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Campioni internazionali

L'impresa di Pablo: come vincere un 1000 preparandosi... sulla spiaggia

Non è certamente una regola, bensì l'eccezione. Ma Carreno Busta, vincendo prima l'esibizione sulla spiaggia di Luanco (si gioca sulla sabbia battuta ogni sera quando la marea si ritira) e poi il Masters 1000 del Canada, ha dimostrato che - almeno per lui - la preparazione specifica è un concetto (molto) relativo

15 agosto 2022

Dove lo si poteva preparare, un torneo che si finisce per vincere alla vigilia di Ferragosto? Sulla sabbia di una spiaggia, ovviamente. Non è uno scherzo, si badi bene. In barba ai profeti della programmazione e ai maniaci dei dettagli, Pablo Carreno Busta ha conquistato il suo primo Masters 1000 in carriera, sul duro canadese di Montreal, pochi giorni dopo aver gareggiato (e vinto) nel torneo più pazzo del mondo, quello sulla sabbia battuta de 'La Ribera', spiaggia di Luanco, Asturie, nord della Spagna. 

Carreno Busta, nativo di Gijon, a una ventina di chilometri da Luanco, è stato fra i promotori dell'evento asturiano, uno dei classici dell'estate iberica ma interrotto per nove anni dopo l'ultima edizione del 2013 (vinta da Tommy Robredo su Nico Almagro). Pablo ha pure finito per alzare al cielo il trofeo, superando in finale il connazionale Feliciano Lopez ma rischiando molto in semifinale contro il lituano Edas Butvilas, 18 anni, numero 1549 Atp. Giusto per far capire quanto quel torneo, giocato di notte quando la marea si ritira, sia una delle cose più folli associate al tennis.

Bene, Carreno Busta dunque non si è risparmiato, in quel di Luanco. Forse mettendo pure un po' a rischio le sue caviglie, come si direbbe dando un'occhiata alle foto dell'esibizione. Una volta chiuso il torneo, ha fatto rotta Oltreoceano e a Montreal ha giocato come abbiamo visto, cioè come meglio non avrebbe potuto. Fuori Berrettini, fuori Rune, fuori Sinner, fuori Draper, ha rischiato qualcosa contro Daniel Evans e poi ha rimontato in finale Hubert Hurkacz mostrando una condizione fisica straripante.

Un Carreno Busta così, peraltro, diventa un outsider serissimo per i prossimi Us Open, tanto più che lo spagnolo non ha certo paura dei cinque set e ha già dimostrato più volte di amare lo Slam newyorchese: per lui a Flushing Meadows ci sono due semifinali (2017 e 2020) che rappresentano i momenti più alti della carriera. Mai come quest'anno, negli States, saranno in tanti a volerlo evitare nel loro percorso.

Ma dunque che è successo, tra Luanco e Montreal, perché lo spagnolo di Gijon potesse trovare così in fretta la condizione senza avere una preparazione specifica alle spalle, nemmeno di pochi giorni? Non è la norma, chiaramente, bensì un'eccezione. Intanto Carreno Busta ha dimostrato più volte in carriera di sapersi adattare in fretta ai cambiamenti, dote rara che per tanti resta una chimera, a prescindere dall'esperienza.

Anche nelle Olimpiadi dello scorso anno, che lo videro sul podio (medaglia di bronzo a spese di Novak Djokovic), Pablo arrivò all'ultimo momento, dopo aver giocato fino al giorno prima sulla terra lenta di Amburgo. Anche in quel caso aveva però vinto il torneo 'di preparazione', e allora potrebbe pure essere che per Carreno Busta contino maggiormente la tranquillità e la fiducia, che non l'allenamento su una certa superficie. Anche perché alla sua età e con il suo curriculum, le dinamiche del cemento le conosce ormai come le sue tasche.

Coloro che lottano per trovare la condizione in tempo, settimane prima di un cambio di superficie, potrebbero impazzire dall'invidia. Ma – appunto – ognuno è diverso. Un altro esempio contemporaneo di giocatore in grado di adattarsi senza preparazione specifica è quello rappresentato da Nick Kyrgios, anche se in quel caso è il talento, più della fiducia, a fare la differenza.

In passato, uno dei casi più clamorosi riguarda un altro talento fuori dalla norma come Andre Agassi, capace nel 1992 di vincere Wimbledon senza alcun torneo di avvicinamento e con pochi giorni passati su erba. Sempre a Wimbledon e sempre a inizio anni Novanta, ci si ricorda del quarto di finale ottenuto nel 1991 del francese Thierry Champion, uno che l'erba la sopportava a malapena, tanto che quel torneo lo preparò giocando sulla terra battuta di Firenze e Genova, perdendo in entrambi i casi da Thomas Muster. Si potrebbe dire che erano altri tempi, dove la specializzazione contava meno. Ma in fondo Carreno Busta ci ha ricordato che sarebbe una frase fuori luogo.

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