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Un Berrettini regale fa la storia: al Queen’s primo titolo “500” in bacheca

Matteo rispetta il ruolo di primo favorito al “Cinch Championships” superando in 3 set il britannico Norrie ed è il primo italiano a scrivere il suo nome nell’albo d’oro di una delle prove con maggiore tradizione. "Sognavo questo torneo fin da bambino", dice il 25enne romano, al 5° trofeo ATP

di | 20 giugno 2021

Matteo Berrettini Queen's

Matteo Berrettini con lo storico trofeo del Queen's (foto Getty Images)

Matteo Berrettini è il primo tennista italiano a scrivere il suo nome nell’albo d’oro dello storico Queen’s Club. Il 25enne romano, n.9 del ranking e prima testa di serie, reduce dai quarti al Roland Garros, si è aggiudicato il “Cinch Championships”, ATP 500 dotato di un montepremi di 1.290.135 euro che si è concluso sui campi in erba londinesi (lo scorso anno il torneo, nato nel 1884, non si è svolto a causa della pandemia), superando per 64 67(5) 63, in un’ora e 58 minuti, il mancino britannico Cameron Norrie, n.41 del ranking.

Si tratta del quinto titolo in carriera per Matteo, il primo a livello “500”, su sette finali disputate, tre solo in questa stagione (ha vinto quella di Belgrado e ha perso quella del “1000” di Madrid, entrambe sulla terra). Quarta finale in carriera amara, invece, per Norrie, che deve rimandare l’appuntamento con il primo trofeo.

Berrettini, approdato all’ultimo atto senza perdere nemmeno un set, era il secondo finalista italiano in questo torneo 23 anni dopo Laurence Tieleman (1998).

Una volée di Matteo Berrettini (foto Getty Images)

Nel primo incrocio fra i due nel tour è stato l’azzurro, nel quinto gioco, a procurarsi con un’accelerazione di diritto la prima palla-break, convertita grazie a un doppio fallo – il secondo nel game - del 25enne nato a Johannesburg.

Un break confermato da Berrettini (4-2), che poi grazie a un errore di diritto del mancino britannico e a un altro doppio fallo si è trovato 15-30 nel settimo gioco, ma Norrie si è cavato d’impaccio con alcune buone prime di servizio. Matteo comunque nei suoi turni non ha concesso chance a Norrie, nonostante le risposte in contenimento e i tentativi dell’avversario di farlo scambiare il più possibile, e ha conservato il prezioso vantaggio, incamerando la prima frazione (64) dopo 33 minuti di gioco grazie ad una prima ad uscire solo toccata dal rivale

Nel secondo set l’hanno fatta da padrone i servizi (più incisivo anche quello del britannico rispetto al primo parziale) fino al 4-3 Norrie, quando il romano si è trovato sotto 15-30, ma ha saputo con lucidità piazzare tre punti e agganciare il rivale sul 4-4.

E nel nono game il momento di difficoltà è stato per il beniamino del pubblico locale (in tribuna però, in prima fila, anche una bandiera tricolore con scritto “Forza Matteo, daje” e dagli spalti sono arrivati più di una volta incitamenti in italiano), bravo comunque a fronteggiare due chance di break consecutive, le prime del set.

Berrettini non ha sentito pressione e sia sul 4-5 che sul 5-6 (anche se è stato 15-30, ma con due ace ha messo le cose a posto) ha tenuto il turno rendendo necessario il tie-break (quinto anno di fila che capita al Queen’s). Dove un errore di diritto di Matteo, su una risposta aggressiva dell’inglese, è valso il mini-break che ha spinto sul 2 a 0 Norrie, bravo a mantenere il vantaggio (4 a 1 e 6 a 3) e, dopo che l’azzurro ha annullato i primi due set-point, a sfruttare il terzo, spingendo con il diritto sul rovescio del capitolino, la cui palla è finita lunga, così da portare la sfida alla terza partita.

La determinazione di Cameron Norrie (foto Getty Images)

Anche nel set decisivo, sul 3-2 Berrettini, il mancino nato a Johannesburg ha saputo cancellare due palle-break consecutive, mettendo due prime efficaci che gli hanno permesso di comandare lo scambio e chiudere il punto.

Break per l’azzurro che è arrivato però nell’ottavo gioco, quando Norrie è stato avanti 40-0 ma Matteo è stato capace di piazzare cinque punti di fila (l'avversario ha anche commesso un doppio fallo) per il 5-3. E con autorità ha chiuso, procurandosi con il 19esimo il primo match point, subito convertito con un'altra prima di servizio ingiocabile, diventando il primo azzurro a trionfare sui campi della Regina.

