La campionessa in carica degli Us Open, oggi all’esordio contro la ceka Bouzkova, ammette di non sentirsi mai all’altezza della situazione e invita tutti a non farsi condizionare dai giudizi e le aspettative degli altri. E a gioire anche dei più piccoli successi
di Enzo Anderloni | 30 agosto 2021
Piace a 232.753 persone. C’è anche il nostro clic sul cuoricino di questo post di Naomi Osaka su Instagram, apparso alla vigilia del suo esordio agli Us Open, da campionessa in carica.
Aprirà il programma serale sull’Arthur Ashe Stadium contro la ceca Bouzkova portandosi nel borsone il peso di un’annata difficile. In cui si è sentita improvvisamente tanto fragile da non sopportare nemmeno l’idea di sottoporsi alle domande dei giornalisti dopo le partite.
Ma come? Lei, la nuova star del tennis femminile, vincitrice di quattro Slam, bella, ricca, intelligente, sensibile: che problemi potrà mai avere? Semplicemente quelli di una ragazza di 23 anni che fa, splendidamente, un mestiere difficile, che ha richiesto anni e anni di addestramento e allenamento, sin dalla più tenera età, e sempre richiede il massimo della performance.
Un mestiere meraviglioso che ti fa vivere sulla cresta dell’onda se sei bravo come Naomi. Chi non vorrebbe essere lei? Potersi guadagnare la vita facendo qualcosa che ti piace, aver ottenuto grandi successi ed enormi guadagni, andare in copertina per i trionfi ma anche solo perché il fisico ti permette di splendere anche portando semplicemente un bikini al sole…
Eppure, sotto tutto questo, Naomi Osaka ci ricorda che siamo tutti persone allo stesso modo. E che con i sentimenti, con l’idea che abbiamo di noi stessi e del mondo che ci circonda, dobbiamo tutti fare i conti tutti i giorni. Ci sono gli Us Open e il terremoto ad Haiti, dove è nato suo papà; il ranking Wta e la violenza razziale negli Usa, sto’ benedetto servizio che un giorno va e quello dopo mica tanto e il ritorno dei talebani in Afghanistan: se hai un cervello e un cuore non riesci a smettere di farti domande su di te e tutto il resto. Così Naomi ci ha mandato questa “letterina” via Instagram:
“Ho riflettuto su quest'ultimo anno. Sono davvero grata alle persone intorno a me perché il supporto mi fanno sentire è assolutamente impareggiabile. Recentemente mi sono chiesta perché mi sento così e mi sono resa conto che uno dei motivi è perché dentro di me penso di non essere mai sufficientemente brava.
Non mi dico mai che ho fatto un buon lavoro, ma mi rendo conto che non faccio altro che dirmi che faccio schifo o che potrei fare meglio. In passato qualcuno mi ha definita “umile”, ma se ci penso mi viene veramente da ridere.
Io sono una che ogni volta che le si presenta una nuova opportunità per prima cosa pensa: wow, perché proprio a me? Suppongo che quello che sto cercando di dire è che cercherò di avere più considerazione e celebrare di più me stessa e i miei successi, penso che dovremmo farlo tutti”.
"Ti sei alzato la mattina e non hai procrastinato qualcosa? Sei un campione. Hai che cos’è che da un po’ ti assilla al lavoro e non ti fa star bene? Sei una leggenda assoluta.
La tua vita è tua e non dovresti valutare te stesso secondo gli standard degli altri. Ho la certezza di mettere tutto il mio cuore nelle cose in cui mi è possibile riuscire a farlo e se questo per qualcuno non è abbastanza, chiedo scusa, ma non posso più caricarmi di quelle aspettative.
Vedendo come va il mondo, sento che alzarmi dal letto tutte le mattine è già una vittoria. E’ così che mi sento”
Grazie Naomi, sapere che ti senti così tu, aiuta a sentirci meno soli. E un po’ più campioni, qualche volta, anche se solo campioni di noi stessi. E ci ricorda che dovremmo dare retta a quanto predicava lo scrittore americano Kurt Vonnegut : quando siete felici, fateci caso.