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Campioni internazionali

Vekic, la donna che visse due volte

La croata Donna Vekic ha confessato di aver pensato al ritiro ma all'Australian Open ha raggiunto il suo secondo quarto di finale in carriera in uno Slam

di | 23 gennaio 2023

Sarà perché era opposta ad una diciassettenne, sarà perché il suo debutto in Fed Cup risale al 2012 o perché è giunta al suo undicesimo Australian Open (“senza contare le volte in cui sono venuta qui da junior”, specifica), ma sembra davvero una veterana. Invece Donna Vekic è nata ad Osijek nel giugno del ’96, quando nella profonda Slavonia gli echi della guerra non si erano ancora del tutto spenti, e a 26 anni ha eguagliato il miglior risultato della Slam di una storia sportiva che ha vissuto almeno due vite. Una traiettoria lunga più di un decennio, proseguita tra alti e bassi tecnici, condizionata da malanni fisici e forse anche dai gossip. Tutti ingredienti che hanno impedito all’ex enfant prodige di sbocciare fino in fondo.

Il suo Happy Slam 2023 è cominciato col brivido di un 7-6 al terzo alla qualificata russa Selekhmeteva, ed è seguito con un 6-3 6-0 a Samsonova e un doppio 6-2 a Parrizas Dias prima del successo di oggi in tre set sulla più grande delle sorelle Fruhvirtova. “La settimana prima del torneo avevamo giocato a Kooyong, e quella partita mi ha aiutato a capire meglio il suo gioco. Allo stesso tempo, Linda è talmente giovane ed impara talmente in fretta che cresce giorno dopo giorno. Oggi mi ha presentato delle difficoltà impreviste”. Difficoltà che non hanno impedito a Vekic di spuntarla 6-2 1-6 6-3 in poco più di 2 ore.

Ancora minorenne - quando aveva più o meno l’età di Linda - la croata vinceva in Malesia il primo titolo di una carriera che si preannunciava luminosissima e che invece ha imboccato vicoli ciechi e ha rischiato di finire anzitempo. Dopo il secondo trofeo a Nottingham nel 2017, Vekic aveva toccato il suo apice nel ’19, quando perdeva di misura due finali (San Pietroburgo e Nottingham) e raggiungeva i quarti agli UsOpen, entrando per la prima volta tra le prime 20 del ranking WTA.

La pandemia ne frenava la crescita, un intervento al ginocchio sembrava mettere fine alla sua parabola, tanto che Donna cominciava ad investire tempo e denaro in attività imprenditoriali e benefiche.

“Il tennis era ancora la mia priorità, ma il mio approccio e la mia mentalità erano cambiati. Dopo quell’operazione mi sono presa due mesi di riposo. Mi sentivo pronta a lasciare definitivamente il tennis. Me lo sono detta due volte”. La prima volta, nel dicembre 2021, Donna si sarebbe presentata a Courmayeur e avrebbe vinto il torneo, mettendo fine ad un digiuno durato più di 4 anni. La seconda, sul finire dell’anno scorso, si sarebbe presentata a San Diego con la testa altrove. “Dopo l’ultimo UsOpen mi ero data tempo fino al prossimo Wimbledon per ascoltare me stessa e constatare se valeva ancora la pena di provare a giocare per cercare di raggiungere il livello del passato”.

Arrivata in California mentalmente pronta ad appendere la racchetta al chiodo, Vekic ha vissuto un secondo momento-Courmayeur, si è qualificata per il main draw e ha raggiunto la finale del WTA500 battendo Sakkari, Pliskova, Sabalenka e Collins prima di perdere in 3 set da Swiatek.

Così invece di lasciare ha raddoppiato, e a San Diego ha deciso di aggregare al suo team DV l’ex pro Pam Shriver. Adesso, in questa sua seconda vita sportiva, Donna Vekic ha appena eguagliato il suo miglior risultato Slam, ha rimesso il naso tra le top 35 e mercoledì affronta Aryna Sabalenka per un posto in semifinale.

Lo stato di forma farebbe pendere la bilancia dalla parte della bielorussa, ma la storia delle due (5-1 per la croata nei precedenti) e l’idiosincrasia della 24enne di Minsk per le seconde settimane dei major rendono il pronostico incredibilmente aperto ad una sorpresa firmata dall’ex ragazzina prodigio diventata una veterana suo malgrado.

"Mi sento più dei miei 26 anni quando mi alzo dal letto e faccio fatica a muovere i primi passi. Ma poi quando riesco ad esprimermi sul campo da tennis torno a provare delle sensazioni indescrivibili". 

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