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"Le palline, dopo un paio di game, diventano più morbide e il gioco si rallenta" diceva Roger Federer dopo il primo turno. Le condizioni hanno sfavorito chi colpisce forte senza variazioni: prime vittime Serena, Naomi Osaka e Madison Keys. La delusione di Tsitsipas, la rinascita di Cilic ma soprattutto una novità alimentare: la nuova dieta di Novak Djokovic
di Marco Mazzoni | 25 gennaio 2020
La quinta giornata degli Australian Open ha prodotto un vero terremoto nel tabellone femminile, con le sconfitte di Serena Williams, Madison Keys e Naomi Osaka, oltre a quello di Caroline Wozniacki, all'ultimo match in carriera. Ad accomunare queste sconfitte delle big (Wozniacki esclusa) un fattore tecnico sottolineato da vari giocatori: la combinazione superficie di gioco e palline. Uno dei primi a parlarne è stato Roger Federer, dopo il suo successo di primo turno: “Il campo? Non è più lento degli altri anni, ma le palle sono particolari. Sono molto veloci da nuove, ma già dopo un paio di game diventano assai più morbide e non scappano via. Il gioco si rallenta e devi lavorarle di più per controllarle bene”.
Un rovescio di Novak Djokovic
Si dice che per i giovani emergenti un ottimo test di crescita è superare nei grandi tornei i colleghi dotati di un gioco solido, quelli che non ti regalano mai niente, sempre pronti alla lotta. L'esatto identikit dell'ungherese Marton Fucsovics, che in quest'edizione degli Australian Open sta recitando alla perfezione il ruolo di “ammazza giovani”, scoglio insuperabile per le ambizioni di quotati next gen. Il 28enne di Nyiregyhaza ha vinto oggi nettamente in tre set contro il 22enne americano Tommy Paul, lasciandogli la miseria di sei game in tre set. Al primo turno aveva domato in quattro set il quotatissimo canadese Denis Shapovalov, 20 anni, in una delle maggiori sorprese della prima giornata del torneo, e al secondo aveva estromesso l'azzurro Jannik Sinner, 18 anni, in una giornata molto complicata da fortissime raffiche di vento.