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Malgrado le varie difficoltà incontrate nelle due settimane di Melbourne, Djokovic si è rivelato un’altra volta il più forte di tutti. “A inizio torneo non mi vedevo con grandi chance – ha detto –, invece sono riuscito a giocare come poche altre volte. Sono motivato per vincere il maggior numero possibile di Slam”. Tsitsipas la prende con filosofia: “Ho fatto ciò che ho potuto, sono sulla strada giusta”
29 gennaio 2023
Uno degli Slam più gustosi in termini di livello espresso, ma allo stesso tempo anche uno dei più complessi per le difficoltà che ha dovuto dribblare nelle due settimane di Melbourne. È l’Australian Open numero 10 di Novak Djokovic, che in un colpo solo ha agguantato Rafael Nadal a quota 22 successi e si è ripreso il numero 1 del mondo. “Sento grande soddisfazione e sono molto fiero di me stesso”, ha detto il serbo in conferenza stampa. “Quando sono salito nel mio box dopo la partita ho avuto una sorta di collasso emotivo, scoppiando a piangere con mia madre e mio fratello. Ho lasciato andare tutte le emozioni che fino a quel momento ero stato costretto a tenermi dentro, per non lasciarmi distrarre da aspetti che potevano influenzare il mio gioco. Questo ha richiesto una quantità incredibile di energie mentali”.
“Solo due settimane fa – ha continuato – non credevo di avere grandi chance, a causa del problema alla gamba. Per fortuna, nei tornei del Grande Slam c’è un giorno di riposo e questo mi ha permesso di presentarmi sempre in una condizione adatta per giocare e vincere. Dal quarto turno in poi la gamba non mi ha dato particolare fastidio, tanto che sono riuscito a esprimere il mio miglior tennis. In termini di qualità, credo che questo torneo meriti il podio delle mie migliori prestazioni Slam”.
“Sapevo che contro Stefanos sarebbe stato un match diverso rispetto ai precedenti: l’avevo visto giocare, so che aveva dominato la gran parte delle sue partite, perciò dovevo fare il massimo. Ho iniziato molto bene, poi lui nel secondo ha alzato il livello e ha avuto le sue chance, ma non le ha colte. Sono stato bravo dal punto di vista mentale in entrambi i tie-break. Non ho molto altro da aggiungere”.
“Non vedevo l’ora di venire in Australia, perché qui ho sempre ottenuto grandi risultati. Considerando i fatti dello scorso anno, stavolta ero più nervoso rispetto al passato perché non potevo sapere come sarei stato accolto. Invece è stata un’esperienza positiva, malgrado alcune cose non semplici da gestire, come ciò che è accaduto con mio padre negli ultimi giorni. Ma le persone attorno a me hanno fatto un grande lavoro per permettermi di svolgere la mia routine nel modo ideale”.
“Sono motivato per vincere il maggior numero di Slam possibile. Giunto in questa fase della mia carriera, questi tornei rappresentano la più grande motivazione. Non mi è mai piaciuto paragonarmi agli altri, ma è un privilegio essere citato nella discussione sul più forte giocatore di sempre. Ho ancora tanta motivazione e non ho intenzione di fermarmi. So che se sto bene posso vincere qualsiasi torneo, contro qualsiasi avversario. Non c’è nulla di garantito, non so per quanti anni ancora giocherò e quanti Slam ancora riuscirò a disputare, perché dipende da vari fattori. Per me è molto importante sentire l’affetto e il supporto dei miei cari, e conservare il giusto equilibrio fra il tennis e la mia vita privata”.
“Credevo che la questione legata a mio padre si sarebbe sgonfiata più rapidamente, invece non è stato così. Quindi ci siamo trovati entrambi d’accordo sul fatto che fosse meglio che oggi rimanesse fuori dal mio box. Mi ha fatto male non averlo con me, perché si tratta di momenti speciali, ed è stato molto difficile anche per lui. L’ho visto dopo l’incontro: era un po’ triste per non aver vissuto questo titolo dalla tribuna. Tuttavia, mi ha detto che se ritenevo fosse meglio così per l’andamento della sfida, era pronto a rimanere fuori”.
“Credo e mi auguro che in Serbia le persone, specialmente i più giovani, possano trovare un’ispirazione in ciò che faccio e nei risultati che ho ottenuto, per fare meglio nello sport o in qualsiasi altro aspetto della propria vita. Arrivare da un paese come il mio, senza una grande tradizione tennistica e senza aiuti, rende il tennis una sfida ancora più difficile. Devi essere in qualche modo il primo ad aprire una strada, ma se ci riesci tutto diventa molto più soddisfacente. Sapendo da dove sono partito, l’affetto che ricevo e l’apprezzamento per ciò che ho ottenuto è ancora più gustoso”.
STEFANOS TSITSIPAS
“All’inizio dell’incontro – ha spiegato il greco – ho faticato al servizio, penso si sia notato. Ma non era nervosismo. Anzi, ero elettrizzato all’idea di scendere in campo a lottare per il titolo e il numero uno. Ci sono sicuramente cose che posso migliorare, ma la sconfitta di oggi non mi abbatte. La vedo come un passo avanti. Quest’anno punto a fare ancora meglio, a lottare ancora per i grandi tornei. Mi piace come sto giocando, il mio atteggiamento, la mia stabilità mentale. Sono contento del mio percorso”.
“Oggi ciò che potevo fare l’ho fatto, tutto il possibile. Novak ti spinge sempre al limite, lo sappiamo. Avere un campione come lui è qualcosa di molto positivo per il nostro sport. Ci mostra ogni giorno dove dobbiamo arrivare: affrontarlo è una lezione. Ogni sfida contro di lui mi ha reso un giocatore migliore”.
“I numeri parlano per lui: ha vinto 22 Slam, e insieme a lui ci sono altri due grandissimi campioni come Rafael Nadal e Roger Federer. Sono stati tanti i giocatori ad aver contribuito a portare il tennis ai livelli di oggi, ma loro in particolare. Se penso a Novak, credo si sia guadagnato tutti i suoi successi grazie a tanta professionalità e una dedizione enorme nella vita di tutti i giorni. Da uno come lui posso solo imparare, per provare a seguire il suo percorso. Sono onorato di poter giocare a tennis nella miglior epoca della storia”.
“Non penso già più alla partita. Ho sognato questo trofeo, anche la scorsa notte: lo desideravo tanto, ma è andata così. Cercherò di fare meglio la prossima volta. Ci sono stati dei momenti nei quali sentivo di essergli vicino, altri meno come nei tie-break. Cercherò di prendere da questo match solo gli aspetti positivi, e da quelli ripartire. Mi attende una stagione lunga e complicata, quindi devo guardare avanti e farmi trovare pronto. Perdere in finale fa più male che perdere in semifinale, ma in fondo è molto meglio perdere una finale che fermarsi un gradino sotto. Devo compiere ancora uno step in più, per poter costantemente vincere Slam e Masters 1000”.
“Voglio ambire al massimo possibile, quindi sì, il numero 1 è fra i miei obiettivi. Oggi ho avuto un’opportunità, ma dall’altra parte della rete c’era un giocatore che ha saputo fare meglio di me, e che attualmente si merita di stare davanti a tutti. Sono ormai nel circuito da qualche anno, ho immagazzinato tanta esperienza e penso sia il momento di puntare al massimo. Non vedo perché dovrei abbassare le mie aspettative. Sono nato campione, me lo sento nel sangue fin da quando sono bambino. Quindi continuerò a lavorare per provare a diventare numero uno del mondo”.
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