Per vincere non occorre essere personaggi. Semplice, diretto, al limite dell’anti-divo, Hubert è ormai una delle realtà più solide e concrete del circuito. 25 anni, oggi numero 10 del mondo, il polacco ha conquistato ad Halle il suo quinto titolo in altrettante finali
24 giugno 2022
Per vincere non occorre necessariamente essere personaggi. Semplice, diretto, al limite dell’anti-divo, Hubert Hurkacz è ormai una delle realtà più solide e concrete del circuito. 25 anni, oggi numero 10 del mondo, il polacco è letteralmente esploso nel 2018, tanto da ricevere una nomination per il Newcomer of the Year Award dell’ATP, dopo essere stato uno dei protagonisti della seconda edizione delle Next Gen ATP Finals di Milano.
Per regalarsi un momento speciale ha scelto la sua partita numero 201, quella in cui ha dominato il numero 1 del mondo Daniil Medvedev conquistando ad Halle il suo quinto titolo in altrettante finali. Prima del nativo di Wroclaw, nella cosiddetta Era Open, erano riusciti in questa impresa soltanto Sjeng Schalken, Andrei Medvedev, Thomas Enqvist, Martin Klizan, Ernests Gulbis e, di recente, Carlos Alcaraz.
La storia di questo ragazzone di 1 metro e 96 inizia l’11 febbraio del 1997 e bastano pochi anni per intuire che la voglia di provare a seguire le orme di mamma Zosia, ex campionessa giovanile, c’è ed è tanta. Dopo le prime vittorie a livello Challenger, nel marzo del 2019 si lega professionalmente a Craig Boynton, coach americano già accanto in passato a illustri connazionali del calibro di Jim Courier e Mardy Fish.
Il sodalizio è vincente e pochi mesi più tardi Hurkacz si aggiudica il torneo di Winston Salem, riportando un titolo del circuito maggiore in Polonia a distanza di 37 anni dall’ultima volta (Wojtek Fibak a Chicago): è il suo primo squillo. La crescita è costante e archiviato un 2020 complicato per tutti, lo scorso anno è riuscito a piantare una bandierina anche a Delray Beach, Miami e Metz.
'Hubi' (così lo chiamano affettuosamente) sta bene e a Wimbledon (dove sarà testa di serie numero 7) è uno dei favoriti, nonostante la stagione non fosse iniziata nel migliore dei modi. Agli Australian Open la brutta battuta d’arresto al secondo turno con il francese Adrian Mannarino (6-4 6-2 6-3), numero 69 del mondo, dopo una incerta vittoria in quattro set con il bielorusso Gerasimov, fuori dai primi 100. Si è ripreso a Miami, dove difendeva il titolo vinto lo scorso anno ai danni dell’amico Jannik Sinner, fermandosi soltanto in semifinale per mano di un inarrestabile Carlos Alcaraz.
Primo turno a Roma e ottavi al Roland Garros (sconfitto dal futuro finalista, Casper Ruud), Hurkcaz ha inserito la retromarcia (proprio lui, grandissimo appassionato di automobili) nel primo appuntamento erbivoro della stagione, perdendo in tre set con l’ungherese Fucsovics all’esordio nel torneo di Stoccarda. Poi è arrivato il torneo di Halle, un meraviglioso viatico per portare il morale alle stelle. Da Cressy a Humbert (campione in carica), passando per Auger-Aliassime e Kyrgios: Hubert ha fatto strike battendo specialisti e mine vaganti.
Una strana edizione dei Championships è alle porte e i ricordi nella mente del polacco sono freschi e dolcissimi. Nel 2021 superò Lorenzo Musetti, Marcos Giron e Alexander Bublik (tutti in tre set), aggirò in cinque parziali l’ostacolo Medvedev e si impose nettamente su uno dei propri idoli, Roger Federer (in quella che è al momento è l’ultima partita dell’elvetico prima dell’operazione al ginocchio), per poi arrendersi solo a uno straordinario Matteo Berrettini.
Su erba, Hubert ha ottenuto 14 delle sue 112 vittorie in carriera. Letto così, di primo acchito, è un dato che non spicca. Avversari e contesto, però, non possono non essere presi in considerazione. Il gioco dell’attuale numero 10 del mondo è perfetto o quasi per questa superficie. Il servizio va che è una meraviglia, così come i colpi da fondo, piatti, potenti e penetranti. Le variazioni gli consentono di non soffrire particolarmente gli scambi prolungati e la gestione dei tie-break ad Halle denota grande capacità di concentrazione nei momenti chiave. Tra pochi giorni si parte. La concorrenza c’è ed è agguerrita. Ma è anche avvisata.