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Daniil Medvedev ha superato Alexander Zverev nella prima finale del 2020. Salirà al numero 4 del mondo, scavalcando Federer
di Alessandro Mastroluca | 08 novembre 2020
Nella tipica cornice un po' stile James Bond della Accor Arena, Daniil Medvedev posa con il particolare trofeo di Parigi-Bercy con la moglie Daria e il coach Gilles Cervara. L'immagine da campione e gentiluomo, da uomo di famiglia, è l'ultimo fotogramma dell'edizione 2020 del Masters 1000 francese. E certo contrasta con quella raccontata del suo avversario, il tedesco Alexander Zverev. "Costi quel che costi, non smetterò di sorridere" ha detto il tedesco.
Alla Accor Arena di Parigi-Bercy, senza pubblico, il tedesco si è sgonfiato dopo un set. Medvedev ha rimontato e vinto 57 64 61 diventando il quarto russo nell'albo d'oro del torneo dopo Marat Safin, Nikolay Davydenko a Karen Khachanov.
Alla prima finale del 2020, Medvedev ha difeso bene i suoi servizi fino all'ultimo game del primo set. Ha ceduto break e parziale senza mettere prime e con tre gratuiti.
Sconfitto cinque volte in sei precedenti, mette sotto pressione il tedesco che deve salvare quattro palle break prima di tenere il servizio nel quarto gioco del secondo set. Su quelle palle break, ha detto Medvedev in conferenza stampa, "lui ha giocato delle ottime volée".
La partita però comincia a cambiare. Medvedev da fondo si fa sempre più autorevole e prende il controllo del gioco. "Ho dovuto mettere molta pressione in risposta. Al servizio, tra la fine del secondo set e l'inizio del terzo facevo più fatica a mettere in campo la prima. Ma quando sei in una condizione ottimale, puoi spingere di più anche con la seconda. E oggi mi ha aiutato molto, visto che ho commesso un solo doppio fallo" ha aggiunto Medvedev.
Zverev, che per la seconda volta in carriera ha raggiunto tre finali consecutive, fatica di più a prendere l'iniziativa e concede il primo break per il 5-4 con un rovescio lungo. L'ace con cui Medvedev chiude il secondo set è un segnale. E si specchia nel doppio fallo di Zeverev sul match point, ultimo fotogramma della finale.
MEDVEDEV RIVELA: "AVREI POTUTO NASCERE IN FRANCIA"
Finisce così la prima finale a Bercy fra due teste di serie dal 2015 quando Novak Djokovic, numero 1 del tabellone, superò il numero 2 Andy Murray 62 64. Con questa vittoria, Medvedev scavalcherà Roger Federer tornando al numero 4 della classifica ATP, il suo best ranking già raggiunto a settembre 2019.
Medvedev può sollevare così il trofeo a forma di albero realizzato dall'italiano Lucio Fanti per l'edizione 1991 del torneo, e rimasto da allora il simbolo del Masters 1000 francese. “L'albero di Fanti”, questo il nome dell'inusuale premio commissionato allo scultore per commemorare i cent'anni del Roland Garros, nella forma dell'albero sintetizza l'andamento del torneo. Per ogni edizione, l'albero di Fanti racconta lo sviluppo del tabellone. Ha tanti rami sopra, uno per ogni giocatore, divisi in due metà (parte alta e parte bassa). I rami descrivono l'andamento dei vari turni e convergono verso il tronco, dove viene inciso il nome del vincitore.
Il russo, che dal 2017 si allena a Cannes con il coach Gilles Cervara, avrebbe dovuto nascere in Francia. "I miei genitori avevano deciso così – ha spiegato in conferenza stampa dopo la vittoria –, ma sono nato un mese prima. Comunque sono russo e ho sempre voluto giocare per la Russia. Quindi non ho alcun rimpianto per non essere nato qui".
ZVEREV: "MEDVEDEV TI SFINISCE"
In conferenza stampa, Zverev ha ammesso di essersi sentito particolarmente stanco nella seconda parte del match. "Ero morto alla fine del secondo set" ha spiegato. "Avevo già giocato una partita fisicamente dura con Mannarino e no avevo le energie per finire questo come sarebbe stato necessario".
Il tedesco era preparato a un match complesso. "Medvedev è sereno, composto: ti prende per stanchezza. Sapevo che mi avrebbe costretto a fare il tergicristallo".
Si è detto comunque molto soddisfatto del suo gioco. Ha una sola preoccupazione, in campo, "recuperare fisicamente da tutto questo per essere al meglio alle ATP Finals di Londra". Il campo, però, non è al momento il suo unico orizzonte. "Ci sarà sempre chi cercherà di togliermi il sorriso dalla faccia" ha detto, "ma non ci riusciranno".
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