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Campioni nazionali

Berrettini: "Fiero del mio tennis. Mi allenerò più spesso con Sinner"

"Questo titolo è per la mia famiglia, che per la prima volta mi ha visto alzare un trofeo" ha detto Matteo Berrettini dopo il successo all'ATP 250 di Belgrado in finale su Karatsev

di | 26 aprile 2021

Matteo Berrettini ha vinto davanti al padre Luca, alla madre Claudia e alla fidanzata Ajla Tomljanovic. Ha conquistato così a Belgrado il quarto titolo in cinque finali ATP in carriera, battendo il russo Aslan Karatsev, rivelazione della stagione. In conferenza stampa, ha raccontato il suo orgoglio e il suo bel rapporto con Jannik Sinner.

 "Questo è un titolo per la mia famiglia - ha spiegato a caldo -. E' la prima volta che mi vedono alzare un trofeo dal vivo per cui è davvero speciale. Quando ero piccolo mi hanno sempre accompagnato dappertutto. Ne è passato di tempo, si meritano questa gioia e questo livello di tennis".

In conferenza stampa ha sottolineato la sua fiducia nel suo livello attuale di gioco. "Sono un Top 10, mi sento un Top 10: non ho mai dubitato del mio livello e di quello che ho conquistato - ha detto -. Ho molta fiducia nel mio tennis. Quando funzionano le mie armi, servizio e diritto, devono stare attenti tutti".

Le due armi hanno funzionato bene in finale contro il russo Aslan Karatsev. "Sono fiero di come ho giocato, penso di aver fatto bene anche in difesa. Non dico di aver dominato, ma ho avuto più occasioni di lui. Sono stato bravo - ha aggiunto - dopo i game in cui ho avuto occasioni a ripartire da zero". 

Una qualità che fa la differenza nelle finali, ha sottolineato. Perché in questo tipo di partite "non conta tanto la classifica. Devi essere duro, perché vince chi lo vuole di più, chi è più pronto. In questa partita sono stato migliore di lui".

Berrettini è anche tornato sulle difficoltà legate all'infortunio. "Non è semplice strapparsi l'addome e poi ritornare a servire" ha ammesso l'azzurro. Non è stato facile nemmeno gestire la sconfitta a Monte-Carlo contro lo spagnolo Alejandro Davidovich-Fokina, nel primo match di singolare dall'Australian Open. 

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"Sono stato triste per un paio di giorni, mi sono allenato con fatica. Il mio coach Vincenzo Santopadre mi ha tenuto molte ore in campo, non mi ha permesso di togliermi dalla difficoltà e dal giorno successivo ho detto che avrei voluto giocare anche in allenamento punti con la stessa intensità che avrei trovato in partita".

Nel Principato si è anche allenato per tre giorni insieme a Jannik Sinner. "Lavorare con un giocatore più giovane che sta salendo mi fa bene, l'ho sempre detto. Spero e credo che ci alleneremo sempre di più insieme".


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