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Campioni internazionali

Djokovic e Kyrgios, c'eravamo tanto odiati: sfida benefica in Australia. Tutto esaurito in 58 minuti

Djokovic e Kyrgios si ritroveranno di fronte per la prima volta dalla finale di Wimbledon il 13 gennaio. La partita, un'esibizione organizzata a Melbourne Park, servirà a raccogliere fondi per la Australian Tennis Foundation. La Rod Laver Arena è andata esaurita in 58 minuti

di | 10 gennaio 2023

"I fratelli nemici più famosi del tennis". Così l'Australian Open sul suo profilo Twitter ha promosso la partita di allenamento fra Novak Djokovic e Nick Kyrgios, che si affronteranno per la prima volta dalla finale di Wimbledon il 13 gennaio sulla Rod Laver Arena. La partita rientra nelle serie di incontri riuniti sotto l'etichetta "Perfect Practice series", che si svolgeranno dal 9 al 13 gennaio con uno scopo benefico con tanto di arbitro e giudici di linea. 

Il ricavato della vendita dei biglietti andrà infatti alla Australian Tennis Foundation che si propone di utilizzare il tennis per favorire la coesione sociale e l'integrazione.

L'iniziativa ha riscosso un successo clamoroso: con i biglietti a 20 dollari australiani (13 dollari Usa) i 14.820 posti della Rod Laver Arena sono andati esauriti in 58 minuti. Con conseguente commentino sarcastico di Kyrgios su Twitter.

 

"Per molto tempo non sono stato certo il suo preferito - ha spiegato Djokovic dopo il titolo vinto ad Adelaide -, ma l'anno scorso è stato uno dei pochi dalla mia parte e questo l'ho molto apprezzato". 

Il riferimento è alla vicenda conclusa con la sua espulsione dall'Australia, dopo due appelli contro la revoca del visto e qualche giorno trascorso in una struttura utilizzata dal governo per trattenere gli immigrati senza regolari documenti. "Da australiano, Kyrgios in quel momento mi ha dato il suo più totale appoggio e da allora il nostro rapporto è  migliorato molto".

Prima della finale di Wimbledon, Kyrgios parlava della loro relazione come di una "Bromance", un'amicizia fraterna. "Tutti sanno che in passato non ci siamo certo amati, e anche quello era interessante per il tennis, per i media, per i tifosi. Ora invece siamo vicini, ci scambiamo tanti messaggi su Instagram".

Kyrgios, le prime accuse a Djokovic

Era stato proprio Kyrgios, in un podcast del 2019, ad accendere la polemica. "Ho l'impressione che abbia un bisogno malato di essere amato. Vuole essere Federer - diceva -. Poi secondo me non dice mai quello che pensa, ma solo quel che pensa la gente voglia sentire da lui".

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L'australiano l'aveva poi accusato per la leggerezza con cui nel 2020, in pieno lockdown, aveva organizzato l'Adria Tour, un torneo-esibizione senza restrizioni sanitarie che era stato interrotto prima della finale per i tanti casi di tennisti contagiati dal virus durante la manifestazione. 

Kyrgios ha mantenuto la sua posizione almeno fino all'Australian Open 2021. "Non conta quanti Slam vincerà, per me Djokovic non sarà mai il più grande" diceva allora all'Herald Sun. "Fuori dal campo, non ho alcun rispetto per lui" rispondeva Djokovic.

Ma un anno fa è cambiato tutto. La storia è nota: Djokovic parte per l'Australia dopo che gli organizzatori gli hanno riconosciuto un'esenzione medica in accordo con il comitato di medici dello Stato di Victoria. Ma la polizia di frontiera, che ha l'autorità in materia di sicurezza su tutto il territorio nazionale, lo ferma in aeroporto.

Il Ministro per l'Immigrazione gli revoca il visto, il serbo vince il primo appello, il Ministro rinnova la decisione su una base diversa, il serbo perde il nuovo ricorso e viene espulso.

In quelle convulse giornate, Kyrgios prende le difese di Djokovic, il campione più titolato nell'albo d'oro dell'Australian Open.

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"Non è molto umano quello che gli sta succedendo - ha detto -. E' uno degli sportivi più influenti, abbiamo bisogno di lui. Certo non si diventa un campione così senza essere capaci di superare le avversità. Sono sicuro che abbia affrontato prove ben più dure che stare chiuso qualche giorno in hotel".

Tuttavia, sottolineava qualche giorno dopo in un podcast, "non lo stiamo trattando come Novak Djokovic, come un essere umano. Immagino chesi senta isolato, che voglia sentire un po' di sostegno da parte di noi giocatori. E sono io che gliel'ho dato. Su Instagram mi ha anche ringraziato". La "bromance" dei fratelli-nemici più famosi del tennis è iniziata così.

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