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L’area di Sydney, dove si gioca la finale di ATP Cup, è la più delicata: sulla mappa è circondata dagli alert di allarme ed emergenza. Victoria, stato di Melbourne (sede degli Australian Open), è proprio a Sud-ovest. Scenari attuali e futuri. Facciamo il punto sulla crisi che sconcerta anche il mondo del tennis
di Gabriele Riva | 08 gennaio 2020
Ogni puntino rosso rappresenta una zona d'allarme (cliccandoci sopra è possibile visualizzare più informazioni). In alto a sinistra è possibile passare alla visualizzazione satellitare; in basso a sinistra, regolare lo zoom per la visualizzazione.
Google e il logo di Google sono marchi registrati di Google Inc., uso autorizzato.
Mentre i protagonisti del mondo del tennis scattano increduli e postano sui Social foto rossastre e colme d’aria grossa di fumo, come quella apparsa sul profilo Instagram di Patrick Mouratoglou, fonti citate dalla CNN spiegano che l’emergenza è lontanissima dall’essere contenuta. Figuriamoci superata. Il picco delle temperature estive, secondo i dati raccolti negli anni in Australia, si raggiunge per solito proprio a cavallo tra gennaio e febbraio.
Lo sanno bene i giocatori di tennis, che nelle estati scorse (specialmente nel 2014) si sono trovati ad affrontare il General Caldo sul sintetico bollente di Melbourne e non solo. In questi giorni qualcuno ha invocato la pioggia, per dare una mano, ma come si può verificare (qui sotto) al momento le perturbazioni potrebbero gironzolare sopra Sydney e sopra la costa orientale ma non su Victoria, lo stato di Melbourne e degli Australian Open, tra i più prossimi geograficamente all’area della crisi.
Ogni puntino rosso rappresenta una zona d'allarme (cliccandoci sopra è possibile visualizzare più informazioni). In alto a sinistra è possibile passare alla visualizzazione satellitare; in basso a sinistra, regolare lo zoom per la visualizzazione.
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