

"Con Federer e Nadal abbiamo spinto il tennis al limite" ha detto Nadal in un'intervista a Marca. "Ora la nuova generazione ha la possibilità di vedere la vittoria più spesso"
di Alessandro Mastroluca | 23 dicembre 2022
"Carlos Alcaraz è speciale, penso sia destinato a segnare un'epoca". Rafa Nadal, il campione con più titoli Slam all'attivo nella storia del tennis, incorona il suo erede in una lunga intervista al quotidiano spagnolo Marca. Non gli piace dilungarsi troppo nel dibattito sul più grande di tutti i tempi, appassionante quanto irrisolvibile, che lo coinvolge agli occhi dei tifosi insieme a Federer e Djokovic. Di sicuro, spiega, "noi tre abbiamo spinto il tennis al limite".
E questo ha condizionato anche la generazione di Zverev, Tsitsipas, Medvedev. "Per tanti anni i nostri avversari hanno vinto poco e quando vinci, migliori". Per questo, secondo Nadal, i più giovane come Alcaraz, Jannik Sinner o Holger Rune, entrato quest'anno in Top 10 dopo il trionfo a Parigi-Bercy in finale su Djokovic, hanno maggiori possibilità, secondo Nadal, di sfondare. "Federer si è ritirato, io e Djokovic giochiamo sempre meno, e poi sono davvero forti. Questo permette loro di visualizzare possibilità di vittoria come i nostri rivali fino a qualche anno non riuscivano a fare".
Il suo futuro, intanto, è la United Cup, la nuova competizione a squadre miste in Australia: il suo esordio è fissato per il 31 dicembre contro il britannico Cameron Norrie. Poi il 2 gennaio è in programma al momento la sfida contro l'australiano Nick Kyrgios, riedizione della semifinale di Wimbledon saltata a causa dello strappo agli addominali del maiorchino.
"Penso che sarà divertente, ma superare il girone non sarà facile. Dobbiamo realisticamente ammettere che sarò un po' a corto di condizione. Cercherò comunque di vincere qualche partita o almeno di raggiungere uno stato di forma sufficiente per essere competitivo all'Australian Open" ha detto Nadal che non ha in programma di giocare altri tornei prima del primo Slam della stagione.
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Lo spagnolo ha dovuto sottoporsi molte volte a sedute di iniziezioni con radiofrequenza pulsata al piede sinistro per contenere il dolore dovuto alla sindrome di Muller-Weiss, una incurabile malformazione ossea.
"Devo ringraziare Mario, il mio regolare anestesiologo a Barcellona, e il dottor Angel Ruiz-Cotorro, che mi hanno messo in contatto con lo specialista David Abejon - ha detto Nadal -. Con lui ho iniziato questo trattamento che ha cambiato la mia vita prima ancora della mia carriera. Ora sono più felice, al di là del vincere o perdere in campo. Prima giocavo prendendo una quantità enorme di antidolorifici ma zoppicavo tutto il giorno, avevo perso la mia vitalità, ero triste e ho pensato anche di abbandonare il tennis".
La sua prima stagione completa da padre Nadal la inizierà con un'altra novità. Nello staff non c'è più Francisco Roig, che l'ha accompagnato dal 2005 e ha cominciato a lavorare con Sloane Stephens, ma l'argentino Gustavo Marcaccio.
"Da un anno lavora nella Nadal Academy ma ci conosciamo da anni perché allenava Juan Monaco, uno dei miei migliori amici nel circuito - ha detto Nadal -. Mi hanno sempre parlato bene di lui, è un serio e grande lavoratore". Quando Roig ha deciso di prendere un'altra strada, scegliere Marcaccio è diventato naturale. "Avevo bisogno di aggiungere una persona nuova nello staff anche perché Carlos (Moya) e Marc (Lopez) hanno figli e non possono seguirmi ovunque. Poi una faccia nuova stimola tutti i membri del team".
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