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Campioni internazionali

Ma Feliciano è davvero pronto al gol n. 1000 di Nadal?

A Bercy il derby fra mancini spagnoli può segnare un’altra pietra miliare del sensazionale Rafa. Però, sul veloce indoor, Lopez il bello…

di | 03 novembre 2020

Feliciano Lopez a Parigi-Bercy (Parigi-Bercy web site)

Feliciano Lopez a Parigi-Bercy

Quando Pelè segnò il millesimo gol contro il Vasco da Gama, il 20 novembre 1969, fece epoca: ne parlò il mondo intero, anche perché i 100mila del Maracanà chiesero a gran voce che il rigore lo tirasse il loro beniamino e il portiere avversario si tolse la maglietta per mostrare la scritta 1000, corse ad abbracciare l’eroe e gliela donò convincendolo a fare un giro d’onore della stadio con quel vessillo.

Ci sono imprese e numeri che colpiscono più di altri. Così è anche per il millesimo match vinto da Rafa Nadal che volteggia proprio a Parigi dove il più famoso mancino del tennis moderno ha scritto la storia con 13 impareggiabili titoli. Anche se il distretto di Bercy, dove si disputa il Masters 1000 indoor tabù dello spagnolo, è lontano anni luce, come caratteristiche da quello di Bois de Boulogne dove si disputa il Roland Garros, sulla, terra. Così come sono distanti l’ultimo avversario battuto da Rafa al Roland, il Cannibale Novak Djokovic che minaccia a quota 17 Slam il co-primato che divide con Federer e sta per chiudere la sesta stagione al numero 1 del mondo, e quello che affronta a Bercy, Feliciano Lopez, il bell’incompiuto del tennis. Uno grande atleta, che a Bercy ha vinto quattro volte in cinque finali ed è campione uscente, l’altro “mohicano” del servizio-volée che nella Parigi indoor  ha toccato al massimo una volta i quarti nel lontanissimo 2004.

Due atleti che in comune hanno però la grande passione per il tennis e lo sport in generale, tanto che l’uno non bada ai successi e alle centinaia di milioni di dollari che ha intascato e si allena oggi come ieri per dare e avere di più all’inseguimento della stoia e l’altro, “Feli”, a 39 anni, dopo 19 campagne di guerra, continua a inseguire la pallina gialla, in parallelo col ruolo di direttore del torneo di Madrid. 

Feliciano Lopez e Rafael Nadal in Coppa Davis

Occhi celesti, lineamenti dolci, sorriso che conquista, alto e atletico, con la tartaruga degli addominali sempre perfetta come gli accostamenti dell’abbigliamento, Lopez è rimasto per anni inchiodato al primo posto nella hit parade dei belli del tennis. Amato dalle ragazzine ma soprattutto dalle “milf", prima fra tutte mamma Judy Murray che l’ha soprannominato “Deliciano” in un chiacchierassimo Wimbledon, mettendo in imbarazzo il famoso figlio, Andy, a sua volta grande amico di “Feli”.

Quante donne ha avuto? Magari 1000 come altre star dello sport, come i successi in singolare cui è quasi arrivato Nadal. Di certo, dopo un matrimonio-lampo, Lopez si è felicemente risposato ed è in attesa del primogenito. Sempre con quell’aria da “sciupafemmine” che alterna alla noble art che da sempre l’idea di esprimere fino a un certo punto, mai superando la soglia del dolore.

Feliciano Lopez con la moglie Sandra Gago

Anche se, quando dà si esalta, come all’esordio di Bercy, quand’ha domato quell’onesto lavoratore della racchetta di Filip Krajinovic, finalista a Bercy due anni fa, dà davvero spettacolo. Ne valeva la pena per guadagnarsi un’altra sfida contro il primo mancino di Spagna, il secondo mancino di Spagna ha salvato sette set points, sei nel tie-break, col 100% di prime di servizio (34/34), collezionando 21 ace.

“E’ stato un match pazzesco, ho avuto un inizio difficile, ho perso il servizio con tre doppi falli, ma poi non so come sono arrivato al tie-break. E lì, a volte succedono cose ancor più pazzesche come stavolta, e poi credo che per lui sia diventato molto duro reggere la situazione dopo aver perso quel set ed essere stato così tante volte così vicino a vincerlo”, ha commentato il secondo più anziano “top 100” sul circuito dopo sua maestà Roger Federer, anche lui della felice annata 1981: Feliciano è del 20 settembre, Roger dell’8 agosto.

E non siamo certi che per quei due il prossim’anno sarà davvero l’ultimo sul circuito ATP.

Feliciano Lopez

Magari lo svizzero chiuderà davvero con l’Olimpiade nel nome dello sponsor giapponese, magari no, magari Lopez prenderà spunto per entrare nella storia come il più longevo, lui che ha esordito sul tour a Barcellona 1998, tre anni prima che nascesse il più giovane “top 100” di oggi, l’italiano Jannik Sinner. “Finché sono a posto fisicamente, penso che posso ancora giocare. Mi sento bene e specialmente su questi campi veloci come a Parigi, indoor e sull’erba, dove mi sento più a mio agio, penso di essere ancora in grado di esprimermi, di divertirmi e di affrontare i più forti del mondo”. 

Peccato davvero che, incompleto com’è, con quel suo tennis così difficile ed insieme affascinante, sia arrivato al massimo al numero 12 del mondo di singolare solo a 33 anni suonati, nel marzo 2015 (e 9 di doppio a 35), peccato che abbia vissuto di fiammate, peccato che non abbia mai trovato una vera continuità a livello più alto, firmando 7 titoli di singolare (uno di doppio) e toccando al massimo i quarti, negli Slam, dove dal 2002 all’anno scorso ha giocato 71 Majors senza mai mancare una volta all’appello e, per 18 anni, ha chiuso comunque la stagione fra i primi 100 ATP.

La sua soddisfazione più grande viene dalle quattro coppe Davis vinte, di cui, soprattutto quella del 2008, senza l’amico Nadal, infortunato, quand’è stato determinante in Argentina battendo Del Potro in singolare e firmando poi il doppio accanto all’altro mancino bello e incompleto come lui, Fernando Verdasco.

Feliciano Lopez con la maglia della nazionale spagnola di Coppa Davis

L'eleganza del gesto di Feliciano Lopez

Rafa è amico da sempre, con lui Feli, oggi 64 del mondo, condivide anche la passione per il Real Madrid di calcio e può vantarsi di averlo battuto 4 volte su 13, sapendo che non c’è posto migliore per affrontarlo che sul veloce indoor di Parigi, dove l’Extraterrestre non va in finale dal ko contro David Nalbandian del 2007.

Feli sa anche di aver vinto le ultime due puntate, sul cemento, a Shanghai 2014 e poi a Cincinnati 2015. Significherà qualcosa o ha già pronta anche lui una t-shirt col numero 1000 da regalare all’amico per festeggiare insieme l’ultima pietra miliare dell’incredibile Rafa Nadal?

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