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Campioni internazionali

"Basi”, la scheggia impazzita del tour

La strana carriera di Basilashvili, il 29enne georgiano di talento che non sorride mai ed è clamorosamente discontinuo - o perde subito o domina il torneo - forse per colpa di gravi vicende personali

di | 03 maggio 2021

Nikoloz Basilashvili con il trofeo e l'auto vinti a Monaco di Baviera (foto Getty Images)

“Basi”, al secolo Nikoloz Basilashvili, non conosce mezze misure. E non ci trova mai niente da ridere. E’ uno di quei tennisti che o vola sul tappeto volante e diventa persino ingiocabile tanto da aggiudicarsi anche il torneo, oppure esce al primo turno e lo fa a ripetizione in malo modo. Sempre con lo sguardo triste di chi non conosce la felicità e comunque ha troppi problemi per la testa per sciogliersi in un sorriso.

Sulla terra rossa di Monaco di Baviera, “Basi” dai bei lineamenti nascosti da una barba, 29enne georgiano ex numero 16 del mondo, senza sponsor d'abbigliamento e senza coach (a febbraio si è interrotta la collaborazione con De Witt), non lascia set per strada, infila anche Casper Ruud e in finale stoppa il redivivo Jan-Lennard Struff firmando il quinto titolo in sette finali ATP in carriera, il secondo stagionale come solo Hurkacz. Bravissimo, sfodera servizio e dritto da paura, continuità di testa e determinazione di livello nettamente superiori al numero 35 del mondo che gli riconosce la classifica (oggi 31).    

Attenzione, il georgiano che domina Monaco è lo stesso che, appena prima, sempre sulla terra, cede netto nel terzo turno di Cagliari contro Djere e poi al primo contro Krajinovic a Montecarlo e con Chardy a Barcellona.

Stessa cosa sul cemento. Dall’inizio dell’anno, ha inanellato il terzo turno ad Antalya (ko con De Minaur, numero 23 ATP), quindi è stato eliminato per quattro tornei consecutivi al primo turno da avversari di classifica peggiore: a “Melbourne 1” (contro Vilella Martinez, numero 188), agli Australian Open (Tommy Paul, 53), a Montpellier (Barrere, 113) e Nottingham (Norrie, 65). Quindi, proprio come si era eclissato, s’è riacceso a Doha, battendo Millman, Jaziri, Federer (salvando un match-point), Fritz e in finale Bautista Agut). Una meteora impazzita che Roger conosce benissimo, visto che ci aveva giocato la finale di Wimbledon juniores. Un talento discontinuo che, subito dopo, a Dubai, ha ceduto d’acchito contro Fritz e a Miami contro Ymer. 

Nessuno stupore, l’anno scorso ha fatto di peggio: ha perso al primo ostacolo a Cincinnati, Us Open, Kitzbuhel, Roma, Amburgo, Roland Garros, nelle, qualificazioni di Vienna, a Parigi Bercy e a Sofia. Sempre lo stesso giocatore che nell’ultima settimana non ha perso un set. Possibile? In questo pazzo pazzo tennis è possibile perché la testa deve essere libera dai pensieri. Come dimostra ampiamente un giovanissimo baciato dal talento come Sascha Zverev, che è appena crollato ancora, per la disdetta dei tanti che credono in lui.

Nikoloz Basilashvili colpisce di diritto (foto Getty Images)

Basilashili che già non rideva mai prima ha avuto una serie di guai che l’hanno assillato e probabilmente lo assillano ancora. Esattamente un anno fa è stato arrestato per presunte, e ripetute, violenze domestiche ai danni dell’ex-moglie Neka Dorokashvili (dalla quale nel 2015 ha avuto un figlio) ed è stato rilasciato sotto cauzione; poi ha dovuto gestire un’altra accusa, stavolta da parte di un uomo d’affari, suo connazionale, Irakli Kacharava, con una richiesta di rimborsi che risale al 2015 per il contributo al finanziamento della carriera. Secondo il querelante si tratterebbe del 30% degli introiti dell’atleta dal momento in cui "Basi" è entrato nei “top 50”, più una fetta degli introiti degli sponsor. E secondo il tribunale di Tbilisi il caso ha le debite fondamenta.

