 2022, il modo migliore per celebrare il debutto in Top 10. L'ingresso fra i primi 10 del mondo sarà certificato lunedì 25 aprile, esattamente a 17 anni dopo Rafa Nadal, ininterrottamente in Top 10 dal 25 aprile del 2005.
A suon di vincenti e palle corte, il suo mix letale, Alcaraz ha dominato la dodicesima finale tutta spagnola nella storia del torneo. La prima nello storico torneo di scena dal 1953 nel club più antico di Spagna, l'hanno giocata nel 1969 Manuel Orantes e Manolo Santana. E' stata una finale "lunghissima", si sarebbe dovuta giocare il 19 maggio ma la pioggia ha fatto rinviare tutto. L'avrebbero giocata 53 giorni dopo, a settembre: ha vinto Orantes in tre set.
Ventidue anni dopo, Emilio Sanchez ha sconfitto Sergi Bruguera, nel 1997 Albert Costa ha superato Albert Portas poi nel 2001 l'attuale coach di Alcaraz, Juan Carlos Ferrero, si è imposto in rimonta su Carlos Moya in una delle finali migliori nella storia del torneo.
Da quel momento, tutti i derby per il titolo a Barcellona hanno avuto per protagonista e vincitore Rafa Nadal che ha trionfato per la prima volta qui battendo in finale Ferrero, poi ha superato Tommy Robredo, quattro volte David Ferrer, oggi direttore del torneo, e nel 2013 Nicolás Almagro.
Andhe il suo coach Juan Carlos Ferrero, figura chiave nel suo successo, ha elogiato Alcaraz, ancora imbatutto negli ATP 500 nel 2022, per come ha condotto la finale e tutto il torneo nel suo complesso. "La qualità principale di Carlos è che continua a competere anche nelle fasi in cui gioca male - ha detto -. Non capita tutti i giorni di giocare due partite in 24 ore. Stamattina ha vinto un match teso, nervoso. In finale non è stato facile affrontare Pablo, ma ha superato tutto, ha trovato energie e forza anche dove non ne aveva. Gli ho detto di dare il tutto per tutto in finale, di metterci tanto impegno e tanto entusiasmo, che la stanchezza è solo un fatto mentale. Credo proprio che l'abbia fatto".
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