La decisione di Djokovic di partecipare al torneo di Tokio ridà dignità e interesse ai massimi livelli a un torneo che pareva perdere partecipanti illustri uno al giorno. Ora il mondo guarda al suo tentativo di realizzare il Golden Slam e scopre che i migliori tennisti del momento ci saranno tutti
di Enzo Anderloni | 17 luglio 2021
Siamo arrivati a un punto in cui decide tutto lui: Novak Djokovic. Dopo il suo successo a Wimbledon l’attenzione era tutta puntata al torneo olimpico di Tokio e tutti si domandavano, senza avere il coraggio di farlo pubblicamente: ma che senso ha questa gara senza pubblico alla quale ogni giorno qualcuno dà forfait per ragioni di salute o altro?
Le rinunce scavavano il dubbio come le gocce sull’antica pietra. Dopo Nadal e la Halep, Thiem e Serena Williams, Kyrgios e Shapovalov, Kenin e Andreescu è arrivata la bomba dell’assenza di Roger Federer, che tutti immaginavano presente se non altro per onorare l’impegno dorato con il suo sponsor giapponese di abbigliamento casual. Il suo ginocchio destro sembrava mettere in ginocchio Tokio. E nelle ultime ore ancora il no di Kerber e di Azarenka, la rinuncia dolorosa dell’australiano Alex De Minaur, che avrebbe voluto andare a tutti i costi ma è risultato positivo al Covid-19. Disastro.
Poi è arrivato lui, il n.1 del mondo, che dopo il trionfo ai Championships aveva lasciato aperti tanti dubbi sulla scelta che avrebbe fatto, dubbi che facevano pensare a una sorta di “no” da pronunciare gradatamente per non fare troppo male.
E invece Nole ha ribaltato il tavolo, alla sua maniera, associando il suo clamoroso “sì” all’immagine di un bambino giapponese, suo tifoso, cui ha mandato un videomessaggio di auguri. Non poteva deluderlo e quindi era pronto e orgoglioso di unirsi al team serbo.
Cannot disappoint my little friend Koujirou. I booked my flight for Tokyo and will proudly be joining #TeamSerbia for the Olympics. ???? pic.twitter.com/23TmSdvc4x
— Novak Djokovic (@DjokerNole) July 15, 2021
E’ da un po’ che Djokovic manda messaggi al mondo attraverso i bambini. Qualcuno ricorderà la pazza gioia del ragazzino cui regalò la racchetta dopo la vittoria al Roland Garros: “Avevo sentito il suo incoraggiamento per tutta la partita”, spiegò poi. Una partita durissima, la finale, nella quale aveva dovuto rimontare due set a Stefanos Tsitsipas.
Anche dopo il successo su Matteo Berrettini a Wimbledon, ha regalato la racchetta a un giovanissimo tifoso. Visto che gli stadi oggi continuano a tifare per i suoi avversari, probabilmente ha deciso di investire sul futuro. Perché ne è sicuro: il futuro è suo, nonostante abbia compiuto 34 anni. Ha tante cose ancora da fare con la racchetta in mano.