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Con l’annichilente 6-0 6-0 in finale a Pliskova, la 19enne polacca Swiatek conferma a Roma il titolo del Roland Garros e punta decisa al bis a Parigi. Grazie alla mental coach che la segue da anni
di Vincenzo Martucci | 17 maggio 2021
Non puoi prendertela con lei anche se ti rifila un annichilente ed indimenticabile 6-0 6-0 nella finale di Roma. Non puoi prendertela con la sorella e la figlia che tutti vorrebbero. Iga Swiatek è una ragazza polacca timida e radiosa di 19 anni con la faccia della brava ragazza.
Sembra semplice anche nel gioco, come tutti i campioni che compiono i gesti più difficili con estrema facilità, anche se in realtà alla velocità di esecuzione e al repertorio completo coi quali ha sbancato il Roland Garros lo scorso anno, ha aggiunto una gestione migliore dei colpi e delle situazioni, ed una varietà di repertorio che altre picchiatrici della new generation, come Ostapenko e Kenin, non hanno imparato e forse non impareranno mai. Perché la ragazza della porta accanto vuole di più, vuole molto di più. “Sono ambiziosa e perfezionista”, afferma senza timori, guardandoti negli occhi.
Col trionfo di ottobre a Parigi, Iga ha superato nel dualismo di casa Polonia la mitica Aga (Radwanska), finalista a Wimbledon 2012, ora l’attacca anche in classifica: questa settimana entra per la prima volta fra le “top 10” alla rincorsa del numero 2, record della pioniera. Mentre l’attacca decisamente come personaggio, col suo gatto Grappa - sì, proprio in onore alla nostra acquavite - che ringrazia nel discorso di prammatica e col regalo segreto che si è concessa: “Mi sono meritata un tiramisù”. Non ha le mani d’oro dell’amica Radwanska ma sa pizzicare le avversarie lì dove fa più male, chiedere per conferma alla “giraffona” Pliskova che coglie spesso in contropiede in finale.
Non puoi prendertela con lei che boccia ancora una volta Elina Svitolina negli ottavi e dice: “Alla fine non ero così carica e non ho fatto tanto festa perché ogni partita tifo per lei, anche se dentro di me ero felice perché sentivo che il mio gioco è tornato e mi sento di nuovo a mio agio in campo, tanto che posso fare quello che mi dice l’allenatore e quello che prepara in allenamento. Bello!”. Non puoi prendertela con chi vive e respira tennis tutto il giorno, con chi sorride e saluta e ringrazia tutti, con chi ammette apertamente il maggior difetto: “Non voglio fare come altre vincitrici Slam che poi sono tornate indietro, io lavoro duro per non fare lo stesso errore, io voglio essere continua come i grandi campioni tennisti che abbiamo fra gli uomini. Perciò non ho paura di tornare a Parigi come regina uscente. Mi sono concentrata sul lavoro e sono tranquilla”. Non puoi prendertela con una ambasciatrice così limpida e serena che dice: “Oggi il tennis donne è particolarmente interessante perché può succedere di tutto. Mi piace”
Il suo segreto è a casa, nelle radici nella famiglia, nell’amica Daria, Abramowicz, l’ex velista che ha inculcato l’importanza del Mental coach in tutto lo sport polacco e tanto parla e ha parlato con l’anima sensibile di Iga, creandole la sua fondamentale “ancora umana”.
Transitando dai libri alle passeggiate in spiaggia all’analisi della crescita personale per arrivare all’autostima, all’esatta percezione dell’impegno fisico nella realtà allargata - e reale - di una vita serena, in pace con se stessi, quindi mai identificando lo sport con l’esistenza stessa.
Così, Iga ha imparato a perdonarsi per le sconfitte e per i fallimenti sportivi, destreggiandosi fra gli imprevisti del campo da tennis proprio come una velista con le bizze del cielo e del mare. La ragazza dal braccio d’oro ha imparato a conoscere se stessa e, soprattutto, a controllarsi anche con l’aiuto del Lego e del Sudoku, in parallelo con la n. 1 dello sci alpino, Mikaela Shiffrin, tanto che, nell’imparare a gestire stress e successo le due sono diventate anche amiche e si messaggiano spesso.
“Daria sa che cos’è lo stress in gara e mi ha insegnato che il rimedio più semplice è non analizzare troppo le cose ma concentrarsi sulle gambe, tenerle basse che è un principio-base del tennis, ma funziona. A volte devi tenere la mente occupata ed eseguire le azioni più semplici”.
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