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Campioni internazionali

Sinner, che personalità! La giovane Italia ha il suo leader

Jannik non solo si è aggiudicato ancora i suoi singolari, non solo ha accettato di buon grado il ruolo di numero 1 giocando anche il doppio, ma ha conquistato il gruppo con personalità ed umanità

di | 06 marzo 2022

E’ finita in gloria, con la rimonta da 1-2 a 3-2, fuori casa, con l’esordio da sogno di Lorenzo Musetti e la progressione in coppa Davis dello squadrone azzurro alla seconda fase del 14-18 settembre probabilmente a Bologna. Ma potevano succedere tante cose, tutte negative, a Bratislava. E, se non sono successe, si deve moltissimo a Jannik Sinner.

Potevano succedere molte cose, tutte negative, anche a lui, al numero 1 dell’Italia, aggravato di responsabilità dalla defezione di Matteo Berrettini e poi anche dall’infortunio di Fabio Fognini. Poteva essere mentalmente distratto dal recentissimo cambiamento tecnico-logistico, da mastro Piatti a Simone Vagnozzi, e quindi anche dalle nuove cognizioni tattiche da assimilare, coi due Masters 1000 sul cemento nordamericano che incombono, Indian Wells da giovedì, e subito dopo Miami, quando gli scadono i punti in classifica della finale 2021 che gli valgono d’élite del ranking.

Jannik poteva essere fuori fase dopo la vacanziella di tre giorni sulle nevi per sciare con l’idolo Lindsey Vonn. Poteva essere indispettito dopo il ko di Sonego di sabato e la necessità di giocare doppio e singolare uno dietro l’altro di domenica. Poteva essere troppo furioso con se stesso dopo aver fallito la clamorosa volée di rovescio sul 2-3 del tie-break accanto al prode Simone Bolelli. Poteva quindi andare in totale confusione, subito dopo, contro il disperato Horansky che, peraltro, favorito anche dalla partenza rallentata dell’altoatesino è volato subito 3-0 minacciando un’altra, indimenticabile, impresa.

Invece Sinner che, ricordiamolo sempre, compie 21 anni solo ad agosto, ha confermato doti di freddezza, di analisi, di capacità di rispettare in pochi istanti e di reazione ma, soprattutto, ha messo in campo qualità umane e di personalità da campione vero. Che, dopo aver stupito la squadra a Torino, ha conquistato tutto l’entourage azzurro a Bratislava. Così, il Rosso ha preso in mano il timone e il ruolo di caposquadra che non lascerà più neanche a Matteo Berrettini. Da autentico leader di questa giovane Italia.

LAVORI IN CORSO
Sinner a Vagnozzi sono perfettamente in sintonia sui capisaldi del nuovo corso: imparare a fare più cose tecnicamente e tatticamente per trovare poi in partita le alternative che, spesso, contro i più forti, Jannik non ha trovato, ricavandone un terrificante contraccolpo di frustrazione. Ma, nello stesso tempo, pur conscio della necessità di migliorare sensibilmente soprattutto la transizione verso la rete, e quindi affinare di molto posizione e tocco dei colpi al volo, pur dedicandosi con estrema attenzione ai miglioramenti al servizio, il Rosso cerca un delicatissimo equilibrio con il solido repertorio da fondocampo, per non snaturarsi e smarrire le certezze che l’hanno portato in alto. Non è facile. E lui che è un perfezionista e vorrebbe accelerare come sempre i tempi, scalpita, perché non riesce a risolvere il quiz in un lampo.

Ecco perché, al di là del successo personale contro due pericolosi interpreti sulle superfici veloci indoor, come i sottovalutati Norbert Gombos e Filip Horansky, e al di là dell’imbattibilità in azzurro in singolare che si allunga - 8 match vinti su 8, compresi i 3 di ATP Cup -, non è pienamente soddisfatto di come sta andando il suo gioco. E non vede l’ora di tornare sul campo per discutere col nuovo coach tutte le sue perplessità, condite da pro e contro delle varie situazioni che ha affrontato e che gli si ripresenteranno a giorni, aumentate dalla qualità degli avversari.

PERSONALITA’
In questa tempesta che gli agita il cuore e la testa da adolescente - almeno seguendo l’anagrafe -, Sinner ha comunque impressionato per come ha reagito alle sollecitazioni del capitano non giocatore, Filippo Volandri, sia durante le discussioni - da mercoledì - sulla possibilità di far esordire il neo ventenne Lorenzo Musetti, tecnicamente più adatto contro Gombos che aveva sorpreso il troppo difensivo Sonego, sia sulla necessità, di dover impiegare lui a pochi minuti di distanza in doppio accanto a Bolelli e poi nell’importantissimo singolare contro Hornasky.

Il numero 1 è diventato ancor più numero 1 per come ha conquistato il gruppo con la lucida determinazione ma anche l’umanità, per come ha accarezzato le ferite del primo Lorenzo, affondato per la seconda volta dopo la grande delusione di Torino, per come ha gestito il rapporto con un nuovissimo compagno di doppio, più anziano ed esperto come Simone Bolelli, e per come ha motivato e spinto il più giovane Musetti, al quale è legato ancor di più, da sempre.

“Un esempio, un autentico fuoriclasse”, dice un commento del clan che riassume perfettamente il successo personale di Jannik Sinner. Perché potevano succedere tante cose, tutte negative, a Bratislava ma, grazie al Rosso, non sono successe. Anzi, la rimonta in Slovacchia farà da collante a stagioni di successi, aspettando il recupero di Berrettini e Fognini.

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