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Campioni nazionali

Forti cresce a suon di vittorie, anche nei Challenger

Il tennista di Cesenatico, classe 1999, ha già vinto 25 incontri dall’inizio dell’anno e ha fatto vedere grandi cose al Challenger di Forlì, dimostrando di valere ampiamente la categoria. “Una crescita che nasce dal lavoro dell’ultimo periodo”. Da under 18 ha fatto grandi cose: è il momento di riuscirci anche fra i professionisti

22 giugno 2021

Francesco Forti (foto Marta Magni/MEF Tennis Events)

Francesco Forti (foto Marta Magni/MEF Tennis Events)

Nel 2019, un suo spettacolare tweener vincente a San Benedetto del Tronto ha fatto il giro del mondo e il pieno di clic sui vari canali social dell’ATP, finendo nella selezione dei dieci migliori punti dell’intera stagione Challenger. Ma più che per quella magia da sotto le gambe, Francesco Forti punta a essere ricordato per i suoi risultati sul campo, sempre di più e sempre più importanti in questa prima metà di 2021. Da febbraio il 21enne di Cesenatico ha già raccolto la bellezza di 25 vittorie, conquistando quattro semifinali e una finale (in Bosnia) a livello ITF, mentre la scorsa settimana è stato fra i protagonisti del Challenger di Forlì. Partito dalle qualificazioni, ha vinto quattro match (di cui tre in rimonta) e si è spinto fino al suo secondo quarto di finale in carriera nella categoria, sbattendo fuori al primo turno del main draw il favorito numero uno Tallon Griekspoor, olandese, numero 120 del mondo. Un successo che la dice lunga sui progressi del romagnolo, il migliore – secondo il ranking ATP – degli azzurri nati nel 1999.

Sugli spalti a Forlì c’erano tanti amici a sostenerlo, e lui li ha fatti contenti firmando la vittoria più prestigiosa della sua carriera. “Sono davvero felice – ha detto – di aver offerto una buona prestazione davanti a tanta gente che conosco. Si tratta di una vittoria che nasce dal lavoro svolto nell’ultimo periodo. Ho vinto tanti incontri a livello Futures, dal punto di vista mentale sono migliorato molto e contro Griekspoor si è visto. Nel terzo set ho alzato il ritmo e ce l’ho fatta”. Nel main draw di Forlì l’azzurro ha fatto fuori anche il tedesco Grech, poi si è arreso al francese Quentin Halys, ma il suo torneo non ha fatto altro che confermare come, dopo i tanti piazzamenti nei Futures, sia ormai pronto per competere in pianta stabile a livello Challenger.

Lo dicono i risultati, così come un tennis che punta forte sul servizio (il fisico lo aiuta: è alto 188 cm) e una classifica che grazie all’ultimo risultato lo vede salire al numero 380, e ritoccare di una quindicina di posizioni il suo precedente best ranking. Non è ancora sufficiente per entrare stabilmente nei main draw dei Challenger, ma il traguardo non sembra così lontano. Specialmente se dovesse continuare a raccogliere vittorie su vittorie a ogni torneo, e magari aggiungere un secondo titolo internazionale a quello conquistato nel 2019 a Casale Monferrato.

Francesco Forti con coach Gabrio Castrichella

Forti ha iniziato a giocare a tennis a 4 anni ed è cresciuto ammirando Roger Federer e Rafael Nadal, prima di sposare anche il partito Djokovic, che dei tre è il migliore (almeno oggi) ma è anche quello a cui viene più semplice ispirarsi. L’azzurro lo fa quando va in campo ogni giorno, sotto la guida di coach Gabrio Castrichella sui campi del Centro Tecnico Federale di Tirrenia. Per Francesco è casa da anni, così come l’intero sistema FIT: a 15 anni si è trasferito nel CTP di Foligno, mentre è a Tirrenia dal 2016, quando ancora frequentava il circuito juniores, e con ottimi risultati. Fra gli under 18 è stato numero 45 del mondo, ha giocato i quattro Slam, raggiunto gli ottavi a Wimbledon e una semifinale ai Campionati Europei, ma soprattutto ha lavorato sulla formazione, quella che oggi gli permette di guardare con fiducia a livelli sempre superiori, sognando un giorno di raggiungere certi risultati anche nel tennis dei grandi.

L’esempio da seguire è quello di Jannik Sinner, quel talento sul quale Francesco scommetteva già nell’ottobre del 2018, quando l’altoatesino dai capelli rossi era numero 800 al mondo e sconosciuto ai più, e aveva giocato giusto una finale in un torneo Futures in Val Gardena. “Fra i giovani che devono ancora esplodere – raccontò in una intervista – io punterei su Jannik Sinner. Per la sua età è molto ordinato in campo e maturo fuori”. Quattro mesi dopo Jannik avrebbe vinto il Challenger di Bergamo, e a un anno dalla previsione di Forti era già nei primi 100 al mondo. Una scommessa azzeccata in pieno. Ora tocca a Francesco provare a fare lo stesso.

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