Come l’attuale numero uno del mondo con l’Australian Open, anche un giovane Nadal, nel 2004, fu costretto a rinunciare al Roland Garros e a Wimbledon per problemi fisici. È comunque riuscito a vincere tantissimo successivamente, anche se dribblare i problemi come ha saputo fare lui è roba per pochi
10 gennaio 2023
In attesa del sorteggio dei tabelloni principali, previsto per giovedì, la notizia più rilevante in vista dell’ormai imminente Australian Open è l’assenza di Carlos Alcaraz, che salterà il suo primo torneo del Grande Slam da quando nel 2021 è entrato nel giro grosso, facendo il suo debutto in un Major proprio a Melbourne Park, da qualificato.
Un forfait, dovuto a un infortunio muscolare alla gamba destra, che potrebbe costare allo spagnolo il numero uno del ranking ATP, visto che sono addirittura in tre a poterlo superare: Ruud, Tsitsipas e Djokovic. All’elenco manca invece Nadal, che è numero 2 ma non potrà aumentare il suo bottino in quanto difende i 2.000 punti del successo del 2022, ed è proprio agli inizi della carriera di Rafa, che nel 2004 fu costretto a saltare sia Roland Garros sia Wimbledon, che rimanda il forfait di Alcaraz, del quale proprio nelle ultime ore si è scoperto qualcosa in più.
Il tennista di Murcia si è infortunato al muscolo semimembranoso della gamba destra durante uno degli ultimi allenamenti prima della partenza per l’Australia. Stava giocando un set a ritmo alto con Darwin Blanch, l’ultimo dei tre fratelli statunitensi, quando nel frenare dopo aver recuperato una contro-smorzata del rivale si è trovato in spaccata alla Djokovic. Per evitare un’ulteriore estensione dei muscoli si è lasciato cadere a terra, ma ormai il danno era fatto. Rialzatosi immediatamente, Carlos ha subito avvertito dolore, lasciandosi cadere di nuovo. Quindi se l’è sentita di continuare e ha completato l’allenamento, ma il dolore è gradualmente aumentato e i successivi controlli diagnostici hanno evidenziato la lesione muscolare. Nulla di grave in ottica futura, ma comunque un problema sufficiente per obbligarlo a rinunciare alla trasferta down under.
Per Alcaraz quello alla gamba è il secondo infortunio consecutivo, dopo la lesione addominale che l’aveva obbligato a ritirarsi dal Masters 1000 di Parigi-Bercy e quindi a dare forfait sia alle Nitto ATP Finals di Torino, sia alle Davis Cup Finals di Malaga. Un segnale piuttosto preoccupante se si considera che il giocatore di El Palmar sta già collezionando ritiri pesanti a nemmeno vent’anni.
È qui che tornano in mente gli inizi di carriera di Nadal: le statistiche dicono che il maiorchino vinse il Roland Garros alla prima partecipazione, nel 2005, ma pochi ricordano che in realtà Rafa dovette attendere quasi due anni dal debutto Slam per scendere per la prima volta in campo in quella Parigi poi diventata casa sua. Dopo il debutto in un Major nel 2003 a Wimbledon, Nadal fu costretto a saltare i due Slam europei dell’anno successivo a causa di una frattura da stress allo scafoide tarsale del piede sinistro, che portò a galla una malformazione congenita dell'osso.
Meno di due anni più tardi lo stesso problema l’avrebbe obbligato anche a rinunciare all’Australian Open del 2006, e rileggendo le cronache dell’epoca fa sorridere scoprire che qualche medico catastrofista ne ipotizzava addirittura un ritiro dal tennis giocato in giovane età, mentre quasi vent’anni dopo Rafa è ancora in pista, con il record di titoli nei tornei del Grande Slam e un successo a Melbourne da difendere, senza dover fare i conti con uno dei più forti al mondo.
Detto che i problemi di Alcaraz non vanno presi sotto gamba, perché iniziare già in giovane età a rinunciare agli appuntamenti importanti non è affatto un bene, proprio l’esempio della storia sportiva di Nadal induce invece a stare tranquilli. Malgrado dei problemi a inizio carriera apparentemente più gravi di quelli del suo erede, e peraltro arrivati ancora prima che riuscisse a conquistare il suo primo titolo Slam (mentre Alcaraz ha già riempito la casella), Rafa è riuscito comunque a vincere tantissimo e diventare uno dei giocatori più forti di tutti i tempi.
Alcaraz quest'ultimo traguardo ce l’ha fra gli obiettivi, con tutte le carte in regola per arrivare a raggiungerlo. A patto che riesca a tenersi alla larga dagli infortuni il più possibile. Perché se vincere quanto Nadal sembra già complicato, lo è ancora di più vincere quanto Nadal dribblando la quantità di guai fisici che ha saputo dribblare lui, problemi che in carriera l’hanno obbligato a saltare 11 Slam e a ritirarsi – o a giocare non al top – in tante altre occasioni.
Rafa in questo senso è dunque un esempio da seguire. Se è vero che il maiorchino è per certi versi unico, i suoi insegnamenti vengono buoni adesso a tutti coloro che si trovano a fare i conti con qualche problema di natura fisica. Come Carlos Alcaraz appunto, ma anche come i nostri campioni: Matteo Berrettini, Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego, tutti di recente (a turno) con qualche acciacco a complicare la preparazione.
Ebbene, Rafa insegna che tutto questo fa parte del mestiere, che di facile non c'è nulla nemmeno sotto il profilo fisico. E che gli ostacoli vanno superati, anche se questo richiede tempo e fatica. Subire un infortunio ed essere costretti a saltare uno Slam, come è capitato ora ad Alcaraz, non è piacevole ma non deve diventare un dramma. Semmai, un'occasione per capire come evitare problemi di questo genere e farsi trovare pronti la volta successiva. Non tutti, probabilmente, riusciranno a convivere con il dolore come ha saputo fare Nadal, ma tutti devono sapere che il dolore fa parte della vita di un campione. Anche di colui che ha vinto più di ogni altro.