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“Ash” firma le Wta Finals che debuttano a Shenzhen e si aggiudica un montepremi stratosferico ma deve incassare la sconfitta della sua Australia nella finale di Perth contro la Francia. Intanto Cocciaretto prenota per Melbourne e la Paolini entra in top 100
di Tiziana Tricarico | 29 dicembre 2019
C’è master e MASTER… - A novembre 2018 vinceva il “Masterino” di Zhuhai e firmava il best ranking (numero 15). Dodici mesi dopo Ashleigh Barty vince quello vero di Masters e si conferma regina del tennis mondiale. La 23enne di Ipswichdiventa la settima giocatrice nella storia del torneo a vincere il titolo alla prima partecipazione: ci erano riuscite soloEvert (1972), Goolagong (1974), Serena (2001), Sharapova (2004), Kvitova (2011) e Cibulkova (2016). Ed è la seconda campionessa australiana 43 anni dopo Evonne Goolagong (1976 e 1974).
Nella sfida per il titolo delle Wta Finals a Shenzhen, dove si disputa l’edizione più ricca di sempre con un montepremi stellare di 14 milioni di dollari, l’australiana, numero uno del mondo, sconfigge per 64 63 l’ucraina Elina Svitolina, numero 8 del ranking mondiale e campionessa uscente, superata per la prima volta in sei confronti e che non perdeva una sfida per il titolo da Zhuhai 2016 (in mezzo ben 9 titoli…).
Avrà pure l’aria della ragazza della porta accanto “Ash” Barty ma dopo il trionfo di Shenzhen sul conto in banca si ritrova 4 milioni di dollari in più. E se la passa bene anche la “baby” Amanda Anisimova: la 18enne di origini russe, semifinalista al Roland Garros, grazie al suo agente Max Eisenbud - lo stesso di Maria Sharapova - ottiene dalla Nike un contratto di 100 milioni di dollari.
Per la Francia - una delle quattro nazioni ad aver preso parte a tutte le edizioni della competizione - è la terza Fed Cup della sua storia (nel 1997 e nel 2003 le altre due), la prima dopo 16 anni. E pensare che nelle sei sfide precedenti (nessuna disputata in finale) le australiane si erano imposte in ben cinque occasioni ma le francesi avevano vinto proprio l’ultima. Prosegue invece la serie negativa dell’Australia - anche questa tra le quattro nazioni ad aver preso parte a tutte le edizioni della competizione - alla nona sconfitta consecutiva in finale: il team Down Under vanta nel proprio palmares 7 Fed Cup (l’Australia è terza nella speciale classifica delle pluri-vincitrici dietro Usa e Cechia) ma l’ultima è datata 1974, e non giocava una finale dal 1993. Per Ashleigh Barty una cocente delusione a chiudere una stagione che per lei resta comunque eccezionale.
Dopo la Davis, dal 2020 cambierà anche la Fed Cup. Il World Group si disputerà in due turni, con i preliminari dal 3 al 9 febbraio e le fasi finali, a gironi, ad aprile. La prima edizione delle Finals di Fed Cup con il nuovo format si disputerà dal 14 al 19 aprile alla Laszlo Papp Sports Arena di Budapest, che ospiterà l’evento fino al 2022.
Per quanto riguarda l’Italia, sarà impegnata nel Gruppo I Zona Europa/Africa: le azzurre guidate da Tahiana Garbin, inserite nel Girone B, scenderanno in campo sul veloce indoor di Tallinn insieme ad Ucraina, Croazia, Austria, Bulgaria, Grecia ed Estonia.
Una chiusura di stagione col botto per la Cocciaretto che vince due 60mila dollari di fila sulla terra sudamericana, ad Asuncion (battendo in finale Sara Errani) in Paraguay, e a Colina, in Cile, guadagnando oltre cento posizioni in classifica e firmando un best ranking - numero 167 - assolutamente impensabile solo sei mesi prima. Prossimo step per la 18enne marchigiana le qualificazioni agli Australian Open a gennaio