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Campioni nazionali

Travaglia riavvolge il nastro e con Gorietti fa centro

Per lasciarsi alle spalle un periodo avaro di risultati, Stefano Travaglia è tornato ad allenarsi a Foligno col team di Fabio Gorietti, che l’aveva già guidato in passato. È andata subito bene: ha vinto il quinto titolo Challenger, e sta ritrovando entusiasmo. “I momenti brutti – dice il coach – capitano, l’importante è rimanere sul pezzo”

di | 11 ottobre 2021

Fino a qualche giorno fa, sul 2021 di Stefano Travaglia c’era un grosso punto interrogativo. Il tennista marchigiano ha giocato la sua prima finale ATP – a febbraio a Melbourne – e raggiunto il best ranking al numero 60 del mondo, ma da lì in poi ha attraversato una lunga crisi di risultati, raccogliendo pochissime vittorie per mesi. La scelta di chiudere a maggio la collaborazione con Simone Vagnozzi (che durava da quasi tre anni) e affidarsi a Uros Vico non ha dato i risultati sperati, così a metà settembre il 29enne di Ascoli Piceno ha deciso di cambiare di nuovo.

Ha lasciato Pavia e si è riavvicinato a casa, tornando a Foligno alla corte di Fabio Gorietti, insieme al quale si era già allenato in passato. Sono ripartiti dalle basi, hanno deciso di abbassare l’asticella inserendo nella programmazione tre tornei Challenger consecutivi, e la situazione pare svoltata in un amen. Travaglia è arrivato in semifinale a Bucarest, poi ha vinto a Sibiu il suo quinto titolo in carriera e quindi ha fatto altra strada a Napoli. In tre settimane ha raccolto più di dieci vittorie: esattamente ciò di cui aveva bisogno per rialzare la testa, ritrovare fiducia e scongiurare l’uscita dai primi 100 del mondo, nei quali staziona da due anni abbondanti.

Fabio Gorietti, 54 anni

“Rispetto a tre anni fa (Travaglia si era allenato a Foligno fino a metà 2018, ndr) ho trovato uno Stefano più maturo come uomo e come atleta, e più consapevole delle sue possibilità”, dice Fabio Gorietti, già a fianco anche di Thomas Fabbiano, Luca Vanni e tanti altri. “Le esperienze importanti che ha vissuto nelle ultime stagioni – continua – l’hanno reso migliore, mentre per quanto riguarda il gioco è il Travaglia di sempre, con grandissime potenzialità”.

Prima di partire per la trasferta in Romania, l’azzurro ha lavorato alla Tennis Training School Villa Candida per una decina di giorni. Il primo intervento di Gorietti e il suo staff è stato mirato a farlo riavvicinare alla linea di fondo, tendenza che aveva un po’ smarrito nel periodo complicato dei mesi scorsi. “È un processo normale – spiega Gorietti –: non vincendo molto ha perso fiducia, così si era gradualmente allontanato”. Ma per esprimere un tennis più aggressivo, che Travaglia ha nel DNA, tenere i piedi vicini al campo – come ha sempre fatto nei suoi periodi migliori – è determinante.

La ricetta ha funzionato subito: a Bucarest ha perso solo dal vincitore Jiri Lehecka, mentre a Sibiu è stato il più forte di tutti, superando in finale Thanasi Kokkinakis. E ha Napoli ha centrato un'altra semifinale, prima di arrendersi all'olandese Tallon Griekspoor e alla stanchezza. “Ho finalmente ritrovato buone sensazioni – ha detto Stefano dopo il titolo in Romania –, e ne avevo bisogno. I risultati a volte non sono arrivati perché in campo non riuscito a gestire bene certe situazioni, e non te lo puoi permettere perché nessuno ti regala nulla. Ho perso tante partite per pochi punti: nei momenti importanti la lucidità fa la differenza. Sto lavorando su questo aspetto per migliorare ancora, e continuo a pormi obiettivi importanti. Ma non voglio che da questi obiettivi nascano troppe pressioni. La cosa più importante è star bene e giocare il mio tennis. I risultati arriveranno”.

Travaglia ha vinto a Sibiu il suo 5° titolo Challenger

“Tutte queste vittorie – ha aggiunto Gorietti – non fanno che bene. Il tennis è così: vinci una partita, poi un’altra e un’altra ancora, e torni a sentirti bene. Ciò che mi è piaciuto di più di questi tornei, proprio come ci eravamo detti prima della sua partenza insieme a Riccardo Maiga (il coach della Tennis Training che l’ha accompagnato in queste settimane), è vederlo sempre presente e determinato. Anche quando non ci si sente benissimo, il gioco funziona meno del solito e le condizioni magari non sono perfette, è importante restare sul pezzo. Questo permette di avere continuità, ed è alla base della striscia positiva di Stefano”.

In effetti di momenti di difficoltà ce ne sono stati, ma Travaglia li ha superati tutti brillantemente. “Malgrado la stanchezza dovuta al fatto che non giocasse così tanti incontri da mesi, Stefano ha avuto la forza di essere sempre lì, attaccato alla partita, e di far sentire la sua presenza agli avversari”.

“Ora – prosegue – non resta che ritrovare ancora un po’ di entusiasmo, che era venuto meno a causa delle tante sconfitte”. Ma la situazione è positiva: Travaglia ha capito che può essere di nuovo protagonista, e il resto verrà di conseguenza. Stefano è già certo di tornare attorno alla posizione numero 80 del ranking ATP, si è messo al riparo da tanti possibili rischi e può puntare a salire ancora.

“Ma non è il momento di porsi degli obiettivi da qui a fine anno – frena Gorietti –, anche se il lavoro che andremo ad affrontare sarà mirato a dargli ulteriori soluzioni, che in campo si traducono in maggiori chance. Ma tutto dipende sempre da come uno si sente. Ora Stefano ha vinto tante partite, sta bene, e il nostro compito è quello di farlo stare sempre meglio. L’importante è restare positivi anche nei momenti meno felici, per farsi trovare pronti quando le cose cambiano. Quel giorno arriva sempre”.

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