

Carlos Alcaraz supera al primo turno dello US Open Sebastian Baez nel primo match sull'Arthur Ashe. Non si erano più incontrati dalla semifinale delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals. Da valutare l'infortunio dell'argentino, prossimo avversario dell'Italia nel girone di Coppa Davis a Bologna
di Alessandro Mastroluca | 30 agosto 2022
Meno di un anno fa, Carlos Alcaraz e Sebastian Baez si affrontavano per un posto in finale alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals di Milano. Nove mesi dopo lo spagnolo è diventato il più giovane Top 5 nel ranking ATP dai tempi di Rafa Nadal nel 2005 e il ventunenne argentino, fuori dalla Top 300 a inizio 2021, ha toccato lo scorso mese il best ranking di numero 31.
Il loro secondo confronto diretto, che ha aperto il programma della seconda giornata dello US Open sull'Arthur Ashe Stadium, il centrale di Flushing Meadows, per due set non ha tradito affatto le attese. Poi Baez, con le mani sulle ginocchia e a lungo impossibilitato a muoversi, è stato costretto a ritirarsi quando era sotto 75 75 20. Secondo l'ATP, che lo scrive nella versione spagnola del sito, ha avuto un problema al gemello destro.
Alcaraz ha omaggiato il rivale, chiedendo l'applauso per lui al momento della stretta di mano anticipata. In effetti Baez è riuscito a metterlo in difficoltà, l'ha costretto già dal match d'esordio a tirar fuori il meglio del suo tennis e questo ha contribuito a rendere il confronto intenso e spettacolare.
Lo spagnolo ha chiuso con 32 vincenti e 47 errori, è sceso a rete ben 48 volte con il 69% di resa. Ha cercato più visibilmente di accorciare gli scambi nella fase più delicata della partita, dopo aver perso un break di vantaggio costruito all'inizio del secondo set.
Baez, capace di portare al quinto il tedesco Alexander Zverev al Roland Garros, fa valere la velocità di spostamenti e contrattacca con i piedi vicini alla riga di fondo. E' abbastanza versatile da colpire di diritto e rovescio con la stessa efficacia.
Ma Alcaraz, che qui un anno fa sorprese Stefanos Tsitsipas arrivando fino ai quarti di finale, è più freddo quando la palla scotta. Vedere per credere il diritto vincente con cui ha trasformato il secondo set point per chiudere il secondo parziale.
"Nel secondo set è stato davvero difficile per me rimanere al suo livello, fisicamente e mentalmente - ha detto Alcaraz -. Ma l'energia che ho ricevuto dai tifosi è stata incredibile. Peccato per il finale, nessuno dei due giocatori avrebbe meritato di chiudere il match così".
Potenzialmente in corsa per diventare il più giovane numero 1 ATP dal 1973, ovvero da quando esiste la classifica computerizzata, anche se deve arrivare almeno in finale, Alcaraz affronterà Federico Coria. L'argentino, numero 78, ha battuto l'olandese Tallon Griekspoor, numero 46, 75 64 63.
Coria, fratello di quel Guillermo che fu finalista al Roland Garros e agli Internazionali d'Italia, ed è oggi capitano della nazionale argentina di Coppa Davis, ha vinto l'unico precedente. Ha sconfitto Alcaraz, allora sedicenne, all'ATP 500 di Rio nel 2020. Proprio il torneo dove quest'anno lo spagnolo è diventato il più campione di sempre in questa categoria di eventi, togliendo il primato a Jannik Sinner.
Con la quindicesima vittoria in 19 partite stagionali sul cemento, Alcaraz ha confermato tutte le sue qualità su questa superficie. Prima dello US Open, spiegava il coach, match analyst e consulente per la Federazione Italiana Tennis Craig O'Shannessy sul sito dell'ATP, Alcaraz aveva vinto il 54,12% dei punti giocati sul cemento. Nessuno ha fatto meglio di lui nel circuito ATP.
I suoi risultati parlano da soli: semifinale a Indian Wells, primo titolo Masters 1000 in carriera a Miami dove ha battuto tre Top 10(il numero 5 Stefanos Tsitsipas, il numero 8 Casper Ruud, il numero 10 Hubert Hurkacz), secondo turno a Montreal, quarti a Cincinnati nei due 1000 prima dello US Open.
Mettendo insieme le prestazioni a Indian Wells e Miami, in quei due tornei Alcaraz aveva messo a segno 265 vincenti, più del doppio di quelli di tutti i suoi avversari messi insieme. E nonostante questo, aveva complessivamente commesso meno gratuiti, 218 contro 234.
Baez invece, una volta smaltita la rabbia per una partita giocata al meglio ma senza esito, cercherà di capire se l'infortunio al gemello destro gli permetterà comunque di essere a Bologna fra meno di due settimane per il girone di Coppa Davis, in programma dal 13 al 18 novembre. L'Albiceleste sarà infatti avversaria dell'Italia, della Svezia e della Croazia: le prime due passeranno ai quarti di finale, che apriranno a novembre a Malaga la fase finale.
Nelle altre partite di giornata, da segnalare la maratona di Andrey Rublev. Il russo, numero 11 ATP in campo senza bandiera, ha sconfitto il serbo Laslo Djere, numero 64 del ranking, 76(5) 63 36 46 64 dopo tre ore e 41 minuti di partita. Si erano affrontati solo sulla terra rossa, a Bastad un mese fa: allora Rublev vinse in due set.
Due volte nei quarti allo US Open in carriera, il 24enne moscovita, in corsa per un posto alle Nitto ATP Finals di Torino, incontrerà il coreano Kwon Soonwoo che ha eliminato l'ex Top 10 spagnolo Fernando Verdasco.
Avanza anche Cameron Norrie, in campo come seconda riserva a Torino un anno fa. Il britannico ottiene la 42ma vittoria della stagione, che rende ancora più palese il malessere di Benoit Paire. Il francese ha finito per cedere 60 76(1) 60 dopo essere stato avanti 5-3 nel secondo set.
"E' difficile andare avanti se la testa non c'è - ha detto dopo la partita, come riporta L'Equipe -. Sto pensando di finire qui la stagione, poi vedremo se ritroverò la motivazione per ricominciare la prossima. E' vero, ho preso un impegno con il torneo di Rennes, ma devo davvero dare un taglio a tutto questo".
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