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Campioni nazionali

Sonego: "Giocare la Davis a Torino? Semplicemente un sogno!"

Un anno fantastica per Lorenzo, il migliore della carriera, ma lui sostiene che è ancora "una stagione di passaggio". Il ricordo più bello la semifinale al Foro Italico con l'abbraccio di Volandri: "Un risultato storico, bello condividerlo con il nuovo capitano". Per il 26enne torinese gli Stati Uniti sono un team forte ma anche la Colombia non è da sottovalutare e poi invita gli appassionati a venire a tifare per l'Italia: "Sicuramente ci sarà da divertirsi. A Torino è qualcosa di nuovo, quindi io fossi in loro verrei…per vedere cosa può succedere..."

di | 22 novembre 2021

Tutta la grinta di Lorenzo Sonego (foto Getty Images)

Tutta la grinta di Lorenzo Sonego (foto Getty Images)

Giocare la Davis nella sua città è semplicemente un sogno che diventa realtà per Lorenzo Sonego, detto il "polpo" per quella sua innata attitudine a provare ad arrivare su ogni palla senza arrendersi mai. Il 26enne torinese - e torinista -, maturato gradualmente, ma costantemente, sotto l’ala protettrice del suo storico maestro e coach "Gipo" Arbino, in questo 2021 ha disputato la sua miglior stagione, illuminata dal secondo tofeo ATP in carriera conquistato sulla terra di Cagliari, dalla finale sull'erba di Eastbourne seguita dagli ottavi a Wimbledon (stoppato Federer), e dalla semifinale agli Internazionali BNL d'Italia a Roma, dove ha sconfitto tra gli altri Thiem e Rublev prima di cedere a Djokovic, primo azzurro tra i migliori quattro al Foro Italico 14 anni dopo Volandri (2007). Tutto questo gli ha fruttato un "best ranking" di tutto rispetto, n.21, datato 4 ottobre (attualmente è n.27). E adesso non c'è che compiere l'ultima missione dell'anno: scendere in campo con la maglia della nazionale nella sua Torino.

Il movimento di chiusura del servizio di Lorenzo Sonego (foto Getty Images)

Lorenzo, ancora qualche giorno e realizzerai uno dei tuoi sogni di bambino: giocare la Coppa Davis nella tua Torino…

"Sì, è un sogno che adesso posso finalmente realizzare, perché a Torino ci sono state poche occasioni di poter giocare qualcosa di davvero importante… finalmente ho la possibilità di disputare uno dei migliori eventi che ci sono al mondo. E poi giochi per la squadra, giochi per la nazione: quindi è molto più sentito e penso sia una esperienza unica, che volevo assolutamente vivere".

Hai già fatto parte della squadra azzurra a Madrid nel 2019 e a Cagliari nel 2020. Non hai giocato, ma cosa hai provato in quelle due occasioni? Il fatto di vivere la squadra, una esperienza diversa, nuova rispetto a quella quotidiana del tennista...

"Ovviamente il tennis è uno sport individuale ma a me sono sempre piaciute le competizioni a squadre. E poi ovviamente aiuta il fatto di avere un gruppo così unito come quello italiano: siamo molto amici ed ho un ottimo rapporto con tutti. Facciamo davvero un bel gruppo. Inoltre la nostra è una squadra veramente competitiva: oltre a fare bene, si può puntare anche a vincerla questa Davis".

Torino a novembre è il cuore del grande tennis: le Finals, la Coppa Davis… un grande - ennesimo- riconoscimento per l’Italia in questa stagione speciale, nel tennis ma nello sport italiano in generale.  

"Sicuramente anche tutti questi eventi in Italia sono frutto di tutto il lavoro fatto dai nuovi giocatori, dalle nuove promesse e da tutto il movimento italiano, che è cresciuto notevolmente negli ultimi anni. Ci sono tanti giovani veramente forti, ovviamente su tutti Sinner e Musetti, che hanno alzato veramente il livello in Italia. Quindi anche per questo è bello avere degli appuntamenti così importanti. Io ho avuto la fortuna di andare a Londra a vedere le Finals e c’era una atmosfera unica. Pensare di vedere questo torneo vicino a casa mia è qualcosa di fantastico".