L’accusa di violenze private è tutta da chiarire perché gli unici testimoni sono i familiari della ex moglie e quella del finanziatore della prima parte di carriera del giocatore è l’ennesimo caso di uno sport difficile e costoso come il tennis. Ma sicuramente sono problemi che affollano tuttora la testa del tennista che ha una straordinaria velocità di braccio, due piedi fantastici che gli vengono da papà Nadar ex ballerino del balletto nazionale georgiano e sicuramente vale più del numero 35 del mondo, come ha già dimostrato

Il rovescio di Nikoloz Basilashvili (foto Getty Images)

Allora, qual è il suo vero problema?  Gli inizi sono stati duri: soprattutto, Basi non aveva attorno persone competenti che sapessero indirizzarlo e non aveva soldi per viaggiare e fare esperienza. “Durante i tornei juniores, papà ed io abbiamo anche dormito in auto oppure montavamo una tenda, mi sono allenato in pessime condizioni, non trovavo uno sponsor, ho preso la cittadinanza russa quando i miei si sono trasferiti a Mosca e io avevo 15 anni, ma ho continuano a giocare per la Georgia. A 20-21 anni ho quasi ricominciato da zero. Anche se ora, guardandomi indietro, penso che quei momenti difficili mi hanno fatto più forte e più affamato di tennis ad alto livello”.

Non è stato facile nemmeno l’impatto col professionismo. “Pensavo solo a procurarmi I soldi per giocare i tornei, pensavo ai campi d’allenamento, alle palle, al partner per palleggiare. Il mio era soltanto sopravvivere, finché nel 2015, dopo che ho superato le qualificazioni a Wimbledon, ho vinto un paio di partite in tabellone e ho cambiato davvero mentalità: giocavo un buon tennis ma non riuscito a superare lo scoglio dei 'top 50', così ho cercato un mentore e ho contattato Jan de Witt che conoscevo e mi piaceva come idee e approccio". Anche se il primo scalino è stato durissimo per lui, come racconta la prima guida di Venus Williams e Gilles Simon, che ha abbracciato il ragazzo motivatissimo e disordinato che per amore del tenis si è trasferito negli Stati Uniti a Sacramento. “Basi ha dovuto accettare la propria imperfezione, colpire la palla non perfettamente, giocare anche male pur di raggiungere lo scopo della vittoria, perché non tutti i giorni sono uguali e bisogna lottare con se stessi, non apparir belli a tutti i costi”. 

Il talento georgiano ha impiegato tanto tempo per entrare davvero nella parte, collezionando ferite cicatrici, come ricorda: “Ho capito come funziona il tennis, non è solo colpire la palla ed allenare il fisico, ma lavorare tanto sul piano mentale nel gioco stesso. Perché gestire i propri nervi nei momenti importanti è decisivo. E il percorso per imparare una cosa così è lungo e pieno di ricadute”.

Figurarsi quand’era “selvaggio”, come si definisce lui, “fino ai 22-23 anni”. “Non avevo un approccio professionale, volevo giocar bene ma non ero capace di tenere il livello, non avevo un piano di gioco, sentivo che mi perdevo qualcosa, restavo fra il numero 50 e il 100 del mondo, avevo proprio bisogno di qualcuno di cui fidarmi al 100 per cento”. E De Witt, al quale lo aveva indirizzato Corrado Tschabushnig del Topseed Management, era la persona ideale per il suo approccio tecnologico al tennis con un database che comprende dettagli tecno-tattici di 400 giocatori (la loro collaborazione però - come detto - si è interrotta lo scorso febbraio).    

Tutta la grinta di Nikoloz Basilashvili (foto Getty Images)

Nikoloz Basilashvili esulta (foto Getty Images)

Con l’aiuto di De Witt nel 2018 Basi è volato dal numero 89 al 18 del mondo. “Il primo passo avanti è stato vincere il primo titolo ATP che ha validato il mio gioco e il mio lavoro, confermandomi che ero nella giusta direzione e quando ci sono riuscito ad Amburgo e Pechino mi sono finalmente rilassato e ho guadagnato la motivazione necessaria”.

Nel 2019 è arrivato anche il bis ad Amburgo, ma l’anno scorso c’è stato il Covid e Basilashvili è stato travolto dalle sue storie personali. Chissà, quest’anno, sull’onda dei successi di Doha e Monaco, è pronto per altre imprese. Per ricominciare a volare, fisicamente e mentalmente, “come pilota o come psicologo”, i suoi sogni alternativi al tennis.


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