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Campioni internazionali

Matteo e Jacopo, i "Berrettinis" in doppio a Cagliari: "Insieme per la prima volta"

Matteo e Jacopo debuttano contro Pella e Duran. I due fratelli si sono raccontati in questa intervista, in cui si sono anche simpaticamente presi in giro

di | 06 aprile 2021

Uno è moro, l'altro è biondo. Uno gioca meglio di dritto, l'altro di rovescio. Uno è il numero d'Italia Matteo Berrettini, l'altro è suo fratello Jacopo, di due anni più piccolo. Per la prima volta, giocano in doppio insieme al Sardegna Open al TC Cagliari.

"La chance di giocare il doppio qua è stata una bella sorpresa" ha detto Jacopo Berrettini, in un'intervista in streaming con Federica Cocchi della Gazzetta dello Sport. I due debuttano oggi contro la coppia argentina Duran-Pella. "In doppio penso che l'intesa conti molto - ha detto Matteo -. Inseguivamo da tempo questa chance e speriamo di andare un po' avanti qui".

Il torneo di Cagliari potrebbe non essere l'unica occasione con i "Berrettinis" in campo. "Mi piacerebbe molto farlo, ma non è facile riuscire a incastrare i calendari, anche per ragioni di classifica. Spero avremo ancora questa possibilità". 

Per il numero 10 del mondo, il Sardegna Open è la prima tappa dopo l'infortunio all'Australian Open che gli ha impedito di scendere in campo nell'ottavo di finale contro Stefanos Tsitsipas. "In Australia mi sentivo bene, avevo una grande energia addosso. Mi è dispiaciuto non poter provare a competere. E' un infortunio che non avevo mai avuto, non so ancora bene come gestire. Un giorno ti senti bene, poi un altro ti fa più male, poi c'è la cicatrice. All'inizio hai anche un po' paura a rifare il gesto che ti ha portato ad avere la lesione" ci racconta a margine della stessa intervista.
 

"Come tutti gli infortuni della mia carriera l'ho vissuto con la giusta tristezza in un certo punto che però ti aiuta a fare il cambio di passo quando rientri. Mi sento bene, anche se non sarà facilissimo rientrare. Ma questo è il mio mestiere. Sono pronto" ci spiega.

Infortunio a parte, al momento della ripartenza Matteo Berrettini si definisce soddisfatto delle partite disputate finora in stagione. Lo sguardo è ora a Cagliari, non tanto a obiettivi di lungo periodo. Anche Jacopo non si è dato particolari traguardi da raggiungere nel 2021. "Voglio sentirmi bene ed essere contento di quello che faccio, non ho altri obiettivi per ora: per ora sono al 4,8% - scherza -. In partita potrebbe andare meglio, ma sono contento di quello che sto facendo".

Matteo e Jacopo Berrettini (Foto Sposito)

I fratelli Berrettini si intendono a meraviglia. "Abbiamo fatto una parte di preparazione insieme, poi non ci siamo visti molto - dice Matteo -. Jacopo l'ho trovato migliorato, sia fisicamente, sia tecnicamente: colpisce molto bene e serve meglio. il lavoro paga". Matteo, sottolinea il fratello minore, "ha più soluzioni di rovescio, ha cominciato a fare qualcosa in più. Credo anche sia migliorato nel gioco di volo".  

I due sarebbero anche una perfetta coppia comica. Ironici, simpatici, si dettano i tempi per le battute, efficaci come un servizio e una volée. Il servizio è proprio il colpo che Jacopo vorrebbe rubare a Matteo. Il numero 1 azzurro vorrebbe invece il rovescio di Jacopo. "Così saremmo perfetti, anche se non facciamo un fisico in due" scherzano.

Da piccoli, però, non sempre l'intesa era la stessa che si vede oggi. Anzi, confessa Jacopo, "da piccoli però spesso finiva in rissa. Iniziavamo a litigare per scherzo e poi, giù botte. Ma vinceva sempre lui". 

Una volta, racconta Matteo, "mi ha tirato una racchetta da ping pong ma per fortuna non mi ha preso, altrimenti adesso non saremmo qua". Scherzi a parte, il ritratto che emerge dall'intervista è quello di due fratelli molto legati. Jacopo definisce il fratello maggiore come sensibile e altruista, anche se pigrissimo fuori dal campo. Matteo parla del fratello minore come di una "persona che si affeziona tanto, vuole bene alle persone fino in fondo, e questa cosa a volte si trasforma in un difetto. Non riesce ad essere cattivo, e a volte invece servirebbe".

Il numero 10 del mondo ha sempre sottolineato quanto il fratello minore sia stato un riferimento nella sua carriera tennistica, non solo perché ha cominciato prima.

Matteo, soprannominato da giovane "radio" perché si parlava tanto addosso in campo, è più portato all'analisi, all'introspezione. Jacopo, iscritto ad un torneo ITF ad Antalya la prossima settimana, ha un'altra leggerezza. Apprezza e si gode quello che ha.

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Matteo guida, in termini di classifica, il tennis maschile italiano nel momento migliore della sua storia. "Spero che non sia il punto di arrivo, e non credo che lo sia. Questo record arriva dopo un percorso iniziato qualche anno fa - conclude -. Il tennis italiano sta crescendo, l'età media è bassa e ci sono anche tanti ragazzi dietro che si stanno facendo valere. Peccato che non ci sia il pubblico, potremmo avere una spinta ulteriore".

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