Lorenzo Sonego e Novak Djokovic al termine della semifinale di Roma 2021 (foto Getty Images)

A questo proposito a maggio hai vissuto una delle più grandi gioie della tua vita al Foro Italico. In quell'occasione hai anche condiviso qualcosa di molto importante, vale a dire il record della semifinale con quello che è il nuovo capitano di Davis, con Filippo Volandri, che ci ha parlato anche di un bell’abbraccio che c’è stato tra di voi. Anche per te, in questa chiave, è stata una stagione pazzesca?

"Sì, sicuramante. È bello il rapporto che ho con il capitano, inoltre mi ha scaldato anche nelle partite del Foro Italico…. Mi ha portato anche molta fortuna. È incredibile aver fatto un risultato che è entrato un po’ nella storia ed è speciale condividerlo con lui. Tra l’altro sapendo da poco che era stato nominato nuovo capitano azzurro:s è stato pazzesco condividere con lui una emozione simile. Per me è stata un stagione fantastica soprattutto grazie a quel torneo perché mi ha dato una carica speciale per affontare il resto dell'anno. Giocare in casa di nuovo col pubblico per me è stata una emozione fantastica".

A proposito di Filippo Volandri, della squadra, se dovessi presentare la nazionale italiana come lo faresti? Una nazionale che, non possiamo certo nasconderci, può puntare anche ad arrivare fino in fondo...

"Devo presentare il giocatori…? Abbiamo un ragazzo appena entrato in top 10, giovanissimo… un grandissimo talento come Sinner. Nel gruppo serve sempre quello un po’ diverso dagli altri, quello che è un talento fuori dal comune, che ragiona in maniera diversa… nel nostro caso è Fognini. Uno così serve sempre in squadra. E poi Musetti, che completa il team nel migliore dei modi: è il più giovane del gruppo ed ha grandi prospettive. Quindi direi che siamo una bella squadra, molto giovane, possiamo puntare in alto. E poi con un capitano con un'esperienza simole, che ha giocato in Davis tanti anni, si può puntare al top".

Però non mi hai presentato Sonego…

"Sonego? E' la pecora nera del gruppo… no, scherzo! E' quello che di sicuro nessuno si aspettava potesse arrivare in Davis seguendo il corso della sua carriera, perché è cresciuto nel nulla ed è uscito dal nulla, senza aver fatto niente da giovane, quindi è un po’ l’uomo che non ti aspetti".

L’Italia è inserita nel gruppo con Stati Uniti e Colombia. Quali sono a tuo avviso i giocatori, le debolezze e i punti di forza di queste due squadre?

"Gli USA hanno un giocatore come Opelka che può veramente battere tutti, con un servizio così è molto molto fastidioso. Poi con Fritz anche l’altro singolare sarà molto difficile: ha già dimostrato di poter battere Jannik e me. Penso che sarà l’avversario più forte e pericoloso. Poi possono puntare anche su un ottimo doppio, Sock e Ram hanno già vinto degli Slam… quindi gli Stati Uniti saranno un bello scoglio".

"Poi c’è la Colombia, che ha due singolaristi magari meno prestigiosi degli USA ma comunque difficili da affrontare. Con Galán ho giocato molte volte e ho sempre fatto delle lotte incredibili: è un giocatore ostico. Ovviamente il loro punto di forza è il doppio: Cabal e Farah sono due specialisti e da anni vincono tutto".

Parliamo un po’ delle leggende della Coppa Davis, non necessariamente di questi ultimi anni ma più in generale... quale è il tuo podio? I più grandi?

"Ho sempre seguito soprattutto l’Italia, e per me quello che ha dato Paolo Lorenzi per la nazionale è qualcosa di incredibile: ha sempre lottato come un leone. Ho sempre seguito lui, Volandri e le partite di Fognini che spesso hanno tenuto in piedi l’Italia in questi anni. Fabio ha fatto sempre delle prestazioni incredibili, in Davis mette sempre in campo qualcosa in più". 

Lorenzo Sonego (foto Getty Images)

Torino la considerano la città delle sport: visto che sei torinese, ci spieghi qual’è questo rapporto così speciale che c’è tra i torinesi e lo sport?

