

Anche il 23enne indiano, numero 124 della classifica mondiale, nel suo piccolo, sta scrivendo la storia degli Us Open e del suo Paese, esattamente come il formidabile mancino di Maiorca
di Vincenzo Martucci | 02 settembre 2020
“Quell’anno, nel 2013, io mi qualificavo a New York per il torneo junior, poi ho giocato nel tabellone dei grandi, ora ho vinto un match. Non è stato facile sapendo che ero il favorito, ero nervoso all’idea di sfatare il tabù Slam, ma ho cercato di fare le cose da fare e stare ordinato e tranquillo. Questo è il mio torneo preferito”, ha aggiunto Nagal che conosce benissimo la storia del tennis indiano, e quindi i fallimenti nei Majors dei precedessori Ramkumar Ramanathan, Prajnesh Gunneswaran e quindi Bhambri che, fra il 2015 e il 2018 ha partecipato a quattro Slam senza però superare un turno, per poi arrendersi ai tanti infortuni.
"In un certo senso, sono felice per questa vittoria così importante, ma in un altro, pensando che potremmo fare molto meglio, noi indiani, mi sento triste. Abbiamo così tanti che amano e giocano il tennis, abbiamo grandi talenti ma nessun sistema”.
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