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Campioni internazionali

Sindacalista, intelligente, gran battitore: Pospisil vuole rinascere

Dopo l’operazione alla schiena nel 2019 e sei mesi di stop, il canadese è volato dal numero 200 al 74 del mondo. E a Sofia punta al primo titolo di singolare, Sinner permettendo…

di | 14 novembre 2020

Vasek Pospisil

Vasek Pospisil sotto rete (foto Getty Images)

Segni particolari: intelligente. Questa è la prima caratteristica del prossimo, indimenticabile, avversario che Jannik Sinner deve tenere a mente nell’affrontare Vasek Pospisil nella storica finale di Sofia. Semmai riuscirà a restare freddo e distaccato come un veterano e non sarà teso e bloccato come potrebbe accadere a un comunque 19enne che non sia sensazionalmente precoce e fenomenale com’è l’altoatesino, guidato da Riccardo Piatti. 

Intelligente viene spontaneo accoppiarlo a Pospisil per le sue interviste sempre precise ed esaurienti, e il suo tweet del 10 giugno dell’anno scorso, quando il canadese non aveva ancora messo di nuovo piede in campo dopo l’operazione alla schiena (ernia del disco) che l’ha tenuto fermo sei mesi pieni. Quel testo era un “j’accuse" semplice ed efficace, una radicale rivendicazione etica ed economica nei confronti soprattutto degli Slam, perché i tennisti ottengano quanto ricevono i colleghi delle principali sigle dello sport professionistico statunitense. 
Con tanto di numeri: 
MLB = 54.4% 
NFL = 47%
NBA = 50%
NHL = 50%
PGA = 33% 
US Open di tennis 2017 = 14% (7% uomini, 7% donne). 

Con un messaggio finale che era un inno alla lotta: “E’ ora di cambiare”.

Ascoltatissimo dai colleghi, come membro del Players Council dal 2018 al 2020, Pospisil è stato uno dei principali fautori, insieme a Novak Djokovic, della nuova Professional Tennis Players Association, nel segno di un sindacalismo più radicale di quello propugnato negli anni passati dall’ATP Tour, che tenga in maggior conto i giocatori di classifica inferiore. Del resto, sempre lui, nel 2017, s’era fatto notare lanciando un canale YouTube per gli appassionati sulla sua vita sul Tour (YouTube.com/Vasek). E porta avanti una serie di passioni come la chitarra e il canto, sognando una band da favola insieme ad ex numeri del mondo: John McEnroe prima chitarra, Marat Safin alla batteria, Bjorn Borg alla tastiera, e lui come chitarrista/solista.

Il servizio è una delle armi principali di Vasek Pospisil (foto Getty Images)

Tutte queste curiosità sul personaggio, che è cresciuto nel mito di  due giocatori bravi e gentlemen come Pat Rafter e Roger Federer, rischiano di sviare dal tennista che invece è di qualità, e si esalta proprio sulle superfici veloci come quella di Sofia, dove la prima arma del canadese, il servizio, diventa fondamentale. E può creare problemi a Sinner perché spezzetta drasticamente il gioco, riducendolo a due-tre colpi, senza mai dare ritmo al palleggio da fondo dell’italiano. Che, peraltro, se andiamo ad analizzare gli avversari di quest’anno, non ha mai affrontato un gran battitore come Pospisil che, in alternativa, si presenta con puntualità a rete per chiudere il punto al volo, forte dei 193 centimetri d’altezza.

Il bel ragazzone di Vernon prometteva molto da junior, con le finali di doppio ad Australian Open e Us Open di categoria e sembrava spaccare anche da pro, quand’ha raggiunto il numero 25 del mondo ATP in singolare nel 2014, cui aggiungeva il titolo sempre di doppio a Wimbledon, e quindi anche i quarti in singolare ai Championships 2015. Ma reggeva al massimo per quattro-cinque settimane, poi doveva sempre rientrare ai box per qualche problemino alla schiena, per cui alla fine è stato costretto a sottoporsi alla delicata operazione chirurgica.

Un primo piano di Vasek Pospisil (foto Getty Images)

Vasek Pospisil stringe il pugno soddisfatto (foto Getty Images)

Col nuovo coach, l’ex pro Frank Dancevic, e il recupero del vecchio preparatore atletico brasiliano Cassiano Costa, ad ottobre dell’anno scorso Vasek, di genitori cechi, che dai 15 ai 18 anni si è anche allenato al centro tecnico di Prostejov,  ha rialzato finalmente la testa. Superando le qualificazioni e poi due turni a Shanghai, vincendo i Challenger di Las Vegas e Charlottesville e poi battendo Fognini, Opelka e Millman in coppa Davis. E, sulla scia, quest’anno, ha ritrovato il sorriso con la finale di Montpellier persa contro Monfils, dopo aver eliminato Shapovalov, Gasquet e Goffin, con i quarti di Marsiglia superando Ruusuvuori e Hurkacz e soprattutto con il quarto turno agli Us Open a spese di Kohlschreiber, Raonic e Bautista Agut. Passando così in un anno dal 200 del mondo al 74.

Il primo successo ATP in singolare quanto varrebbe in questa seconda carriera?


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