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Campioni internazionali

Coria jr: "Odiavo il tennis, ora sfido Berrettini"

Federico Coria, fratello di Guillermo ex finalista al Roland Garros, ha lasciato il tennis per 9 mesi a 16 anni. "Troppa pressione, la gente era cattiva: volevo cambiare cognome" ha detto. A Roma, suo primo Masters 1000, ha sconfitto Struff. Sarà il primo avversario di Berrettini

di | 15 settembre 2020

Federico Coria, fratello di Guillermo finalista a Roma nel 2005, sfiderà Matteo Berrettini al secondo turno degli Internazionali BNL d'Italia

Federico Coria, fratello di Guillermo finalista a Roma nel 2005, sfiderà Matteo Berrettini al secondo turno degli Internazionali BNL d'Italia

A 13 anni, una domenica di maggio nel 2005, Federico Coria passava da un bar all'altro con il suo gruppo di amici per vedere in televisione il fratello Guillermo. Il finalista del Roland Garros 2004 affrontava Rafa Nadal per il titolo agli Internazionali BNL d'Italia. L'argentino avrebbe perso al tiebreak del quinto set in quella che sarebbe diventata la più lunga finale nella storia del torneo.

Quindici anni dopo, al Foro Italico, si è qualificato per il suo primo Masters 1000. A 28 anni, ha debuttato nel tabellone principale con la prima vittoria contro un top 50, il tedesco Jan-Lennard Struff (n.30 ATP) sconfitto 61 76(5). Con un tennis di difese tenaci e colpi molto arrotati da dietro, sarà il primo avversario di Matteo Berrettini, il primo top-10 che incontrerà in carriera.
Nelle qualificazioni ha rimontato da sotto 5-3 al terzo contro Paolo Lorenzi, ha sconfitto il canadese Steve Diez (n.177 del mondo) e dominato 61 61 il bosniaco Damir Dzumhur, oggi numero 114 ma con un passato di n.23 nel 2018.

Dopo la vittoria decisiva per il main draw, ha raccontato, ha inviato su Whatsapp un'immagine del tabellone con il suo nome dentro, insieme a quelli di Novak Djokovic e Rafa Nadal, i primi due giocatori del mondo. Una prova per dimostrare che è tutto vero.

"Sono felice di vederlo nei grandi tornei" ha detto Guillermo, ex numero 3 del mondo, come riporta la versione spagnola del sito ATP. Per il fratello minore, che nello scorso US Open ha vinto la sua prima partita in uno Slam, il cognome Coria è stato a lungo un peso di cui ha desiderato liberarsi.
 

Guillermo Coria a Roma prima degli Internazionali d'Italia del 2005

Classe 1992 come il numero 9 del mondo Diego Schwartzman, avversario di tante battaglie da Under 12 e Under 14, a sedici anni ha smesso di giocare per nove mesi. Si era trasferito da Rosario, dove è nato, a Buenos Aires per inseguire il suo sogno. Ma quasi in ogni torneo, ha raccontato, si ricordavano di Guillermo che magari l'aveva vinto anni prima. "Tutti si aspettavano che giocassi come lui, e la gente sa essere molto cattiva" ha confessato in un'intervista alla testata argentina Ole. "Ho anche pensato di cambiare cognome, non volevo più essere il fratello di Guillermo perché non sei abbastanza maturo a quell'età".

La sua è una carriera fatta di continue frenate. Nel 2018, dopo la sua prima vittoria in un main draw ATP contro il connazionale Kicker, un altro dei suoi avversari in estenuanti battaglie da ragazzini, è stato squalificato per nove mesi. La Tennis Integrity Unit l'ha ritenuto colpevole di non aver denunciato un tentativo di corruzione risalente al 2015. "Mi hanno rovinato due anni" ha detto al quotidiano argentino Clarin.
Tifoso del River Plate, ammiratore di Leo Messi e di Juan Martin Del Potro, quest'anno ha centrato a Rio de Janeiro i primi quarti ATP. Nel "500" brasiliano, ha salvato due match point al francese Corentin Moutet e battuto lo spagnolo Carlos Alcaraz-Garfia, etichettato come nuovo Nadal. Ha perso, dopo aver vinto il primo set, contro il cileno Christian Garin, numero 21 ATP, esploso l'anno scorso dopo essere tornato in patria abbandonando l'accademia di famiglia del maiorchino. 

Con i risultati recenti, è già sicuro di realizzare il primo dei suoi due grandi obiettivi, entrare direttamente in tabellone al Roland Garros. L'altro, l'ingresso in top 100, è sempre più vicino. Da quando esiste il ranking computerizzato nel 1973, solo altri due fratelli sudamericani sono entrati entrambi tra i primi cento del mondo: Julian e Alejandro Ganzabal. "Se dovessi ottenerli entrambi - ha detto -, avrei fatto di più di quanto potessi immaginare".
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