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Campioni nazionali

Arnaldi da Top 200: a New York col pieno di fiducia

Grazie alla finale al Challenger di San Marino il 21enne ligure ha sfondato il muro dei primi 200 giocatori del mondo, e debutterà nelle qualificazioni dello Us Open in un gran momento di forma. “Sono felice di come sta andando il mio 2022 – ha detto – ma posso e devo crescere ancora”. Il costante confronto fra i Next Gen azzurri sta aiutando tutti

19 agosto 2022

Ormai è un’abitudine che si rinnova ogni settimana, perché fra un Challenger e l’altro c’è sempre un giovane azzurro che riesce a fare strada fino alle fasi finali. Solo nel corso dell’estate si sono alternati in tanti, ultimo Matteo Arnaldi, che a maggio aveva vinto il suo primo titolo nella categoria a Francavilla al Mare e la scorsa settimana ha sfiorato il bis a San Marino, in uno degli appuntamenti storici del calendario. Un risultato che conferma una volta di più la crescita del 21enne ligure di Sanremo, capace di scalare circa 200 posizioni in classifica dall’inizio della stagione, fino a guadagnarsi (questa settimana) la top-200 e il best ranking al numero 186.

“Quella di San Marino – ha detto Matteo – è stata una settimana fantastica, nella quale il pubblico mi ha davvero fatto sentire come a casa. Mi spiace solo non essere riuscito a esprimermi al meglio durante la finale (persa contro il russo Pavel Kotov, ndr), ma sono comunque soddisfatto di come sta andando. Competere a questi livelli era il mio obiettivo per la stagione, e sono felice di averlo raggiunto. Mi auguro di poter giocare ancora qualche partita nel circuito ATP entro la fine dell’anno, così da confrontarmi con giocatori di altissimo livello e provare ad alzare ancora il mio livello.

Intanto, il risultato sul Titano fa venire l’acquolina in bocca in vista del suo debutto nelle qualificazioni degli Us Open, la prossima settimana a New York, dove Arnaldi sarà uno dei 19 membri di una pattuglia azzurra da record (senza contare il main draw). A Flushing Meadows cambierà la superficie e quindi anche il tipo di tennis richiesto, ma l’allievo di coach Alessandro Petrone – malgrado continui a preferire la terra battuta, per abitudine – sa esprimersi a ottimi livelli anche sul cemento.

Quella agli Us Open sarà la seconda esperienza di Arnaldi in un torneo del Grande Slam, dopo la toccata e fuga a Wimbledon (o meglio, a Roehampton) per le qualificazioni dei Championships. Una dimensione che ha mostrato di meritare sia in termini di livello assoluto sia di continuità, aspetto fondamentale per emergere. E anche in termini di maturità: la prova è nella scelta di fermarsi per una settimana il mese scorso, quando la conta delle sconfitte consecutive era arrivata a quota quattro. “Sono state settimane difficili – ha spiegato – perché non riuscivo a trovare il livello desiderato e non mi sentivo bene in campo, così ho modificato la mia programmazione. Sono tornato a casa, mi sono preso qualche giorno di pausa, mi sono allenato una settimana e al ritorno nel circuito è andata molto meglio”.

Ha raggiunto prima i quarti a San Benedetto, poi di nuovo a Cornenons e a San Marino è riuscito ad andare fino in fondo, lasciando poco spazio a tutti gli avversari incontrati. “Bisogna imparare ad accettare che non sempre si può vincere e giocare alla grande. Ho attraversato un calo di rendimento, ma fermandomi e riposando sono riuscito a ritrovare buone sensazioni”.

Arnaldi è uno degli otto italiani che occupano le prime 16 posizioni della Race to Milan, anche se per conquistare un posto alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals dovrebbe raddoppiare il proprio bottino stagionale nel giro di due mesi e poco più. Non è impossibile, ma difficile sì, quindi meglio concentrarsi sulla crescita piuttosto che sul ranking. I miglioramenti in classifica arriveranno di conseguenza, anche perché i 60 punti da difendere da qui a fine stagione sono tutto fuorché irraggiungibili.

“Devo migliorare ancora su tantissimi aspetti – ha spiegato –, in particolare nel servizio e nella capacità di controllare i passaggi a vuoto. Devo provare a ridurli, giocare molte partite a questi livelli aiuta tanto”.

L’altro aspetto che può servire, a lui come a tutti gli altri Next Gen (e non solo) del gruppo azzurro, è il confronto, che si traduce in stimolo per seguire le orme dei coetanei. “Siamo tutti amici – ha detto ancora Arnaldi –, quindi ci confrontiamo fra di noi e osserviamo l’uno i risultati degli altri. Vedere un coetaneo, col quale sei cresciuto o ti alleni regolarmente, raggiungere determinati traguardi ti fa capire di poter ottenere certi risultati. Vedere dove sono arrivati Sinner e Musetti è di grande stimolo per tutto il gruppo. Oggi siamo in tanti e ci trasciniamo a vicenda, tutti con l’obiettivo di crescere e migliorare”.

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