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Campioni internazionali

Parole da Slam - Van De Zandschulp: ”Più sono forti, meglio gioco”

L’olandese che arriva dalle qualificazioni è ai primi quarti di finale in un torneo dello Slam: “So che posso battere Top 20 e Top 10, anche se non mi succede molto spesso”. Alcaraz: “La gente mi ha dato energie”. Felix Auger Aliassime: “Mai dare nulla per scontato”.

06 settembre 2021

Botic Van De Zandschulp non è poi così sorpreso del suo exploit, lo è decisamente di più quando gli chiedono come si pronuncia il suo nome: “Devo dirvelo davvero? Lo so, è molto difficile (ride)”. C’è un’altra cosa però che, in questi US Open, è una sorpresa. “Il fatto di aver vinto il primo set, negli ottavi di finale: non era mai successo fin qui. Certo, non mi aspettavo di arrivare tanto lontano, però ormai ho capito che posso battere anche giocatori Top 20 o Top 10, non è più una sorpresa, anche se non mi succede così spesso. Contro di loro gioco soprattutto negli Slam, perché non ho frequentato molto il circuito maggiore fin qui, ho sempre giocato molti Challenger. Però mi rendo conto che quando affronto avversari molto più forti di me, riesco ad alzare il livello e a dare il mio meglio. Come al Roland Garros, dove ho battuto Hurkacz. Diciamo che preferisco giocare contro giocare forti. Fisicamente mi sento veramente bene, anche quando i match si fanno lunghi mi pare di avere ancora molto da dare. Più dei miei avversari”.

“Ho cominciato a fare sul serio a 20 anni col tennis, prima mi sono preoccupato di finire gli studi e poi ho avuto qualche guaio fisico, ero più o meno numero 300 del mondo e poi, col fatto dei due ranking distinti (ITF e ATP, ndr), ho dovuto fare punti nel primo per poter entrare poi nel secondo. La classifica è migliorata quando ho cominciato a giocare con continuità i Challenger, poi sfortunatamente quando sono arrivato attorno alla posizione numero 150, ed ero pronto per affrontare i Grand Slam, è arrivato il Covid. Adesso per fortuna sto facendo molti punti, entrerò nei primi 100 e avrò più occasioni di giocare i tornei principali”.

Adesso gli tocca Daniil Medvedev, il numero 2 del mondo. “Fin qui mi sento di aver fatto ottime cose, aver battuto il n.11 del mondo (Diego Schwartzman negli ottavi di finale, ndr) è una cosa speciale. Anche perché personalmente era la prima volta che giocavo in uno stadio così grande, il pubblico è incredibile. Chissà, il prossimo turno potrebbe pure essere sull’Arthur Ashe, ci sarà ancora più gente immagino… non vedo l’ora”.

Carlos Alcaraz Garfia: “Pensavo di non avere più energie”

“Ovviamente sono al settimo cielo, sono per la prima volta alla seconda settimana di uno Slam ed è fantastico, un sogno che diventa realtà. Anche se devo dire che giocare tutti questi match così tosti, magari che finiscono al quinto set, è dura. Confido di giocare sempre più match di questo livello e di entrare sempre più spesso nelle seconde settimane degli Slam. Non mi sarei aspettato di arrivare fino ai quarti di finale qui. Il bello è che devi resettare tutto a ogni partita: non posso permettermi di pensare a quanto bene ho fatto per battere Tsitsipas o cose del genre. Ogni giocatore che affronti è un osso duro e devi ripartire ogni giorno da zero”.

In Spagna - e nel mondo - si comincia a fare un gran parlare di Alcaraz. “Io non me ne curo molto, so che si parla molto di me, ma io mi voglio concentrare solo sul presente, su New York, è questo quello che conta adesso”. Il che significa Felix Auger Aliassime, il prossimo avversario: “Devo recuperare da questi quinti set, nell’ultimo incontro contro Peter (Gojowczyk, ndr) pensavo di non averne più già dopo due set, sia fisicamente che mentalmente. Ma la gente mi ha dato una grossa mano, mi hanno trascinato loro, è stato molto importante. Ho preso energia dal pubblico, sentivo che mi spingevano. Senza di loro, probabilmente non sarei qui adesso”.

Felix Auger Aliassime: “Ho migliorato molto il servizio”

“Ho giocato un’altra partita molto solida, il servizio soprattutto ha funzionato molto bene. Ho fatto fatica nel primo set, poi sono riuscito a rientrare anche perché ho sempre avuto la percezione che ce l’avrei fatta. Sono contento di come mi sono saputo gestire, di come mi sono posto in campo, di come sono riuscito a recuperare dopo una brutta partenza. Concentrazione e positività sono sempre la chiave di tutto”. Ora è al secondo quarto di finale Slam consecutivo: “Lo scorso anno sono salito molto, nel 2019 ho fatto più fatica nonostante avessi migliorato molto il mio ranking, però non avevo alcuna esperienza nei tornei del Grand Slam. Ora è diverso, sono alla terza volta consecutiva nella seconda settimana di un major, ho più fiducia in me stesso e nei miei mezzi. Ho la consapevolezza che posso arrivare a questi livelli e starci. Io comunque penso sempre e solo a migliorare me stesso, senza stare troppo a sentire quello che si dice su di me o a ricamarci sopra. Con tutti gli alti e bassi che ho avuto, credo adesso di meritarmi di essere dove sono”.

La differenza, tecnicamente, la sta facendo il servizio, per il quale Tiafoe nel post match di ottavi di finale si è complimentato. “Ho sempre pensato di avere le qualità atletiche per servire bene: altezza, potenza, fisico. Adesso ho un ritmo migliore e pure il lancio di palla è più continuo, ci ho lavorato molto su questi due aspetti, specialmente nell’ultimo anno e durante lo stop per la pandemia. Credo di aver utilizzato quel tempo al meglio per migliorare. Una volta rientrato in campo ho sentito la differenza: servivo già bene prima, ma dopo la ripartenza ho fatto un bel salto di qualità soprattutto in termini di continuità. Si tratta sempre di work in progress, non c’è mai nulla da dare per scontato ma le sensazioni del momento sono queste”.

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