Insomma, un debutto indimenticabile per l’azzurro in questo storico club: il primo esordiente ad alzare questo affascinante trofeo, che assomiglia tanto a quella della Champions League, dopo il 17enne Boris Becker nel 1985.

Non voglio offendere gli altri trofei, ma questo è il più bello. Pensare al mio nome e a quello di Boris Becker accostati è incredibile. Ho realizzato un sogno che avevo da bambino, questo torneo lo guardavo da piccolo in tv. E’ stata una settimana incredibile, fantastica per le emozioni che sto vivendo”, il primo commento, sul campo, di Matteo.

Che poi, con la grande sportività che lo contraddistingue, rende onore all’avversario. “Cameron è un grandissimo fighter, sapevo che in campo avrei dovuto lottare un sacco e che sarebbe stata una partita dura. Norrie è stato bravissimo e sono contento di essere riuscito a spuntarla, sono sicuro che anche lui riuscirà presto a conquistare un titolo e che farà una grande carriera”.

Poi il romano riavvolge un attimo il nastro della memoria. “Quando sono arrivato a Londra giovedì della settimana scorsa, direttamente da Parigi, mi sono detto ‘wow’, l’erba, un mondo completamente diversa dalla terra rossa. Però sono riuscito a trovare il giusto feeling, soprattutto divertendomi e riuscendo ad esprimere un buon tennis, grazie anche al mio team – sottolinea Berrettini rivolgendosi ad Umberto Rianna, che lo ha seguito in questa settimana sull’erba della capitale inglese -. Certo, il servizio è stata un’arma importante, anche se non ho ancora controllato le statistiche. E questa prestazione in vista di un appuntamento importante come Wimbledon è una significativa iniezione di fiducia e consapevolezza nei miei mezzi. Come festeggio stasera? Servizio in camera in hotel e acqua gassata…”.

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Il diritto di Matteo Berrettini (foto Getty Images)

Il tennista allenato da Vincenzo Santopadre (ma seguito in questa occasione a Londra da Umberto Rianna) - che sull’erba vantava già il titolo conquistato a Stoccarda nel 2019 - ha dimostrato con i fatti di aver ammortizzato bene il passaggio dalla terra parigina ai prati londinesi: all’esordio si era aggiudicato con due tie-break il derby tricolore con Stefano Travaglia, n.88 ATP. Quindi la rivincita, sempre in due set, sul britannico Andy Murray, n.124 ATP, in gara grazie ad una wild card, già cinque volte vincitore di questo torneo.

Poi nei quarti un altro successo in due set su Daniel Evans, n.25 del ranking e sesto favorito del seeding, in semifinale la vittoria netta sull’australiano Alex De Minaur, n.22 del ranking e quarta testa di serie, e infine l'affermazione in tre set sul british Cameron Norrie.

Ebbene sì, a Wimbledon bisognerà stare molto attenti a... sir Matteo.

RISULTATI
“cinch Championships”
ATP 500
Queen’s Club, Londra, Gran Bretagna
14 - 20 giugno, 2021
€1.290.135 - erba

SINGOLARE

Primo turno

(1) Matteo Berrettini (ITA) b. Stefano Travaglia (ITA) 76(5) 76(4)

(8) Fabio Fognini (ITA) b. Yen-Hsun Lu (TPE) 64 76(3)

(wc) Jack Draper (GBR) b. (3) Jannik Sinner (ITA) 76(6) 76(2)

(q) Viktor Troicki (SRB) b. (7) Lorenzo Sonego (ITA) 64 64

Secondo turno

(1) Matteo Berrettini (ITA) b. (wc) Andy Murray (GBR) 63 63

Marin Cilic (CRO) b. (8) Fabio Fognini (ITA) 63 76(4)

Quarti

(1) Matteo Berrettini (ITA) b. (6) Daniel Evans (GBR) 76(5) 63

Semifinali

(1) Matteo Berrettini (ITA) b. (4) Alex De Minaur (AUS) 64 64

Finale

(1) Matteo Berrettini (ITA) b. Cameron Norrie (GBR) 64 67(5) 63

DOPPIO

Primo turno

Jannik Sinner/Feliciano Lopez (ITA/ESP) b. Daniel Evans/Jonny O’Mara (GBR) 76(8) 62

Alex De Minaur/Cameron Norrie (AUS/GBR) b. Matteo Berrettini/Andrea Vavassori (ITA) 63 64

Secondo turno

(1) Nikola Mektic/Mate Pavic (CRO) b. Jannik Sinner/Feliciano Lopez (ITA/ESP) 76(3) 75

QUALIFICAZIONI

Primo turno

Alejandro Tabilo (CHI) b. Roberto Marcora (ITA) 63 75

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