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Sofia, numero 4 del mondo, non sarà più allenata dal padre Alexander. "Gli sarò per sempre grata, non vedo l'ora di mettere su un nuovo team" ha scritto su Instagram
di Alessandro Mastroluca | 08 maggio 2021
Sofia Kenin ha preso una decisione non facile. Non sarà più allenata dal padre Alexander. "Sono emozionata da quello che mi riserva il futuro, non vedo l'ora di metter su un nuovo staff nelle prossime settimane" ha scritto su Instagram la campionessa dell'Australian Open e finalista del Roland Garros nel 2020.
Non è semplice chiedere a una persona con cui si mantengono legami affettivi e professionali di abbandonare il doppio ruolo. Non lo è stato, ad esempio, per Li Na. La miglior giocatrice cinese di tutti i tempi, una delle tenniste più influenti negli anni Duemila per la globalizzazione del gioco, ha "esonerato" il marito-coach Jiang Shan dopo il torneo di Wimbledon nel 2012 per assumere l'ex allenatore di Justine Henin, Carlos Rodriguez. "E' difficile trovare un equilibrio tra il ruolo di coach e quello di marito, stiamo insieme tutti i giorni e troppo a lungo” diceva allora Li Na.
Può valere, in certi casi, anche per i padri allenatori: uno scenario ancora più delicato in cui le scelte individuali dipendono dal tipo di rapporto affettivo e dal livello di fiducia nei confronti della strada indicata dal genitore. Non sempre, mantenere un genitore come allenatore a lungo, se non per tutta la carriera, rappresenta la scelta giusta. Ma non è affatto scontato che cambiare porti risultati migliori. Ci ha provato più di una volta, ad esempio, Caroline Wozniacki (in un caso proprio con Rodriguez), tornando alla fine sempre ai consigli del padre Piotr.
"Dopo molti anni insieme, ho deciso di non mantenere più mio padre come allenatore" ha scritto su Instagram Kenin, nel messaggio accompagnato dalla foto in cui posa insieme al padre con il trofeo dell'Australian Open. "Non è stato semplice - ha aggiunto -, abbiamo condiviso molti grandi momenti e abbiamo avuto grande successo. Gli sarò per sempre grata per il suo sacrificio, per tutto quello che ha fatto per aiutarmi ad arrivare dove sono oggi".
Una decina d'anni prima che Sofia nascesse, Alexander Kenin è partito da Mosca per New York insieme alla famiglia. Ha preso lezioni di inglese e di informatica, lavorando di notte come tassista. Prima della nascita di Sofia, i Kenin sono tornati a Mosca.
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Ma la numero 4 del mondo è cresciuta in America. Quando era ancora bambina, Alexander è ripartito per gli USA con papà Alexander con poche centinaia di dollari in tasca. Kenin ha presto trovato una nuova "casa" a Boca Raton. Qui i genitori l'hanno affidata a Rick Macci, che ha lavorato con cinque giocatori arrivati poi al numero 1 del mondo: Andy Roddick, Venus Williams, Serena Williams, Maria Sharapova e Jennifer Capriati.
Sempre presente accanto alla figlia, contestato per i consigli che prova a dare a Sofia dalle tribune anche negli Slam dove non è consentito, Alexander resterà comunque accanto alla figlia anche se solo nel ruolo di primo tifoso.
Kenin spera così, già a partire dagli Internazionali BNL d'Italia, di dare una sterzata a una stagione iniziata non proprio in maniera entusiasmante, con l'eliminazione al secondo turno a Melbourne e una successiva operazione di appendicite. Dopo cinque sconfitte nelle ultime sei partite, ha deciso di cambiare strada. A cominciare dall'allenatore.
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