-
Campioni internazionali

Ambizione e dollari, i segreti del Kazakistan

Grazie ai tanti giocatori “acquistati” dalla Russia, il Kazakistan, sta vivendo una crescita repentina nel panorama tennistico mondiale. Merito dei tantissimi soldi investiti per attrarre i talenti ma anche della passione di un mecenate

06 ottobre 2022

Astana, dove questa settimana si gioca uno dei due 500 in programma nel calendario Atp, è la capitale della Repubblica del Kazakistan, un Paese su cui da diversi anni si sono accesi i riflettori del mondo della racchetta e che ha assunto una sua precisa fisionomia per gli appassionati.

In realtà, la capitale kazaka (Astana significa proprio capitale) dal marzo 2019 era diventata Nur-Sultan, in onore del longevo Presidente della Repubblica (in carica per quasi trent’anni) Nursultan Nazarbaev, con cui il Presidente russo Boris Eltsin era solito giocare a tennis. Poi, dal settembre di quest’anno, in seguito a una modifica costituzionale votata dal parlamento e a firma del nuovo Presidente Tokayev, la capitale ha ripreso il precedente nome, Astana appunto.

Se, fino a una quindicina di anni fa, pochi appassionati conoscevano l’esistenza di questo Stato transcontinentale a cavallo tra Asia ed Europa, oggi grazie al grande esodo di tennisti russi che qui hanno trovato casa le cose sono cambiate, tanto che la bandiera kazaka è sventolata alta per la prima volta anche sui sacri prati di Church Road il 9 luglio 2022 grazie al successo di Elena Rybakina.

Nata in Russia da genitori russi, cresciuta a Mosca, di passaporto kazako solo dal 2018, gli appassionati milanesi la ricordano giovanissima - era il 2017 - conquistare il Trofeo Bonfiglio sconfiggendo in finale una certa Iga Swiatek. Ai tempi Rybakina era ancora russa, diventerà kazaka solo dodici mesi dopo, attratta dalla possibilità di essere seguita con più attenzione e dal sostegno economico che le era stato offerto.

Prima di volare in Kazakistan, si dice che il padre di Elena - Andrei (ex produttore televisivo) - chiese ripetutamente sostegno economico alla federtennis russa per aiutare la figlia, sostegno che venne negato. “Se la Russia mi avesse garantito le stesse opportunità - ha ammesso tempo fa durante un’intervista Elena - non avrei mai cambiato cittadinanza”.

Un esempio, questo, che spiega bene quanto da diversi anni la principale attività della federazione kazaka sia quella di andare a caccia di talenti tennistici, soprattutto nelle abbondanti riserve russe e di attrarli a sé con la promessa (mantenuta) di tanto denaro. I giocatori spesso accettano, agevolati dal fatto che il Kazakistan non richiede il visto in entrata per i cittadini della Federazione Russa. Impossibile resistere alle sirene di uno stato che paga loro tutte le spese, i voli, lo staff, gli alloggi oltre a tutto ciò che serve a un professionista di alto livello.

La repentina crescita del tennis kazako si deve soprattutto a un uomo tra i più ricchi del Paese (con un patrimonio netto stimato intorno ai 3 miliardi di dollari), il 64enne Bulat Utemuratov - per gli amici Bolat - Presidente della Federazione tennis del Kazakistan dal 2007, filantropo e uomo d’affari, già membro del board Itf dal 2015 e, dal settembre 2019, anche vicepresidente.

Nell'ambito del suo mandato, Utemuratov ha creato diverse associazioni tennistiche di beneficenza per i giovani kazaki. Su sua iniziativa è stata creata l'Accademia di tennis "Team Kazakistan" per formare i giocatori più dotati. Ha investito 85 milioni di dollari solo nello sviluppo del tennis per i più piccoli e nella costruzione di infrastrutture sportive in tutte le principali città del Kazakistan. Si tratta del vero motore della crescita tennistica kazaka. Ed è proprio a lui che sono andati i primi ringraziamenti nella conferenza stampa post-Wimbledon di Rybakina.

Ma nonostante i forti investimenti per crearsi “in casa” tennisti competitivi, il principale serbatoio del tennis kazako continua a essere la Russia. Soltanto il 21enne Timofey Skatov (ranking Atp 209) e la 28enne Zarina Diyas (356 Wta) sono nati e cresciuti in Kazakistan.

Per questo “comprare” giocatori all’estero è ancora valutato come il modo migliore per promuovere il tennis in Kazakistan. Ed è grazie ai russi che hanno ottenuto traguardi notevoli. Detto di Wimbledon, anche in Coppa Davis si sono spinti quattro volte nei quarti di finale, con i vari Golubev, Kukushkin, Nedovyesov e Korolev e, a settembre, erano a Glasgow per giocarsi le finali di Malaga nel girone di ferro con Usa, Olanda e Gran Bretagna (sconfitti in tutti e tre gli incontri). Ad oggi la squadra maschile del Kazakistan occupa la posizione n.10 del ranking Itf per nazioni.

L'ultimo arrivato nel carrello della spesa è il talentuoso 25enne Alexander Bublik, nativo della città russa di Gatchina, che vanta un best ranking di 30 del mondo (attualmente è n.43 Atp) e che quest’anno ha vinto il suo primo titolo Atp a Montpellier. Tra le donne, non si può non citare Yulia Putintseva, capace di raccogliere i quarti Slam al Roland Garros e allo Us Open e di arrampicarsi tra le top 30 Wta. La 27enne nata a Mosca, attualmente è n. 47 del ranking Wta e ha nel palmares i titoli a Nürnberg 2019 e Budapest 2021, oltre proprio ad una finale, sempre lo scorso anno, a Nur-Sultan.

Un altro segreto? Il numero di competizioni in programma nel calendario internazionale. Come sappiamo bene in Italia, se si vuole far crescere il livello dei giocatori di una nazione, fondamentale è permettere loro di giocare molti tornei pro vicino a casa, in modo da aumentare l’esperienza dei tennisti contenendone le spese. Ebbene, in 10 anni, il numero dei tornei organizzati in Kazakistan è quasi quadruplicato. Nel 2022 si giocano ben 3 Atp Challenger (Shymkent 1 e 2 a maggio sulla terra rossa; President’s Cup a luglio sul cemento) e, come sappiamo, – approfittando della pandemia e della cancellazione del torneo di San Pietroburgo – Astana sta ospitando, per il secondo anno consecutivo, il primo torneo Atp nella storia del Paese. Insomma, arrivato il primo successo Slam, adesso l’obiettivo di Bulat e soci non può che essere quello di vedere un (o una) numero 1 del mondo con a fianco la bandiera kazaka.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti