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Sinner, già virtualmente n.26 del mondo, ritrova in Florida l’imprevedibile kazako che ha battuto in rimonta a Dubai. Il 23enne, n.44 del mondo, che in ogni partita serve almeno una volta “da sotto”, ha battuto l’americano Taylor Fritz, n.32. Il tatuatissimo Alexander quando è in giornata può battere chiunque
di Enzo Anderloni | 31 marzo 2021
La sindrome dell’”Ancora tu”, colpisce anche Jannik Sinner (dopo Rublev e Fucsovics che si sono incontrati 4 volte negli ultimi 4 tornei): il 19enne di Sesto Pusteria, che Brad Gilbert ha soprannominato ‘Sin City’, ritroverà dall’altra parte della rete (alle 21.00 circa, ora italiana) un avversario che ha faticosamente battuto al primo turno dell’ultimo torneo disputato prima dell’Atp Masters 1000 di Miami, quello di Dubai. E non è un tennista qualunque ma un rompicapo con la racchetta: Alexander Bublik.
Russo di nascita ma naturalizzato kazako (per motivi di convenienza economica), best ranking al n.43 un mese fa, Bublik è maestro nelle trovate imprevedibile e nelle variazioni di ritmo E con queste ha lentamente smontato oggi la prestanza fisica e il tennis aggressivo del californiano Taylor Fritz, suo coetaneo, che lo precedeva in classifica di oltre 10 posti (è n.32) ed è atteso alla consacrazione negli Usa come uno dei migliori prospetti.
E’ finita 6-7 6-3 6-4, in rimonta ma inesorabile. Un po’ come Sinner con Bublik a Dubai. Il kazako tatuato (ha il braccio destro completamente 'decorato') ha dovuto trovare le misure del tennis tutto servizio e bombe da fondocampo del figlio di Kathy May, tennista tra le prime 10 del mondo a fine anni ’70.
Poi ha cominciato a tessere la sua tela di soluzioni destabilizzanti, tra cui il solito servizio a sorpresa “da sotto”. Ne fa sempre almeno uno a partita e oggi non ha fatto eccezione. Fritz ci è cascato e se l’è pure presa con l’arbitro che secondo lui non avrebbe dovuto convalidare il punto.
Bublik, che prima di Fritz aveva eliminato il serbo Djere e l’australiano Duckworth, è in qualche modo figlio della Next Gen anche lui: ha mancato di poco la qualificazione alle Next Gen Atp Finals di Milano nell’anno in cui Fritz invece è venuto a giocarle (era il 2018 e vinse Tsitsipas). Tutti però sapevano che era un talento, anche se diverso dagli altri.
Sinner a Dubai era riuscito a districarsi tra i giochi di prestigio del rivale. Dopo aver ceduto il primo set, aveva dovuto governare il tie-break del secondo prima di spuntarla al terzo (2-6 7-6(2) 6-4), un po’ come contro Khachanov l’altro giorno.
La differenza è che, con la “semi” di Miami in palio, il confronto non è più una novità per entrambi. Jannik dovrebbe sapere come risolvere il… cubo di Bublik per la seconda volta, ma il nativo di Gatchina (Russia), residente a Monte-Carlo, Davisman per il Kazakistan, potrebbe inventare mosse nuove.
“Sinner è un giocatore incredibile – ha detto Bublik a fine partita, stuzzicato dall’intervistatore sull’argomento – E’ un atleta eccezionale, può correre per ore e giocare colpi incredibili. Sarà una bella partita”. Come dargli torto?
In attesa del confronto registriamo l'ingresso nella Top 30 dell'azzurro: al momento, secondo i calcoli, è già al n.26. Lunedì la prossima emissione ufficile della classifica mondiale.
Intanto nella parte alta del tabellone si è garantito il posto nei quarti di finale lo spagnolo Roberto Bautista Agut, che ha eliminato dopo 2 ore e 18 minuti di battaglia l’idolo locale John Isner. Il n. 12 del mondo ha avuto la meglio sul numero 28, un gigante di 208 centimetri, con il punteggio di 6-3 4-6 7-6 (7) e ha dovuto annullare un match-point all’avversario sul 5-6 del tie-break decisivo.
Già protagonista di due finali quest'anno, a Montpellier e a Doha, Bautista Agut affronterà oggi Daniil Medvedev, n.2 del mondo e n.1 del tabellone, vincitore della sfida con un altro beniamino locale, Frances Tiafoe, che a Miami ha confermato la sua fama di combattente superando il nostro Travaglia, l’inglese Evans e il serbo Lajovic, tre successi ottenuti lottando ogni volta per tre set.
Medvedev, che aveva superato il terzo turno contro l'australiano Popyrin pur essendo vittima dei crampi, questa volta ha risolto l'incotro in due set, 6-4 6-3, in 92 minuti.
Nella parte bassa del ‘draw’, oltre alla sfida che Stefanos Tsitsipas si è aggiudicato nei confronti del nostro Lorenzo Sonego (di cui parliamo a parte), andavano in scena tre confronti molto interessanti.
Quello tra i bombardieri Milos Raonic, 30 anni, canadese, n. 19 del mondo, e Hubert Hurkacz, 24 anni, n.37 del ranking, ha designato nel polacco l’avversario nei quarti di Tsitsipas. E' stato un match tiratissimo, risolto solo al tie-break del terzo set. Hurkacz si è imposto 4-6 6-3 7-6(4).
La sfida tra Marin Cilic, un grande del recente passato (vincitore degli Us Open nel 2014, finalista a Wimbledon nel 2017) e un grande del prossino futuro, il russo Andrey Rublev, aveva il fascino del confronto generazionale: il croato di Medjugorje ha 32 anni, il russo di Mosca solo 23 ma è n.8 del mondo. Rublev non ha sofferto di timori reverenziali e si è aggiudicato il confronto con un doppio 6-4.
Il russo affronterà domani la nuova star statunitense Sebastian Korda, 20 anni, figlio del grande Petr che a Miami fu semifinalista nel 1993, che in questo torneo aveva battuto Fabio Fognini e l’imbattibile (fino a quel momento) russo Aslan Karatsev. Per raggiungere per la prima volta i quarti in un ATP master 1000 il n.87 del mondo (sarà sicuramente almeno n.64 da lunedì prossimo) ha battuo in tre set (6-3 4-6 7-5) il folletto argentino Diego Schwartzman,n.9 del mondo, che fin a quel momento a Miami aveva passeggiato (6 giochi lasciati al giapponese Uchiyama, 5 al francese Mannarino). Per Korda questa è anche la prima vittoria contro un Top 10.
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