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Non perdete il ‘Filo’: Roger emotivo, Nole cinico

Il punto di Filippo Volandri, Direttore tecnico del settore maschile del Centro Federale di Tirrenia e commentatore di Sky, sulla finale di Wimbledon tra Djokovic e Federer. Punti di forza e debolezze di due campioni da Oscar

di | 14 luglio 2019

Nole Roger in campo

La finale di Wimbledon vinta da Novak Djokovic su Roger Federer è una di quelle partite che fanno la storia. Non solo del tennis ma dello sport in senso generale. Paragonabile forse solo alla finale di Wimbledon del 2008 tra Federere Nadal.

Una partita incredibilmente lunga, con il primo tie-break sul 12-12 del quinto set nel torneo più prestigioso del mondo, giocata in un modo incredibile. Nole e Roger hanno davvero scritto una pagina nuova della storia del tennis.

La chiave del match: la gestione dei punti importanti - Se poi andiamo sul ‘tecnico’ la chiave del match è stata di sicuro la gestione dei punti importanti. In quei frangenti Djokovic si è comportato da Cannibale qual è e Federer invece è stato il grande giocatore emotivo che tutti conosciamo.

Il tie- break sul 12-12 ci ha probabilmente tolto un sacco di altre meraviglie che il gioco a oltranza ci avrebbe potuto offrire in un match così, anche perché non ha avuto grande intensità. E lo stesso è stato per gli altri due tie-break della partita, entrambi conquistati da Djokovic. In tutte tre le occasioni emotivamente Federer ha fatto “il Federer”e Djokovic invece ha alzato l’asticella.

I passaggi a vuoto di Nole - Djokovic rischiava di pagare due passaggi avuto che aveva avuto nel corso del match. Qualcosa che si era già visto sia nella partita contro Roberto Bautista Agut, sia in quella precedente contro David Goffin. A questo si è limitata la nota dolente di questa edizione di Wimbledon vista dalla parte del serbo. Però l’esito del tie-break secondo me ci sta: se fosse andata ancora più alla lunga sono convinto che avrebbe vinto Djokovic perché Federer non ne aveva più.Quello che si sperava è che il tie-break, dopo quasi 5 ore di una partita di quel livello, fosse più combattuto, che Djokovic non scappasse via subito grazie a qualche errore gratuito di Federer. Invece…

Le occasioni di Roger- Roger le sue occasioni le aveva avute con i due match point, che secondo me sono l’immagine della partita. Quei due match-point Federer non li ha praticamente giocati: ha sperato che l’avversario sbagliasse.

Sul primo ha commesso un errore sulla terza palla, tirando un diritto impossibile da due metri fuori dalla linea di fondo. Sul secondo ha giocato un attacco morbidissimo, e morbidissimo è un eufemismo, sperando che Djokovic sbagliasse il passante. Questa è un po’ l’immagine di questa partita, dell’esito di questa partita.

Due fenomeni diversi - Federer e Djokovic sono due fenomeni molto diversi. Federer è il giocatore più bello da vedere della storia del tennis. Djokovic è il giocatore più cannibale della storia del tennis. Due talenti particolari: oggi abbiamo visto quali sono i loro punti di forza.

I punti più belli li ha fatti tutti lo svizzero. Che tra l’altro ha perso l’incontro facendo complessivamente più punti del suo avversario, avendo perso tre set tutti al tie-break e vinto i suoi 6-1 e 6-4.

Però la partita l’ha portata a casa l’altro perché è stato nettamente più cinico.

Per Roger era l’ultima chance? - Dovendo tirare un po’ le somme, all’indomani di questa edizione dei Championships, vien da dire che forse per Federer è stata l’ultima, o la penultima occasione mentre Djokovic, che è nettamente più giovane, ha ancora parecchie chances. Seguendo la partita non è che si potesse fare il tifo per uno per l’altro. Chi ha giocato a tennis, chi è stato loro collega come me, non poteva non pensare con un po’ di dispiacere alla sconfitta dell’uomo o dell’altro dopo tutta quella battaglia, così equilibrata. Però veniva spontaneo pensare che mentre per Djokovic , in caso di sconfitta , ci sarebbe stato ancora qualche anno per riprovarci, forse per Federer non sarebbe stato lo stesso.

Un’occasione così non sarà facile da ripetere. Fisicamente stava benissimo e ha retto benissimo. Nel corso del torneo gli è andato tutto per il verso giusto. Ha perso tre set in due settimane: uno nella partita d’esordio contro Harris, uno circa metà controNishikori e uno in fondo con Nadal, con il quale ha speso molto. Però non ha mai rischiato veramente, quindi è arrivato in condizioni perfette a giocarsi questa finale. Non tutti gli anni può andare così.

Oggi, torno a dire, Djokovic e Federer hanno messo un nuovo tassello nel mosaico della grande arte sportiva mondiale. Secondo me ci sarà da fare più di un film su di loro: dopo “Borg e McEnroe” dovranno girare “Federer-Nadal 2008” e “Djokovic-Federer 2019”. Sportivamente, capolavori da Oscar.

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