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Campioni internazionali

L’amico Fritz caduto e il no di Rafa…

Dopo l’ennesima rimonta di Rafa a Wimbledon contro uno dei giovani più forti ma anche con meno risultati importanti: fu vera gloria di Nadal o più colpa della grande promessa yankee? Rafa ha poi deciso di ritirarsi

di | 07 luglio 2022

Taylor Fritz abbandona sconsolato il Centrale di Wimbledon mentre Rafa Nadal sistema le racchette (foto Getty Images)

Taylor Fritz perde contro Rafa Nadal sulla propria superficie ideale, l’erba di Wimbledon, in un match che sembrava proprio dover vincere, contro lo spagnolo infortunato per l’ennesima volta, con una fasciatura rigida a sostenergli gli addominali, zero servizio, e soltanto tanto mestiere fra slice di rovescio e sbracciate longilinea di dritto. Il web si divide, come sempre, più che mai: onore al solito Lazzaro che risorge quando sembra ormai morto, ennesima mozione di sentimenti in onore del più grande agonista del tennis, oppure peana, fischi, frizzi e lazzi sul “gran perdidor” yankee che ha tutto ma gli manca il cuore da battaglia e che avrebbe dovuto correre i 200 metri invece di farsi impelagare in una maratona sangue & arena? Via social, i dubbi sulla reale entità dei malanni del grande mancino si rilanciano violenti, anche da parte di colleghi come Fabio Fognini, così come le domande sulle sue prodigiose capacità di resilienza. Tutto questo prima che Nadal si presenti in una conferenza stampa straordinaria per annunciare il suo ritiro dal torneo.

Mentre tanti chiedono le attenuanti generiche per il povero, sprovveduto, giovincello che non sagestire un avversario infortunato/mezzo infortunato che salta e corre da anni con la sindrome di Muller Weiss a un piede - più volte operato e narcotizzato nell’ultima trionfale campagna di Parigi - per il quale i più non riescono a camminare. Dimenticando che “lo sprovveduto giovincello” ha 24 anni, è già transitato per un figlio e un divorzio, è un tennista professionista dal 2015, ha giocato più di 200 partite sul circuito, vincendo tre titoli, è salito al 13 del mondo (oggi è 14), è un ragazzone di quasi 2 metri che mette giù bordate di servizio anche a 132 miglia (212 chilometri all’ora). E, quel che è peggio, di esperienze contro i Fab Four forse, un po’, forse non del tutto infortunati già ne ha fatte almeno due, e importanti.

FRITZ-DJOKOVIC
Se è vero come è vero che Taylor ha perso 5 volte su 5 contro Novak Djokovic e che in 4 occasioni non ha vinto nemmeno una set, è anche innegabile che nell’unica esperienza nei Majors, ha rischiato di fare la festa al campione di gomma, peraltro l’anno scorso nella quasi trionfale campagna del Nole-Slam.

Agli Australian Open di gennaio, infatti, si è trovato avanti due set a zero e, sul 7-6 6-4, sembrava proprio avere il match in pugno. E ce l’aveva. Lui sa che ce l’aveva. Perché Novak gli aveva lasciato il primo set addirittura da 5-3 e servizio, perché era chiaro che soffriva agli addominali - “un piccolo strappo”, sosterrà stupendo non poco chi sa un po’ di veri strappi - , perché Novak soffriva e non era Novak.

Eppure, Taylor il perdente invece di fare un passo avanti e finire il nemico ferito/quasi ferito/forse ferito, fece un passo indietro e aspetto - colpevolmente - sperando che fosse l’altro a dargli la partita. Ovviamente, perse in 5 set, distrutto nella sua anima dolce, e il campione malvagio e implacabile come dev’essere un campione si aggiudicò la prima tappa stagionale dello Slam. 

FRITZ-NADAL
A Rafa e al suo nutrito team non è piaciuta la sceneggiata di Taylor di marzo a Indian Wells. L’americano s’era leggermente storto una caviglia, la mattina della finale contro Nadal stava talmente male da mettere in allarme il direttore del torneo, Tommy Haas, che trovasse qualcuno per intrattenere il pubblico perché lui proprio non sarebbe riuscito a scendere in campo.

