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Campioni nazionali

Bolelli al Roland Garros dove fece 'boom'

L'azzurro si è qualificato per la tredicesima volta al Roland Garros. Nel 2008 qui sconfisse Del Potro e raggiunse per la prima volta il terzo turno in uno Slam. Dopo Wimbledon, ha detto, potrebbe dedicarsi solo al doppio

di | 24 maggio 2019

Simone Bolelli

Parigi val bene un ultimo giro di giostra. Simone Bolelli ha sconfitto per 61 76(5) il giapponese Go Soeda, numero 201 Atp, e si è qualificato per il suo tredicesimo Roland Garros, il suo 33mo Slam. Nei major l'azzurro non è mai andato oltre il terzo turno. Gli è successo cinque volte in carriera. A Parigi si è rivelato negli Slam. Era il 2008, le vittorie su Marcos Baghdatis e Juan Martin Del Potro, che da giovane si appoggiava a Cividino dove il bolognese si allenava, lasciavano intravedere un futuro decisamente radioso. “Gioca molto rilassato e ha il rovescio a una mano, come me. Ha colpi e ha talento” diceva allora Roger Federer, come riportava Vincenzo Martucci sulla Gazzetta dello Sport. Ci ho anche palleggiato 2-3 anni fa e ho subito visto che aveva qualità, ma allora mi chiedevo se avrebbe fatto il salto di qualità”. Il tempo e qualche infortunio di troppo daranno la risposta.

 

Sette anni dopo, nel 2015, sempre alla Porte d'Auteuil ha giocato per l'ultima volta un terzo turno in uno Slam. Supera al secondo il serbo Viktor Troicki, sogna l'impresa, va avanti due set a uno contro David Ferrer che però gli lascia un game negli ultimi due parziali.

 

Gli altri tre li ha giocati a Wimbledon. Nel 2008 sconfigge Fernando Gonzalez, allora testa di serie numero 15, in quattro set, prima di perdere contro Lleyton Hewitt. Nel 2011 firma un altro capolavoro, entra da lucky loser, batte Stan Wawrinka al secondo turno giocando un match ai limiti della perfezione. Resta la sua ultima vittoria contro un top 20 in uno Slam. Cede poi con qualche rimpianto contro Richard Gasquet. Nel 2014 si ferma invece contro Kei Nishikori.

 

“Il Roland Garros e Wimbledon saranno probabilmente i miei ultimi tornei in singolare” ha detto al nostro Alessandro Nizegorodcew. “Devo essere realista – ha spiegato il talento di Budrio dal Roland Garros, dove è impegnato nelle qualificazioni -. Giocare sia singolo che doppio è per me ormai impossibile e dovrò prendere a breve un’importante decisione sul mio futuro”.

 

In doppio, con Fabio Fognini, ha scritto la storia all'Australian Open del 2015. Battono i francesi Pierre-Hugues Herbert e Nicolas Mahut 6-4 6-4 e diventano la prima coppia tutta italiana a trionfare in un major dal successo di Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola al Roland Garros del 1959. A fine stagione hanno poi completato la prima vittoria azzurra nella storia delle ATP Finals, tra singolare e doppio. Fognini e Bolelli battono 6-4 1-6 10-5 in un'ora di gioco, l'indiano Rohan Bopanna ed il rumeno Florian Mergea, già qualificati per le semifinali. Non scontata la dedica che Fognini lascia sull'obiettivo della telecamera a Parigi e Valeria Solesin, la giovane ricercatrice veneziana rimasta uccisa durante l'attentato al Bataclan del 13 novembre 2015, pochi giorni prima.

 

Un anno fa, però, proprio al Roland Garros riuscì a tenere in campo Rafa Nadal al primo turno per quasi tre ore, senza contare la pioggia, a disegnare vincenti da applausi e a portarlo al tiebreak nel terzo. Nessuno aveva vinto più di otto game contro lo spagnolo alla Porte d'Auteuil dal 2015. Dodici mesi dopo, Bolelli torna per un altro abbraccio, per una nuova speranza prima del bivio e di un nuovo inizio di carriera.

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