Roger Federer ha debuttato al Roland Garros e in un major il 25 maggio del 1999. Perse in quattro set contro l'australiano Pat Rafter, che ne aveva già intravisto talento e potenziale
di Alessandro Mastroluca | 25 maggio 2021
Un giovane promettente, il numero 1 junior dell'anno prima. Si presentava così Roger Federer al suo primo incontro al Roland Garros e in uno Slam. Era il 25 maggio del 1999. L'ancora diciassettenne svizzero aveva iniziato la stagione da numero 302 del mondo, ma era salito in pochi mesi alla posizione n.111 grazie ai successi nei Challenger e a due quarti di finale ATP. A Marsiglia, ha sorpreso il campione in carica del Roland Garros, Carlos Moya. A Rotterdam, ha battuto il vincitore dell'Australian Open, Yevgeny Kafelnikov..
Quando si affaccia al Bois de Boulogne, non ha ancora mai vinto un incontro ATP sulla terra battuta. Lo aspetta l'australiano Patrick Rafter, testa di serie numero 3. "Ero contento di giocare contro di lui, fra noi era uno dei più popolari. Aveva quest'aura di persona simpatica, cool - ha ricordato Federer nel 2019, a vent'anni da quel match -. E' stato bello giocare sul Lenglen, invece di perdere davanti a 100 persone sul campo 23".
.jpg)
I 39 anni di Roger Federer: i 12 momenti da ricordare
All'epoca, ha ricordato allora Federer, c'erano ancora i bonus point. Fare l'exploit contro Rafter, tra i primi 5 giocatori del mondo allora, non voleva dire solo rivelare il proprio talento. Significava la possibilità di un gran salto in avanti in classifica.
Federer, con il cappellino girato all'indietro, si lascia andare alle emozioni. Le qualità si vedono, ma è incostante, impaziente. Si arrabbia con se stesso, lancia la racchetta. Il primo set è un'epifania breve, il rapido passaggio sullo schermo della storia di quello che lo svizzero sarebbe diventato. Vince 7-5 contro un Rafter sorpreso, che non lo conosce ancora bene.
Questa è una storia di segni e di segnali, in cui la logica riprende a governare l'imprevedibilità degli eventi quando il sole si abbassa all'orizzonte. Calano luce e temperatura, i campi diventano più veloci. Mutano le condizioni, il serve and volley di Rafter funziona come un meccanismo ben oliato. Finisce 5-7, 6-3, 6-0, 6-2.
"Mi ha impressionato. Se lavorerà duro e avrà un approccio giusto, potrebbe diventare un eccellente giocatore" commenta dopo la partita Pat Rafter. E' ottimista anche l'inviato del quotidiano francese L'Equipe. "Questo giovane svizzero - scrive - potrebbe essere uno degli uomini che darà forma ai prossimi dieci anni di tennis". Si sbagliava. Ha dato forma ai successivi venti, e non ha ancora smesso.