Toni Nadal 'frena' Alcaraz: "Il cambio della guardia può aspettare"

Rafa Nadal non ha cercato alibi o scuse, non è sua abitudine, dopo la prima sconfitta del 2022 in finale a Indian Wells. Ha parlato di una sfida difficile da analizzare, come riportiamo nell'articolo dedicato alle dichiarazioni dei protagonisti. "Non ho avuto la possibilità di fare molte cose a causa del dolore al petto. Faccio fatica a respirare, sento dolore. È come avere un ago in mezzo al petto" ha detto Nadal che, già prima dell'esordio nel primo Masters 1000 californiano, aveva ufficializzato la sua assenza dal torneo di Miami dove mancherà anche Novak Djokovic. 

Non ha ancora potuto fare accertamenti, ha spiegato solo di avere difficoltà nella respirazione. "Ho avuto difficoltà per tutto il torneo, ma nello sport è inutile guardare al passato - ha aggiunto -. E' il momento di provare a risolvere questo problema prima dell’arrivo della terra”.

Il dolore al petto si era manifestato chiaramente nella parte conclusiva della semifinale contro Carlos Alcaraz. Una sfida che Rafa, ha scritto Toni Nadal sul quotidiano spagnolo El Pais, ha vissuto un po' come se si trattasse di un esame. Da una parte c'era "un campione dal palmares di rilevanza storica e un fisico acciaccato, dall'altra un giovane fresco e dal grande futuro" ha sintetizzato: in molti aspettavano la partita per capire se fosse arrivato il momento del cambio della guardia.

Le circostanze, scrive Toni, "mi hanno ricordato la finale di Miami che Rafael giocò a Miami nel 2005 contro Roger Federer". Lo svizzero era allora numero 1 del mondo, Nadal a 18 anni era fuori dai primi 30 e si preparava alla prima finale in un Masters 1000. Ma aveva già sorpreso Federer sempre a Crandon Park un anno prima, nel primo confronto diretto, il primo "Fedal" di sempre. 

"Metterti alla prova contro un giocatore più giovane di cui si parla come del tuo erede toglie tranquillità" scrive Toni, coach del nipote Rafa per buona parte della sua carriera. Nel caso di Nadal-Alcaraz, aggiunge, il rivale non era "solo più giovane e della sua stessa nazione [ma] con tutta probabilità il continuatore naturale" della sua storia. In più, Alcaraz era arrivato alla semifinale senza perdere nemmeno un set, con un'autorità che gli ha permesso di avvicinare già l'obiettivo che si era dato per la stagione 2022, l'ingresso in Top 15. Un obiettivo che avrebbe raggiunto se Fritz non avesse poi battuto Nadal in finale.

Rafa, invece, ha avuto problemi in tutti i turni, tanto da essersi trovato sotto 2-5 al terzo set nel match d'esordio contro Sebastian Korda. "Senza dimenticare le capacità [di mio nipote Rafa] di superare le avversità, il pronostico sembrava suggerire una vittoria del murciano - conclude lo zio di Nadal -. Abbiamo avuto l'opportunità di assistere a una partita molto combattuta, ma le condizioni meterologico hanno impedito che il match fosse brillante come sperato. Le continue raffiche di vento hanno aggiunto ulteriori difficoltà, hanno costretto entrambi i  giocatori a non eseguire i colpi correttamente e li hanno condotti a commettere più errori del normale".

La resistenza di Nadal, la sua maggiore esperienza ha fatto la differenza almeno in semifinale. La sua striscia record di 20 vittorie nelle prime 20 partite stagionali, il suo inizio d'anno migliore di sempre, è una conferma: non è pronto ad abdicare, e rilancia verso il Roland Garros. D'altra parte l'ascesa di Alcaraz che può sognare di entrare in Top 10 già in estate e diventare un serio candidato alle ATP Finals, testimonia l'ambizione crescente di un passaggio di consegne.

"Da familiare interessato e da appassionato spagnolo del tennis - ha concluso Toni Nadal -, dico che possiamo solo celebrare la comprenza di entrambi nel circuito. Il cambio della guardia arriverà più in là".