"Lo sport è molto seguito a Torino, a partire dal calcio… c’è molta rivalità tra Juve e Toro. Il movimento del tennis si sta espandendo tantissimo ultimamente grazie anche ai risultati che hanno fatto gli italiani: ci sono molti più iscritti nei circoli e anche dove mi alleno e dove son cresciuto ho visto tanto entusiasmo. Ci sono tanti nuovi iscritti, dai più piccoli agli adulti e molta gente ai corsi serali. È veramente bello vedere un tale fermento nel tennis. Comunque Torino ama lo sport in generale, tutti i miei amici e i conoscenti praticano almeno uno sport".

Questo 2021 è stato speciale per lo sport italiano: gli Europei di calcio, la pallavolo, le Olimpiadi… qual’è stato il momento che ti ha entusiasmato di più? La medaglia, la vittoria che ti ha emozionato di più?

"Ce ne sono state due. Di sicuro la finale degli Europei di calcio, dopo la parata di Donnarumma sul rigore decisivo. Abbiamo esultato tutti come se stessimo giocando noi, è stata una emozione fantastica. E poi, quella più inaspettata, la vittoria di Jacobs sui 100 metri".

La Coppa Davis va a chiudere una stagione per te molto particolare: tanti best ranking, il Foro Italico, tanti risultati di prestigio. Possiamo definirla la stagione della tua consacrazione?

"Questa la considero ancora una stagione di passaggio. Sono passato dal giocare tornei un po’ meno importanti e contro giocatori meno prestigiosi, ai tornei più importanti pieni di top players. Ho fatto una programmazione un po’ più difficile rispetto agli anni precedenti per cercare di alzare il livello. Questo mi ha aiutato a crescere in fretta: ho affrontato giocatori fortissimi, spesso ho perso al primo turno, ma sempre portando a casa lezioni importanti. E’ stato un anno di passaggio che mi ha fatto veramente crescere molto in fretta. Poi sono arrivati anche risultati grandi e inaspettati… che non fanno mai male".

Perché la Coppa Davis è così speciale? Se te lo chiedesse un bambino cosa gli diresti?

"La cosa particolare è che giochi per la tua nazione, e quando c’è di mezzo la tua bandiera è sempre qualcosa di speciale. È come vivere gli Europei di calcio, si vivono tutti insieme. Condividi le emozioni, oltre che con i tuoi compagni, con tutta l’Italia".

Cosa diresti ai tuoi concittadini per farli venire sugli spalti e fare il tifo per l’Italia?

"Direi che sicuramente ci sarà da divertirsi. Possono godersi uno spettacolo diverso. A Torino è qualcosa di nuovo, quindi io fossi in loro verrei…per vedere cosa può succedere e per fare il tifo per la propria squadra nazionale".

Tutta la grinta di Lorenzo Sonego (foto Getty Images)

TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SU LORENZO... 

Hai praticato altri sport oltre al tennis?

"Il calcio. Ci ho giocato da quando avevo sei anni fino ai tredici nel Torino, e giocavo sulla fascia destra, esterno alto…  quindi dovevo correre".

Qualche membro della tua famiglia ha praticato il tennis o altri sport?

"Mio padre giocava a tennis e a pallavolo".

Hai degli animali domestici? Se sí, come si chiamano?

"No, non ne ho".

Quali sono i tuoi hobbies preferiti?

"Ballare è un mio hobby, e anche cantare ultimamente".

A parte Lorenzo Sonego, qual’è il tuo cantante preferito, la band preferita, la canzone preferita?

"Ozuna è il mio cantante preferito. È musica reggaeton...mi piacciono un po’ tutte le canzoni reggaeton."

Qual’è il tuo idolo sportivo?

"Ronaldinho".

L’hai mai conosciuto?

"Purtoppo no".

Qual’è il momento preferito della tua carriera fino ad oggi?

"La semifinale a Roma".

Come ti descriveresti a chi non ti conosce?

"Un ragazzo riservato, però molto di cuore. Mi piace scherzare e stare con la gente e i miei amici".

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