Al che, l’avversario, appunto Rafa, che aveva superato solo dopo l’ennesima fatica di Ercole lo scatenato Carlos Alcaraz, violentando il fortissimo vento di quel giorno solo fratturandosi una costola, decise di scendere in campo e tentare la sorte, pur evidentemente menomato. Una volta in campo, Fritz giocò un un primo set da favola, meglio che mai, senza risentire in alcun modo della distorsione, e Rafa, pur sofferente, pur costretto poco dopo a fermarsi per ripartire solo due mesi dopo, lottò nel secondo set, cedendo solo al tie-break.      

La grinta di Taylor Fritz (foto Getty Images)

Morgan Riddle, fidanzata di Taylor Fritz, è una "influencer"

Taylor Fritz scivolato sull'erba del Centrale (foto Getty Images)

L’AMICO FRITZ
La fidanzata è bionda e impossibile, il servizio è veloce e terrificante, lo sguardo non è furbissimo, è molto americano, della California… Le analogie fra Pete Sampras e Taylor Fritz sono sempre state tante ma “Pistol Pete” è diventato cattivo in un master nel covo di Ivan Lendl, fra cani feroci e feroci allenamenti, mentre l’amico Fritz è rimasto il cocco di mamma, ricco e viziato, che non deve chiedere mai ed è abituato a vincere, da sempre, compreso il tennis, che è tradizione di famiglia (il gruppo Federate, capo-gruppo dei colossi Macy’s e Bloomingdale).

Vinceva facile, da junior - finale al Roland Garros e successo agli US Open -, da pro, prometteva talmente tanto che, ugualmente in fretta, ha deluso le aspettative dopo 4 finali perse su 5, ma le ha riaccese ad intermittenza, l’ultima volta proprio quest’anno. A Indian Wells, quand’ha battuto Rafa aggiudicandosi il Masters 1000 di casa, e poi alla vigilia di Wimbledon, superando il campione uscente De Minaur e poi Cressy in finale ad Eastbourne, e quindi volando ai Championships dove si è presentato al test contro Nadal come l’unico che non aveva ancora perso un set.

Sicuro, deciso, maturato, pronto a superare lo scalino più importante, negli ultimi tornei degli Slam? Purtroppo per lui sappiamo com’è finita. Perché forse Taylor è troppo bello per essere vero, con quel sorriso a 32 denti, baciato da mille fortune ed evidentemente incapace di imparare dalle cattive esperienze.

“Questa è la peggior sconfitta di sempre”, ha sussurrato a caldo. Stai sereno, il tennis è generoso: agli US Open gli darà un’altra possibilità. Sempre che riesca a svicolare dai Fab Four e dai loro forse/quasi/mezzi/chissà, infortuni.

RAFA SCIOGLIE I DUBBI
Subito dopo l’ultima resurrezione di Lazzaro-Nadal, si è aperta la discussione: Rafa giocherà o no la semifinale contro Kyrgios? Lui si è detto fortemente dubbioso, ma lo era anche dopo ogni match dell’ultimo Roland Garros che ha comunque portato a casa. Alla fine ha rinunciato, come avevamo pensato. Magari si concederà una bella passerella sul campo, venerdì, per salutare in diretta il pubblico e guadagnarsi un’altra caterva di applausi, scusandosi di essere umano anche lui, in fondo.

Così chiuderebbe comunque da vincitore morale Wimbledon, al quale in teoria non avrebbe dovuto nemmeno partecipare, e potrebbe ripartire alla grande nella campagna sul cemento USA. I tanti rischi sia fisici che morali da affrontare al prossimo ostacolo sono sembrati davvero eccessivi e controproducenti anche a lui. 

Un perplesso Nadal abbandona il Centrale dopo la vittoria in cinque set su Fritz (foto Getty Images)

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