In attesa che il Tour riprenda dopo l’emergenza coronavirus, King Roger si gode la famiglia nella sua villa di Zurigo. “Preferisco utilizzare dal punto di vista mentale questo stacco”, ha detto. E poi: “Giocare i grandi tornei a tribune del tutto vuote sarebbe molto difficile”
di Angelo Mancuso | 27 maggio 2020
Nadal condivide sui social i video dei suoi primi allenamenti sui campi dell’Academy di Maiorca con il prototipo della sua nuova racchetta, che verrà svelata al primo Slam utile: ancora da capire se ci saranno piccole variazioni tecniche. Djokovic, chiusa la parentesi della quarantena a Marbella, è tornato a Belgrado e ha presentato l’Adria Tour, la serie di tornei in cui è coinvolto anche come organizzatore. Federer, invece, per il momento resta in attesa degli eventi. “Non mi sto allenando, perché onestamente non ne vedo il motivo”, ha raccontato King Roger durante una chat con Guga Kuerten. Si è operato in artroscopia al ginocchio destro lo scorso febbraio, lo stesso intervento al quale si era sottoposto nel 2016, ma a quello sinistro, quando si era fatto male preparando il bagnetto per le gemelle. “Sono soddisfatto di come mi sento fisicamente, ma credo che la ripartenza del circuito sia ancora lontana. Preferisco utilizzare dal punto di vista mentale questo stacco”. Ad agosto compirà 39 anni, in bacheca conta 103 tornei, 20 dei quali dello Slam, e in banca ha un patrimonio stimato di 600 milioni di dollari. Un extraterrestre, un braccio e un polso mai visti prima, uno stile affascinante. E un fisico ancora atletico, ma non gonfio di muscoli, agile e snello. Impossibile non lasciarsi ammaliare dalla storia infinita di un campione irripetibile. E’ stato paragonato ai più grandi della storia dello sport, da Pelè a Schumacher, passando per Maradona, Bolt, Michael Jordan, Muhammad Ali, Merckx, Phelps, Valentino Rossi e Senna. “Questi campioni mi affascinano - ha sempre sottolineato Federer - e li ammiro per ciò che hanno fatto giorno dopo giorno, per quanto hanno vinto. E' stato importante da giovane averli da esempio per trovare la mia strada”. Ma in realtà il Fenomeno svizzero ha qualcosa di più. Tutti i grandi campioni citati hanno avuto una carriera normale seppur nella loro straordinarietà. Hanno raggiunto la vetta, hanno vissuto un declino più o meno veloce, chi con dignità, chi con qualche frustrazione. Federer no, è andato oltre.