-
Campioni internazionali

“Pericolo” Gracheva: il CIO vuole arginare un’emorragia di russi

Così come in altri sport il tennis rischia che più russi e bielorussi giochino per altri paesi. Perciò il CIO ha messo un primo argine

di | 30 marzo 2023

E’ difficile oggi essere russi. Ma è anche impossibile cancellarli, men che meno nello sport. Come si vede dalle ultime decisioni del CIO che, contro il parere dei comitati nazionali, ha ammesso i figli di Putin all’Olimpiade di Parigi pur senza bandiera, inno e squadre.

Nel tennis siamo però al paradosso: dopo la russa mascherata, la 23enne Elena Rybakina, nata e residente a Mosca ma con bandiera kazaka, dietro le quinte, con grande tatto e nel massimo silenzio, la 22enne russa Varvara Gracheva ha avviato da tempo le pratiche per diventare francese. Che significato dare a questi due eventi? Che pericolo sia nasconde dietro la strategia della potente FFT?

SOLDI SOLDI

Rybakina cercava un sostegno finanziario nella sua crescita di atleta professionista, per cui come tanti altri tennisti ha accettato l’offerta del miliardario Bulat Utemuratovvicepresidente della Federazione Internazionale Tennis e presidente della KTF, la federazione kazaka.

La madre Russia non avrebbe mai potuto offrirle tanto, anche in un momento non felicissimo, con una sola top ten, Kasatkina, peraltro mai protagonista a livello Slam. Eticamente la scelta di Elena, oggi 7 del mondo, è quindi discutibile ma comprensibile in relazione alle motivazioni e alle potenzialità della bella atleta allenata dal croato Stefano Vukov. Anche se certo è stato paradossale che all’ultimo Wimbledon, dove i russi erano formalmente esclusi, abbia trionfato una kazaka che tutti ma proprio tutti riconoscono come russa.

 

Rybakina story: la costruzione di una campionessa

NON PER SOLDI?

I francesi non pronunceranno mai la parola soldi parlando della naturalizzazione di Gracheva, oggi 54 del mondo. Ed evitano accuratamente la parola fuga dal delicatissimo momento che la Russia sta attraversando, con gran parte del mondo che le ha girato le spalle dopo l’invasione dell’Ucraina.

Le autorità del tennis francese puntualizzano accuratamente che la ragazza si allena all’Elite tennis center di Cannes sin dal 2016 e il lungo e tortuoso processo burocratico per cambiare bandiera è partito tre anni fa, prima ancora che scoppiasse l’ostracismo anche sportivo a russi e bielorussi. Gracheva ha appena passato l’esame di francese e, in attesa di aver sondato per bene le acque del delicato ambiente francese, la FFT spera di abbracciarla presto sia in Billie Jean King Cup - dove non ha mai giocato per la Russia - che ai Giochi Olimpici, per sopperire ai problemi di classifica di Garcia e compagne. Con Caroline al numero 4 ma in crisi di risultati, Cornet 66 ma sul viale del ritiro, Dodin 93 e Burel 104. Per citare le prime nel ranking WTA.

ALTRO PARADOSSO

Gracheva è salita alla ribalta più che per il doppio successo stagionale sulla numero 1 russa nella classifica mondiale, Kasatkina, per gli ottavi a Indian Wells partendo dalle qualificazioni (arrendendosi solo alla futura campionessa Rybakina) e per aver vinto 14 delle ultime 16 partite, ma per una sconfitta, nella finale di Austin.

Perché, sul net, l’ucraina Marta Kostyuk non le ha stretto clamorosamente e polemicamente la mano. Furibonda perché la russa non aveva espresso solidarietà al popolo di Kiev, né pubblicamente, né privatamente.

Ennesimo paradosso del braccio di ferro perché ormai da 7 anni Varvara vive in Francia e fa compagnia nel centro federale di Cannes ad un’altra russa, la 17enne Yaroslava Bartashevich, una delle junior più forti in circolazione che l’anno scorso ha cominciato un percorso analogo.

ESCAMOTAGE

L’enorme serbatoio di atleti russi non può lasciare indifferente gli altri paesi. Proprio in questa ottica e in difesa del diritto degli atleti di svolgere la propria professione, il CIO ha messo un primo argine a un’emorragia che potrebbe assumere proporzioni clamorose, sconvolgendo lo sport tutto e svilendone i valori. Infatti, in altre discipline, come il ghiaccio, tradizionale terreno di conquista dei russi, già succede che ci sono tanti atleti russi in gara con altre nazioni: ce n’erano addirittura 22 ai Mondiali dellanno scorso a Montpellier, 21 ai recenti Europei di Espoo. E quest’anno, ai Mondiali di Saitama, sono arrivati a 24 più 2 riserve. Il tennis non può rischiare qualcosa di analogo.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti