Lucia Bronzetti è stata una delle note positive della stagione del tennis azzurro al femminile. È partita dai tornei ITF da 15mila dollari ed è arrivata fino tre quarti di finale WTA, entrando nelle prime 150 del mondo. “Ci avrei messo 500 firme – racconta – e ora punto a confermarmi giocando solo nel circuito maggiore”. Partendo dalla sua prima trasferta in Australia
25 dicembre 2021
L’ultima seduta dall’osteopata il 23 dicembre, un tampone (necessario per prendere l’aereo) addirittura il giorno di Natale, la partenza per l’Australia il 27 dicembre. Nell’agenda dei migliori 500 tennisti del mondo, i giorni delle festività coincidono con gli ultimi preparativi prima della trasferta down under, che da il la alla nuova stagione.
Per la prima volta nell’elenco dei partenti c’è anche Lucia Bronzetti, la 23enne riminese di Villa Verucchio che grazie a un 2021 splendido ha cambiato dimensione alla sua carriera, passando dai tornei ITF al salto a livello WTA, e salendo fino al numero 145 della classifica mondiale, circa 200 posti più su rispetto a dodici mesi prima. Così facendo è diventata una delle note più belle della stagione del tennis azzurro al femminile, si è meritata il SuperTennis Award come miglior “Next Gen” italiana e soprattutto si è guadagnata un posto nelle qualificazioni dell’Australian Open.
“Sinceramente – dice Lucia – non mi sarei mai aspettata di vivere così tante emozioni in una sola stagione. Ho disputato per la prima volta le qualificazioni in un torneo del Grande Slam, allo Us Open; ho raggiunto tre quarti di finale a livello WTA e tanti altri risultati. Se me l’avessero detto a inizio 2020 di firme ne avrei messe cinquecento, non solo una”.
Rileggendo gli obiettivi che la romagnola si era fissata per la scorsa stagione, ne emergono due: puntava a giocare il maggior numero di partite possibile, e a raggiungere un livello di tennis che le permettesse di stare nei grandi tornei. Li ha centrati entrambi, giocando quasi 80 match di singolare e vincendo a livelli sempre più alti.
“Sono partita dai tornei minori – continua – in cerca di fiducia e ritmo partita, così da passare allo step successivo e poi salire di nuovo, di gradino in gradino. Affrontando avversarie sempre più forti, ho raggiunto la consapevolezza di poter stare al loro livello”. La svolta, dopo due titoli fra febbraio e marzo in tornei da 15mila dollari (che non vinceva dal 2017), è arrivata con la finale ad aprile nel 60mila dollari di Bellinzona, nel Canton Ticino. “Li – continua – ho capito di avere le carte in regola per puntare a risultati ancora più importanti. Era un torneo di livello altissimo, e dalle qualificazioni sono arrivata fino in fondo. Quella settimana mi ha dato una consapevolezza tutta nuova, diversa”.
Si è visto: a giugno ha giocato la finale in un 25mila dollari, a luglio un’altra, e poi ha alzato di nuovo l’asticella, decidendo di tentare le primissime esperienze nel circuito maggiore WTA, per capire se era davvero all’altezza. Il responso? Lo è, altroché se lo è. Ha centrato tre quarti di finale consecutivi, a Losanna, Palermo e Portorose, bruciando 100 posizioni in un amen e meritandosi le prime 150 del mondo.
La parte curiosa della storia è che la sua miglior stagione di sempre sia arrivata dopo la peggiore, il 2020, non tanto in termini di risultati quanto di difficoltà. A inizio stagione era entrata in crisi col rovescio, il suo colpo miglior fin da quando a dieci anni ha messo per la prima volta piede su un campo da tennis, a Pietracuta con un primo maestro d’eccezione come Pato Remondegui, già coach delle sorelle Serra Zanetti. Poi è diventata vittima delle sue stesse aspettative, faticando ad accettare dei risultati così così, e in tutto questo ci si è messo anche il Covid, con la pausa forzata dalle competizioni.
Un problema in più, ma anche un’opportunità per guardarsi dentro e ripartire più forte. “È stata dura, ma malgrado fossi un po’ abbattuta ho continuato a lavorare duro ogni giorno, senza mai mollare. Non ho voluto fare passi indietro, o prendermi un periodo di pausa. Ho solo pensato a risolvere i miei problemi, e grazie anche al supporto del mio coach sono riuscito a superarli”.
Il riferimento è a Francesco Piccari, che insieme al fratello Alessandro e alla moglie Karin Knapp ha creato una super struttura ad Anzio, ottenendo ottimi risultati con tante giocatrici. Lei per ultima. “Anche loro – dice ancora Lucia – non si aspettavano una crescita così rapida, anche se hanno sempre avuto le idee chiare ed erano certi che prima o poi certi risultati sarebbero arrivati. Fin da quando sono arrivata da loro (quasi quattro anni fa, ndr) hanno creduto tanto nelle mie potenzialità, nel mio percorso e nella possibilità di ottenere grandi risultati. E ora credono di poter arrivare nelle prime 100”.
Da numero 148 del mondo, e una volta capito che ci sono le armi per vincere partite anche nel circuito maggiore, è logico che il prossimo obiettivo nel mirino debba essere la top-100. Ma senza che diventi un assillo. “Non voglio pensare alla classifica – spiega –, e il nostro vero obiettivo è quello di provare a restare il più possibile nel circuito WTA, impostando la programmazione nel Tour. Se riuscissi a migliorare il ranking sarei contentissima, ma già confermarmi a questi livelli giocando solamente i tornei maggiori sarebbe tantissimo. Il 2022 può essere un anno di transizione, utile per abituarmi a stare a certi livelli e per competere costantemente contro giocatrici fortissime”.
Per stare al passo, nel corso dell’offseason Lucia e il suo staff hanno lavorato tanto su profondità e colpi di inizio gioco. “La profondità di palla – dice – è fondamentale, perché quando il livello sale le rivali non perdonano. Basta giocare una palla troppo corta e te la fanno pagare. Ci siamo concentrati anche su servizio, risposta e primo colpo dopo il servizio. Per competere nel circuito WTA è necessario fare tutto a una velocità maggiore rispetto a quella che bastava prima, altrimenti finisco subito sotto. Il numero degli scambi è minore, quindi bisogna avere più armi. Come quella di cercare di seguire i colpi a rete: ho la tendenza a rimanere sempre dietro, ma ci stiamo lavorando”.
Il suo primo torneo dell’anno sarà il WTA 500 di Adelaide, poi si sposterà a Melbourne l’Australian Open. “Sarà tutto nuovo per me – chiude –, perché a certi ambienti mi devo ancora abituare. Per questo non parto con chissà quali aspettative. Il vero obiettivo della trasferta è quello di riuscire a godermi a pieno l’esperienza, di sentirmi a mio agio e di imparare il più possibile da allenamenti e partite”. Tradotto: se poi arriveranno anche dei buoni risultati tanto meglio, ma per adesso il focus è ancora sulla crescita, per alzare il livello senza badare troppo a vittorie e sconfitte. Una strategia che fino a qui ha funzionato benissimo.