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Campioni next gen

Luciano e Vito, i Darderi in rampa di lancio

La recente semifinale al torneo di Perugia (persa 7-6 al terzo con un osso duro come lo spagnolo Jaume Munar) ha regalato a Luciano il nuovo best ranking di 237 del mondo. Alle sue spalle cresce il fratellino Vito, classe 2008, già campione italiano Under 12

17 giugno 2022

Luciano Darderi al Challenger di Perugia (foto Maurizio Lollini)

Luciano Darderi al Challenger di Perugia (foto Maurizio Lollini)

L’Italia del tennis viaggia a vele spiegate nei mari di tutto il mondo. Ogni giorno un sorriso, ogni settimana una scoperta. Tra i nomi rampanti di un Paese sempre più assetato di successi, spicca quello di Luciano Darderi. Argentino di nascita ma con il doppio passaporto grazie al nonno (italiano emigrato), Darderi sta iniziando a dire la sua a livello Challenger dopo un ottimo passato da under 18. La recente semifinale al torneo di Perugia (persa 7-6 al terzo con un osso duro come lo spagnolo Jaume Munar) gli ha regalato il nuovo best ranking di 237 del mondo. Alle sue spalle cresce il fratellino Vito, classe 2008, già campione italiano Under 12 nella Coppa Porro Lambertenghi di Milano. 

Luciano nasce il 14 febbraio del 2002 a Villa Gesell, circa 100 chilometri a sud di Mar del Plata, nella provincia di Buenos Aires. Inizia a giocare sotto gli occhi di papà Gino, tra i migliori argentini alla fine degli anni ’80, sui campi del Club Harrods Gath & Chaves. A due anni la prima racchetta, a cinque le prime lezioni. Il piccolo “Lusiano” (questa la pronuncia nella lingua madre) inizia presto a sporcarsi di terra rossa e non si ferma più. Nella fase pre-adolescenziale sceglie l’Italia e inizia una vera e propria vita da nomade, con la famiglia come assoluto punto di riferimento. E con la Fit che lo sostiene, mentre lui si allena tra Arezzo e Roma, sua base italiana.

Ho iniziato a giocare in Argentina – raccontava qualche tempo fa Luciano – e col tennis è stato amore a prima vista. Fino all’età di 10 anni sono rimasto in Sud America, poi abbiamo deciso di venire in Italia. Ho capito subito cosa volesse dire allenarsi e dare sempre il massimo, oltre il risultato. Il tennis è una cosa che mi esplode dentro e che vorrei non lasciare mai”. “Lucio” non lascia e, con gli anni, raddoppia. A livello juniores esplode definitivamente all’alba del 2020, prima che il mondo intero si fermi, quando vince i Grado 1 di Cuenca, Lambare e Porto Alegre.

Luciano Darderi al servizio (foto FB San Paolo challenger)

L’anno che tutti ricorderanno come uno dei più difficili della storia, si chiude con un’esperienza da incorniciare. Gli occhi brillano e le gambe tremano quando viene invitato a fare da sparring all’ultima edizione londinese delle Nitto ATP Finals. Prima Tsitsipas, poi Berrettini, senza dimenticare Diego Schwartzman e Novak Djokovic. Darderi sfrutta l’occasione d’oro per crescere, per assaggiare la palla pesante dei più forti del circuito. “Ho capito che fisicamente ho molto lavoro da fare – dirà una volta tornato da Londra – e che per migliorare occorre imparare dalle avversità. I big mettono in campo tutto ciò che hanno, anche negli allenamenti”.

Anno nuovo, vita da professionista: è il momento della transizione. Dopo un naturale periodo di assestamento, la grinta di Luciano inizia a venir fuori. Nei 15.000 è ormai una solida realtà e in meno di tre mesi conquista due titoli e altrettante finali tra Monastir e L’Aquila. L’occasione se la crea a fine stagione a San Paolo, al sesto torneo Challenger della sua vita. Partito dalle qualificazioni, Luciano si presenta all’ultimo atto senza lasciare alcun set per strada, prima di cedere alla maggior esperienza dell’argentino Juan Pablo Ficovich. 

Vito Darderi è il fratello di Luciano, Top 10 del ranking internazionale Under 18 (foto Francesco Panunzio)

Come ogni novembre che si rispetti, anche lo scorso anno Gino, Luciano e Vito sono rientrati in Argentina per svolgere in un clima più mite la preparazione invernale. Sveglia alle 6.30, doppia sessione di tennis e altrettanto di preparazione atletica, poi massaggi e fisioterapia. Una quotidianità da “pro”.

Nel frattempo, anche Vito non è più “piccolo” e convince torneo dopo torneo. Una volta vinta la Coppa Lambertenghi nel 2020, si è subito cimentato nei tornei Tennis Europe ottenendo ottimi risultati. "Vito è speciale – dice di lui papà Gino– ha un plus rispetto a quella che è la sua età. Fisicamente è molto avanti e ha il vantaggio di essere in una famiglia di tennisti, dato che è aiutato da me e da Luciano. Anche io, adesso, ho più esperienza. Gli anni con Luciano mi hanno insegnato tante cose ed essendoci già passato, adesso so più cose su come impostare la carriera di un ragazzo". 

La recente vittoria del torneo under 14 di Pescara ha regalato al classe 2008 maggiore consapevolezza.Sono già cambiato mentalmente e tennisticamenteSicuramente sono più ordinato e faccio più una vita da tennista, ho anche iniziato a seguire una dieta, mentre prima mangiavo ciò che volevo. Devo a mio padre ciò che sono adesso, abbiamo un bellissimo rapporto. Anche Luciano lo vedo meno, però ci sentiamo sempre, anche se poi ogni tanto discutiamo da fratelli”. Testa fredda e cuore caldo. I Darderi sanno come si fa. 

La delusione di Vito Antonio Darderi (foto Les Petits As)

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