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Campioni internazionali

Vagnozzi, il piano per Sinner: "Servizio, volée e variazioni per battere i top"

Simone Vagnozzi, nuovo coach di Jannik Sinner, racconta gli obiettivi e il piano per l'evoluzione dell'altoatesino. E rivela: "Per ora nel team non entrerà nessun altro"

di | 26 febbraio 2022

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E' iniziata l'era Vagnozzi per Jannik Sinner. Il coach marchigiano racconta ambizioni e obiettivi, spiega in che direzioni si muoverà il suo lavoro con l'altoatesino in questa intervista concessa a SuperTennis. "Sono sicuro di quel che posso dare a Jannik" dice, ma allo stesso tempo invita alla pazienza. "La direzione che abbiamo preso si vedrà non prima di due o tre mesi" dice.

Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni sui temi chiave su cui si è sviluppata l'intervista.

COM'E' COMINCIATA LA STORIA CON SINNER

"Se non mi sentissi pronto non sarei qua. So che è un ruolo di responsabilità, perché parliamo di un ragazzo che a vent'anni è tra i primi dieci del mondo e ci sono tante aspettative. Mi sento pronto, altrimenti non avrei accettato".

"Ho ricevuto la chiamata del suo entourage il mercoledì. Mi chiedevano se potessi andare a dargli una mano a Montecarlo. Poi la storia la sapete tutti come è andata, ma è stato tutto molto veloce".

"Ho sempre avuto massimo rispetto di Riccardo Piatti, è l'allenatore con più esperienza e con i maggiori risultati in Italia. Ha fatto un grandissimo lavoro con Jannik e prima con altri giocatori. E' un motivo di orgoglio per me subentrare a un grande come Riccardo"

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SINNER? IL GIOCO CHE VORREI

"L'obiettivo è cercare di migliorare aspetti del suo gioco e cercare di battere i top player nei tornei importanti. Lui è già pronto per vincere partite importanti, ma non dobbiamo dimenticare che ci vuole tempo per costruire qualcosa. Ci siamo detti di non stare attenti troppo al ranking ma a migliorarsi tennisticamente"

"Può migliorare il servizio, la sicurezza nella discesa a rete, la tecnica nell'esecuzione della volée. Può migliorare lo slice di rovescio, che lo potrà aiutare anche se non sarà un colpo che giocherà tantissimo. Tatticamente può migliorare tanto, penso che aggiungere un piano B e un piano C possa essere importante perché quando affronti volpi del circuito come Djokovic o Nadal devi essere pronto a cambiare le carte in tavola"

"Sono molto contento di come sia andato il torneo di Dubai. Dopo l'Australia non si era allenato per due settimane. Abbiamo iniziato a lavorare il giovedì, quindi prima di Dubai abbiamo fatto dieci giorni di allenamento in una situazione evidentemente non facilissima. La risposta mentale che lui ha dato il primo giorno per me è stata incredibile: battere Davidovich Fokina dopo essersi trovato un set e un break sotto, e aver salvato tre match point al tiebreak,  fa capire quanto sia forte mentalmente. Ha interpretato molto bene la partita con Murray, con Hurkacz certo non è stato il suo miglior match. Magari mancavano un po' di energie, perché l'ultimo mese è stato particolare per lui. L'abbiamo preso come un periodo di rodaggio, dobbiamo conoscerci meglio. Fra due-tre mesi si vedrà la strada che stiamo prendendo".

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L'esperienza da allenatore

"Con Cecchinato era la prima esperienza con un giocatore 'pro'. E' andata bene, poi la seconda esperienza con Travaglia mi ha dato altre conferme. Ho continuato a lavorare nella mia accademia con ragazzi giovani e altri che si stanno avventurando nei Futures e nei Challenger. Mi piace sempre confrontarmi con altri allenatori, sono ancora giovane in questo mondo. Cerco di continuare a imparare, e di continuare a chiedere consigli. Ma questo non toglie che sono molto sicuro di quello che posso dare a Jannik"

Le prime impressioni su Jannik

"Jannik è un ragazzo solare, che si diverte. Ci siamo trovati molto bene per il momento. Ci dobbiamo conoscere, dire qualcosa ora è affrettato"

"L'ho visto la prima volta quando allenavo Gianluca Quinzi, il fratello di Gianluigi. Era il primo giocatore che seguivo dopo aver smesso. Giocarono contro, e vinse Jannik 7-6 al terzo, quindi mi ha già battuto. Era un ragazzo molto serio, che capiva bene il gioco con un ottimo timing. Non mi ha fatto la stessa impressione di un Alcaraz che a 14 anni passava turni nei Futures. Ma ha fatto un percorso velocissimo dai 14 ai 20 anni, e in questi dieci giorni ho iniziato a capire perché. E' totalmente immerso nel suo lavoro, vuole fare sempre qualcosa in più e non qualcosa in meno ed è sempre pronto a confrontarsi"

Il super-coach

"Jannik non deve essere la brutta copia di Nadal, di Medvedev, di Djokovic o di nessun altro. deve essere la versione migliore di se stesso".

"Per ora non entrerà nessun altro nel team. In America andremo io, il preparatore atletico Davide Cassinello e il fisioterapista Paolo Cadamuro. Ma siamo qui per fare il bene di Jannik, e se ci troveremo ad aver bisogno di altre persone che ci diano qualcosa in più restiamo aperti a questa eventualità".

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