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Eventi internazionali

E' Federer Exhibition, Shapovalov k.o.

Partenza sul velluto per il campione svizzero, alla Rod Laver Arena, che vince facile come poco prima avevano fatto Naomi Osaka e Serena Williams. Passo falso invece per il giovane canadese, subito eliminato dall’ungherese Fucsovics, come per il suo collega tra i Next Gen Borna Coric, che crolla contro Sam Querrey. Cori Gauff ribatte Venus Williams

di | 20 gennaio 2020

I piedi sempre leggere di Federer con le scarpe intonate alla divisa

I piedi sempre leggere di Federer con le scarpe intonate alla divisa

Si era lamentato Roger Federer, nella conferenza stampa pre-torneo, perché tutti gli chiedevano del suo atteggiamento nei confronti dei cambiamenti climatici e nessuno si preoccupava del suo primo turno agli Open d’Australia contro l’americano Steve Johnson. Una volta tanto i giornalisti avevano ragione ad essere più curiosi di sapere qualcosa in più sulla visione del mondo di un 38enne miliardario e ‘super influencer’ con quattro figli piccoli, rispetto al suo punto di vista di vincitore di 20 Slam impegnato al primo turno contro il n. 75 del mondo, fresco vincitore del torneo Challenger di Bendigo.

La partita infatti non c’è stata. Troppo concentrato Federer a mettere a frutto l’ottima preparazione invernale in questo suo primo match del 2020 (è stato l’unico big a saltare l’Atp Cup), troppo sicuro Johnson che non ci sarebbe stato niente da fare contro un campionissimo che vedeva fuori dalla sua portata. Ci aveva già giocato due volte senza mai vincere un set.

Il campione svizzero, alla sua 21esima partecipazione consecutiva agli Open d’Australia ha impiegato solo un’ora e 25 minuti a chiudere in tre set 6-3 6-2 6-1 una partita che è sembrata una sfilata di giocate eleganti con il suo completino viola e nero, alla faccia della superstizione. Addirittura all’inizio del secondo parziale ha conquistate 16 dei primi 18 punti, volando 4-0 in un baleno.

Intervistato alla fine sul campo da Jim Courier,  Roger ha ricordato le sue prime apparizioni a Melbourne: “Nel 1998 ho giocato il torneo junior e sono arrivato in semifinale. L’anno dopo erano nelle qualificazioni. Nel 2000 sono entrato per la prima volta nel tabellone principale e ho battuto Michael Chang. Adesso lui è coach di un mio avversario (il giapponese Nishikori) ma siamo buoni amici perché i miei figli e i suoi sono amici”. Ecco che cosa succede, quando uno è in grado di vincere partite in uno Slam in quattro decadi diverse.

Mentre la Rod Laver Arena, con il tetto chiuso per la pioggia, festeggiava lo show del Migliore di sempre, altre vicende simili erano andate nel tabellino dei risultati. Serena Williams aveva passeggiato con la Russa Potapova (6-0 6-3) come la giapponese Osaka contro la ceca Bouzkova (6-2 6-4), l’altra ceca Kvitova con la connazionale Siniakova (6-0 6-1) e Caroline Wozniacki con la statunitense Ahn (6-1 6-3). Quattro favorite che esordivano sul velluto.

I primi scossoni, con relativi crolli, erano arrivati nel torneo maschile. Il canadese Denis Shapovalov, protagonista positivo in Atp Cup, sorteggiato contro un osso duro come l’ungherese Marton Fucsovics, confermava i rumors di un problema fisico non del tutto risolto e cedeva al n. 66 del mondo in quattro set, dopo una battaglia di 3 ore e 13 minuti (6-3 6-7 6-1 7-6). Una vicenda che ci interessava da vicino perché il vincitore dell'incontro sarà l'avversario della sfida tra Jannik Sinner e l'australiano Purcell. Dunque 'Shapo' saluta un'altra volta anzitempo: l’esplosione del biondo talento ventenne in uno Slam è ancora rimandata.

Veloce bocciatura invece per l’altra ex star Next Gen, Borna Coric. Il croato si è preso un bel tre set a zero dal veterano statunitense Sam Querrey. La sua crisi d’identità, dopo il divorzio tecnico da coach Riccardo Piatti, continua.

Il diritto dell'ungherese Marton Fucsovics

Mentre il gioco era fermo per la pioggia su tutti i campi tranne i tre grandi Show Courts dotati di tetto mobile (l’Australian Open è l’unico Slam dotato di tre stadi di questo tipo) Cori Gauff chiudeva il programma diurno della Margaret Court Arena ripetendo il suo rito di passaggio (di consegne) contro Venus Williams.

‘Coco’ aveva incantato il mondo lo scorso anno a Wimbledon quando all’esordio nel tempio del tennis a soli 15 anni e 122 giorni, aveva eliminato al primo turno proprio Venus, 24 anni più anziana di lei. Rimessa dalla sorte di fronte allo stesso ostacolo, l’ha saltato di nuovo, facendo appena un pizzico di fatica in più: a Londra era finita 6-4 6-4 in un’ora e 19 minuti, a Melbourne il punteggio è stato 7-6 6-3 e il match è durato un’ora e 37 minuti.

La vera differenza è che quella di oggi non è stata una sorpresa anche se Coco non ha ancora compiuto 16 anni: lo farà il prossimo 13 marzo.

Cori Gauff al primo turno degli Australian Open 2020

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